kroos gabri veiga

“IMBARAZZANTE” – IL CENTROCAMPISTA DEL REAL MADRID TONI KROOS STRONCA IL TRASFERIMENTO IN ARABIA DI GABRI VEIGA, TALENTO 21ENNE CERCATO DAL NAPOLI E DAI PRINCIPALI CLUB EUROPEI – "IL NAPOLISTA": "BAYERN E REAL ERANO IL CALCIO. OGGI NON È PIÙ COSÌ, NESSUNO SA COS’ACCADRÀ. SONO STATI PROPRIO I CAPITALISTI DEL PALLONE A CAPIRLO PROVANDO LA FUGA DELLA SUPERLEGA IL RESTO, CI PERDONI KROOS, SONO USCITE DI COMODO…"

Massimiliano Gallo per il Napolista

 

toni kroos

«Embarassing» ha commentato Toni Kroos sui social a proposito della scelta (pressoché definitiva) di Gabri Veiga di andare a giocare in Arabia Saudita e quindi di lasciare l’Europa che fosse il Celta o il Napoli. Toni Kroos è un grandissimo calciatore, ha 33 anni, e nella sua carriera fatta eccezione per una stagione col Leverkusn ha giocato in due soli club: Bayern e Real Madrid. A 21 anni, nel 2011, si trasferì al Bayern. Allora la prospettiva era diversa.

 

Allora il grande calcio era indiscutibilmente l’Europa e, dettaglio non trascurabile, nei grandi club si intascavano gli stipendi più alti. Tra carriera professionale e busta paga c’era una corrispondenza. Si procedeva nella stessa direzione. Questo era ed è il mondo di Toni Kroos.

 

Nel 2023, appena dodici anni dopo, lo scenario è completamente diverso. E fa ancora più impressione constatare che lo stravolgimento è avvenuto in pochi mesi. Cominciato in sordina con quel trasferimento di Cristiano Ronaldo che oggi sembra preistoria e che invece è avvenuto appena otto mesi fa. Sembrava un’altra epoca e il passaggio di CR7 venne giudicato come la classica mossa della vecchia gloria che va a raccattare le ultime vagonate di milioni di dollari. Certamente era ed è anche questo – come avvenne per Pelè e Beckenbauer con i Cosmos ad esempio – ma abbiamo poi scoperto che c’è tanto tanto altro. E comunque fin qui sono a Ronaldo, Benzema, Neymar, forse Salah. Non malissimo.

gabri veiga

 

Tralasciamo in questa sede l’aspetto geopolitico che Houellebecq ha perfettamente tratteggiato in “Sottomissione” (aspetto fondamentale che ebbe il primo segnale evidente con la premiazione di Messi col bisht ai Mondiali in Qatar)

 

L’estate 2023 è un terremoto di dimensioni devastanti. Che sta cambiando l’orografia del pianeta calcio. È la deriva dei continenti però non diluita lungo migliaia di anni ma avvenuta quasi dalla sera alla mattina. Terremoto che – è un passaggio importante – parte da una crisi. Una crisi di lunga durata del sistema calcio. Che è sempre più iniquo. Perché è sempre più profondo il solco tra il primo cerchio, i fuoriclasse, e il resto della truppa. E sta portando sull’orlo della bancarotta sempre più club. Perché nel calcio si registra un’anomalia assoluta: è uno dei pochissimi ambiti, se non il solo, in cui, almeno a certi livelli, la forza lavoro ha vinto sul capitale.

 

TONI KROOS

Non a caso i primi gridi di dolore sono arrivate dal capitale. Sono stati i club a lanciare l’allarme. A capire che il sistema stava saltando. La Superlega è stata una risposta, probabilmente sbagliata certamente nei modi e nei tempi, a un problema reale, al livello dell’acqua che sta inesorabilmente salendo e che rischia di travolgere tutto e tutti. Non dimentichiamo che ormai un calciatore – Mbappé – da più di un anno porta a spasso come cagnolini club come Psg e Real Madrid, signori come Al Khelaifi e Florentino Perez. Comandano Mbappé e la mamma. Loro possono solo obbedire.

 

In Arabia Saudita, a cifre folli, fuori mercato e dalla prospettiva oscura, è tornato a comandare il capitale. Ma in un modo incontrollabile. L’Europa, la vecchia Europa, non ha strumenti per difendersi. Non era mai accaduto un simile esodo. E non riguarda solo gli anziani. Gabriel Veiga colpisce perché ha 21 anni ma Ruben Neves, ad esempio, ne ha 26. Lo stesso Milinkovic Savic ne ha 28. Ce ne sono anche altri. E altri ce ne saranno. E il mercato non ha ancora chiuso. È impossibile adesso capire che cosa accadrà. Potrebbe risolversi tutto in una bolla. Così come invece potrebbe essere l’alba di un nuovo mondo. Il calcio potrebbe diventare un’altra cosa. Il calcio europeo, i campionati, persino la Champions, potrebbero trasformarsi nel giro di pochi anni in quelle immagini di repertorio con i filini che fanno capolino sulle immagini. “Ti ricordi quella musichetta? Come’è che faceva?”

