ITALIA ALLA PROVA DEL NOVE - L’INGHILTERRA SOGNA CON VARDY E KANE, LA GERMANIA RISCOPRE MARIO GOMEZ, LA SPAGNA S’AGGRAPPA A DIEGO COSTA E MORATA - E L’ITALIA? DOPO TONI NON ABBIAMO PIU’ UN CENTRAVANTI DA 20 RETI A STAGIONE - BUFFON ESALTA INSIGNE (VIDEO)
Francesco Persili per Dagospia
L’Inghilterra torna a sognare in grande con i gol di Kane (con finta alla Cruyff) e Vardy (colpo di tacco alla Crespo). La Germania riscopre Mario Gomez, rinato al Besiktas. La Francia prova Giroud al posto di Benzema, la Spagna aspetta il miglior Diego Costa. Il Belgio ha Lukaku, poi c’è il solito Ibra, totem della Svezia, mentre il suo sosia, Arnautovic, può lanciare l’Austria tra le sorprese di Euro 2016. E l’Italia?
Inutile stare a cercare quel che il nostro Paese non produce più: un centravantone da 20 gol a stagione. L’ultimo è stato Luca Toni, che nella passata stagione a 38 anni è stato capace di realizzare 22 reti (e di conquistare il titolo di capocannoniere in condominio con Icardi).
Conte si è messo l’anima in pace e lavora su altri concetti di gioco. «Non abbiamo Messi o Cristiano Ronaldo ma siamo una squadra vera», sibila Giaccherini, uno dei fedelissimi del ct. «Con una Nazionale che fatica a proporre i talenti di 4-5 anni fa, l’unica strada è il lavoro», spiega a Raisport Buffon che coccola Insigne: «Può farci fare la differenza».
Nella classifica marcatori della serie A dominata da un imperiale Higuain (29 partite, 29 gol) il primo azzurro è Eder, 12 reti tutte con la maglia della Samp e un digiuno con la maglia dell’Inter che dura da 9 gare. Tesoro, mi si è ristretta la porta.
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Prima del vittorioso Mondiale 2006 lo scatenato Toni si issava sul trono dei bomber con 31 gol. E i vari Gilardino, Inzaghi, Del Piero, Totti andavano tutti in doppia cifra. L’età dell’abbondanza è finita. Non c’è un centravanti italiano che giochi titolare in una grande squadra. Ma il problema non riguarda solo il gol made in Italy. Sarà colpa del “falso nueve” o di congiunzioni tattiche sfavorevoli ma la serie A è diventato un campionato ostile ai tradizionali numeri 9.
Da Mario Gomez, vanto della Merkel, che nei due anni fiorentini tra infortuni e gol col contagocce ha fatto rimpiangere Dertycia e Portillo, alla meteora Fernando Torres: è lungo l’elenco di punteri che non hanno lasciato il segno nel nostro campionato.
Con le big d’Europa non c’è partita in termini di fatturato: così i club di serie A escono dai radar delle possibili destinazioni dei migliori purosangue dell’area di rigore. Aguzza l’ingegno e punta sui giovani bomber: la strada per i dirigenti italiani è obbligata. Ma anche nella valorizzazione dei talenti non sempre le nostre società brillano per lungimiranza.
Ne hai conferma se pensi a Marko Arnautovic. Quello che ai tempi dell’Inter del triplete per Mourinho era solo un «ragazzino» oggi è un signor attaccante: 10 reti con lo Stoke (dove appare rigenerato anche l’ex Roma e Milan, Bojan Krkic). Tra le note liete della Premier c’è il nigeriano ex Udinese Odion Ighalo, 14 sigilli col Watford e un piccolo record: ha segnato con tutti i club della famiglia Pozzo.
Un caso a parte: Pierre-Emerick Aubameyang, attaccante gabonese del Borussia Dortmund, 22 reti in Bundes (3 in meno di Lewandowski), che rappresenta il vero rimpianto del Milan e forse anche di Rudi Garcia, che lo ha allenato al Lille.
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L’ex giovane promessa del vivaio rossonero si candida ad essere uno dei pezzi pregiati del prossimo mercato insieme al belga dell’Everton Lukaku (il Chelsea e il Real sono sulle sue piste), Benzema, Kalinic e Icardi (se l’Inter non si qualificherà per la Champions). Tra gli italiani fari puntati su Gabbiadini, Immobile e Pavoletti. Il ballo delle punte sta per iniziare.