“IL NAPOLI E’ FAVORITO SUL MILAN, A MENO CHE...” – IL DOPPIO EX GIOVANNI GALLI A "I LUNATICI" DI RADIO 2: “IL CALCIATORE PIU' FORTE CON CUI HO GIOCATO? MARADONA. ERA SPAVALDO, ARROGANTE, IL GIOCATORE CHE SFIDAVA IL MONDO E IL COMPAGNO DI SQUADRA PIU' BUONO CHE TI POTESSE CAPITARE. QUANDO SCOPPIO' LA QUESTIONE DOPING, ERANO GIA' TRE ANNI CHE VOLEVA ANDARE VIA DA NAPOLI - I PORTIERI DI OGGI? HANNO DIFFICOLTA’ SUPERIORI RISPETTO AI TEMPI NOSTRI. TRA QUALCHE ANNO SARANNO COSTRETTI A LEGARSI LE MANI DIETRO LA SCHIENA"- E POI VICARIO, MERET E PROVEDEL…
Giovanni Galli, ex portiere tra le altre di Fiorentina, Milan, Napoli e nazionale, è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle quattro (anche sul 202 del digitale terrestre), live su Rai 2 tra l'1.15 e le 2.30 circa.
L'ex estremo difensore, che ha difeso per 19 volte la porta della Nazionale Italiana, ha raccontato: "Sono arrivato a Firenze che avevo 14 anni, sono andato via che ne avevo 28, poi ci sono tornato da dirigente quando la Fiorentina era stata retrocessa in C2 e da direttore sportivo abbiamo fatto tutto il percorso per tornare in Serie A. Nel cuore c'è la Fiorentina. Come sono diventato portiere? Per caso.
Arrivo dalle case popolari, mio papà era un artigiano, sfruttando il fusto di un albero aveva fatto due porte da calcio, mi dicono che io inizialmente quando tornavamo da scuola e scendevamo al campetto io giocassi all'attacco, ma alla fine delle partite mi mettevo in porta per salvaguardare il risultato. A un certo punto, quando decidemmo come gruppo delle case popolari di organizzare un campionato, arrivammo alla prima partita senza portiere. Qualcuno chiese a me di andare, doveva essere una cosa di una singola partita e alla fine è durata una vita".
Ancora Galli, sul ruolo del portiere: "Se potessi cambiare, rifarei tutto, sceglierei ancora di diventare portiere. E' un ruolo molto complicato e fino a qualche anno fa sottovalutato. Oggi meno, basta pensare a quanto sono stati pagati Kepa, Allison, Donnarumma. Oggi il portiere è come lo vendevo io quando andavo a trattare l'ingaggio con il presidente. Gli dicevo che se un centravanti faceva venti gol portava gli stessi punti di un portiere che salvava venti partite. C'era sempre da battagliare ma ho sempre cercato di tenere alto il prestigio del ruolo del portiere. Nell'arco di questi trent'anni il calcio ha cambiato tante cose e tutto ciò che è stato portato di nuovo è stato portato a scapito del ruolo del portiere. Il passaggio all'indietro non lo puoi prendere con le mani e altre cose. Poi i palloni, sempre più leggeri.
Il portiere oggi ha difficoltà superiori rispetto ai tempi nostri. Ci mancava solo la novità sui rigori che entrerà in vigore tra un po'. Tra qualche anno ai portieri legheranno le braccia dietro la schiena. Bisogna comunque avere sempre rispetto dell'avversario. Un conto è cercare di togliergli la concentrazione, un conto è fare lo scemo. Abbiamo visto portieri tipo Martinez con l'Argentina che sono proprio lontani dal mio modo di essere e di pensare".
Sul giocatore più forte con cui e contro il quale ha giocato: "Il nome è lo stesso. Diego Armando Maradona. E' stato mio avversario per tanti anni e poi sono andato a giocarci insieme nel suo ultimo anno di Napoli. Era un giocatore imprevedibile, lui aveva sempre la soluzione. Bisogna distinguere Diego e Maragona. Diego era una cosa, Maradona un'altra. Maradona era lo spavaldo, l'arrogante, il giocatore che sfidava il mondo. Diego era la persona più dolce che uno potrebbe trovare come compagno di squadra. Se uno parla di Maradona può anche fare delle critiche, quando si parla di Diego, possono farlo solo quelli che lo hanno conosciuto e gli sono stati amici.
Il momento dello squalifica per doping? Ci dispiaceva per Diego, perché comunque lui voleva andare via da Napoli già da tre anni. Era molto preoccupato della situazione, chiese fortemente al presidente di essere ceduto. Aveva capito che purtroppo si stava creando attorno a lui una situazione che non riusciva più a gestire. Sapeva che sarebbe stato travolto da quello che aveva intorno. Tanto è vero che due o tre anni prima chiese al presidente espressamente di essere ceduto e di andare via dall'Italia. Tutto ciò che è successo a Diego senza gli ulteriori tre anni di Napoli forse si poteva evitare".
Sul match di Champions tra Napoli e Milan: "Il campionato è ai titoli di coda, la coppa ti cambia. La Champions è diversa dal campionato. Il Milan ha vinto nettamente a Napoli, oggi tutti quei favori e quei pronostici che erano a favore del Napoli si stanno forse un po' ridisegnando. Per me il Napoli ha il 51 percento di possibilità rispetto al 49 del Milan di arrivare alla semifinale. Il 4-0 subito in campionato può essere una sveglia per il Napoli, un vantaggio. A meno che il Milan non faccia un gol nei primi dieci minuti".
Sui portieri di oggi: "In Italia non voglio fare un nome, è logico che tutti abbiamo sulla bocca Vicario, che ha fatto due campionati strepitosi, mi rende felice che finalmente ci sono degli allenatori che hanno dato le chiavi della porta a un portiere italiano. Parlo della Lazio, con Provedel, del Napoli, con Meret. Provedel sta facendo benissimo, dimostra che in Italia c'è ancora talento, bisogna cercarlo e avere la voglia di rischiare".