 

 

È questa la prospettiva che oggi ha davanti Gabriel Veiga. Molto diversa dal calcio in cui è cresciuto Toni Kroos. Nel mondo di Gabri Veiga il Bayern Monaco – pur avendo speso cento milioni per Harry Kane, acquisto più costoso della storia del club – ha ingaggiato come direttore sportivo Christoph Freund per diciassette anni anima del Red Bull Salisburgo, l’uomo che ha scoperto Sadio Mané, Szoboszlai, Upamecano e con loro ha tenuto in piedi il bilancio del club austriaco.

 

TONI KROOS

Un segnale: basta spese folli, i talenti dobbiamo scoprirli noi. E poi rivenderli. Un cambio radicale di strategia. Per dare un tocco di Napoli a quest’articolo, il mondo del calcio europeo ha cominciato a seguire le orme di Aurelio De Laurentiis che con gli acquisti di Kvara e Kim – e gli addii dei presunti leader Koulibaly, Insigne e Mertens – ha vinto lo scudetto, ha dato spettacolo, ha favorito la crescita del brand e ha dato pure una bella risistemata al bilancio.

 

Dalla finestra di Gabriel Veiga non c’è la chiarezza che vedeva Kroos a 21 anni. Veiga non sa quale sarà il futuro del calcio. Oggi non lo sa nessuno. Sa solo che il Napoli, l’Europa, gli aveva offerto un contratto e che i sauditi gliene hanno offerto uno sei volte più ricco. E che lì stanno andando a giocare fior di calciatori e non tutti a fine carriera. Kroos giudica con le lenti e con la cartina geografica del suo universo. Ma la cartina reale oggi è un’altra.

Gabri Veiga

 

E Gabriel Veiga – e il suo entourage che oggi vuol dire la sua famiglia – hanno scelto quel che oggi appare più sicuro per il suo futuro. Il calcio europeo rischia di diventare in bianco e nero e i primi ad accorgersene sono stati proprio i capitalisti del calcio europeo. Altrimenti non avrebbero provato a creare la Superlega. Il resto, ci perdoni Kroos, sono uscite di comodo, di chi la sua carriera e il suo conto se l’è già costruito. In un mondo che tra qualche anno potrebbe anche non esserci più.

toni kroos Gabri Veiga

 

Ultimi Dagoreport

philippe donnet andrea orcel francesco gaetano caltagirone

DAGOREPORT: GENERALI IN VIETNAM - LA BATTAGLIA DEL LEONE NON È SOLO NELLE MANI DI ORCEL (UNCREDIT HA IL 10%), IRROMPE ANCHE ASSOGESTIONI (CHE GESTISCE IL VOTO DEI PICCOLI AZIONISTI) - AL CDA DEL PROSSIMO 24 APRILE, ORCEL POTREBBE SCEGLIERE LA LISTA DI MEDIOBANCA CHE RICANDIDA DONNET (E IN FUTURO AVER VIA LIBERA SU BANCA GENERALI) – ALTRA IPOTESI: ASTENERSI (IRREALE) OPPURE POTREBBE SOSTENERE ASSOGESTIONI CHE INTENDE PRESENTARE UNA LISTA PER TOGLIERE VOTI A MEDIOBANCA, AIUTANDO COSI’ CALTA (E MILLERI) A PROVARE A VINCERE L’ASSEMBLEA - COMUNQUE VADA, SI SPACCHEREBBE IN DUE IL CDA. A QUEL PUNTO, PER DONNET E NAGEL SARÀ UN VIETNAM QUOTIDIANO FINO A QUANDO CALTA & MILLERI PORTERANNO A TERMINE L’OPA DI MPS SU MEDIOBANCA CHE HA IN PANCIA IL 13% DI GENERALI…

volodymyr zelensky bin salman putin donald trump xi jinping

DAGOREPORT – COME SI E' ARRIVATI AL CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI TRA RUSSIA E UCRAINA? DECISIVI SONO STATI IL MASSICCIO LANCIO DI DRONI DI KIEV SU MOSCA, CHE HA COSTRETTO A CHIUDERE TRE AEROPORTI CAUSANDO TRE VITTIME CIVILI, E LA MEDIAZIONE DI BIN SALMAN CON TRUMP - E' BASTATO L’IMPEGNO MILITARE DI MACRON E STARMER PER DIMOSTRARE A PUTIN CHE KIEV PUÒ ANCORA FARE MOLTO MALE ALLE FRAGILI DIFESE RUSSE - NON SOLO: CON I CACCIA MIRAGE FRANCESI L'UCRAINA PUÒ ANDARE AVANTI ALTRI SEI-OTTO MESI: UN PERIODO INACCETTABILE PER TRUMP (ALL'INSEDIAMENTO AVEVA PROMESSO DI CHIUDERE LA GUERRA “IN 24 ORE”) – ORA CHE MOSCA SI MOSTRA “SCETTICA” DAVANTI ALLA TREGUA, IL TYCOON E IL SUO SICARIO, JD VANCE, UMILIERANNO PUBBLICAMENTE ANCHE PUTIN, O CONTINUERANNO A CORTEGGIARLO? - LA CINA ASPETTA AL VARCO E GODE PER IL TRACOLLO ECONOMICO AMERICANO: TRUMP MINIMIZZA IL TONFO DI WALL STREET (PERDITE PER 1000 MILIARDI) MA I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI LO HANNO GIÀ SCARICATO…

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)