allegri e sarri

MALEDETTI TOSCANI - JUVENTUS-NAPOLI E’ ANCHE LO SCONTRO TRA I “COMPAGNI DI MERENDE” ALLEGRI E SARRI - I DUE SI SCONTRARONO NEL 2003, IN SERIE C2, SULLE PANCHINE DI SANGIOVANNESE E AGLIANESE - UN TIZIO IN TRIBUNA URLÒ: “SE SIETE ALLENATORI VOI DUE, POSSO FARLO ANCH'IO” - ORA SI GIOCANO LO SCUDETTO

Gianni Mura per “la Repubblica”

 

ALLEGRI E SARRI ALLEGRI E SARRI

Poteva essere il 2003. Uno spettatore alla fine s'aggrappa alla rete e grida: «Se siete allenatori voi due, posso allenare anch'io». Sangiovannese-Aglianese, C2. In panchina: Maurizio Sarri e Massimiliano Allegri. «Era un mio amico, quello che gridava. E non aveva torto: 0-0 senza un tiro in porta, una noia mortale», dice Sarri.

 

Che calciatori e allenatori ricordino particolari lontani nel tempo non è una novità, ma ogni volta mi sorprende. Sarri ricorda pure il nome del prete di Figline che giocava a calcio con loro: «Don Aldo, che guardavamo con rispetto perché era cugino di Bellugi». Nei giorni che precedono Juve-Napoli molti dicono che vincerà un allenatore toscano (possono anche pareggiare, in verità).

 

SARRI E ALLEGRISARRI E ALLEGRI

E grazie, Allegri è di Livorno e Sarri è nato a Napoli per caso, perché il padre, gruista ed ex ciclista, lavorava a Bagnoli. Guarda il caso, come il padre di Galeone, indicato a sua volta come padre calcistico di Allegri (e di Gasperini, e di Giampaolo). «Max da giocatore faceva intravvedere un grande futuro da allenatore. Capiva le situazioni in anticipo. E' solo a tavola che delude». Come mai? «Mangia poco, due cosine insignificanti. Ed è quasi astemio. Quasi nel senso che un bicchiere gli basta per due ore». Allegri è toscano di mare e il mare gli piace «perché non si riesce a vederne la fine».

 

Sarri è toscano dell'interno, dove Sting ha comprato una fattoria. Sono molto diversi nell'aspetto e nelle abitudini. Se ti chiamano Massimiliano è facile diventare Max e da Max al conte Max il passo è breve. Allegri nella divisa sociale sembra un milordino, Sarri in tuta uno che fatica ad arrivare a fine mese. Il principe e il povero.

ALLEGRI E SARRIALLEGRI E SARRI

 

In un' intervista a Gq Allegri disse che lui gli allenatori che vanno in panchina in tuta li avrebbe multati, non si fa così quando rappresenti una società. Ma non ce l'aveva con Sarri, non ancora apparso in serie A. Con Guidolin, semmai. «Io faccio l'allenatore di calcio, non l'indossatore», disse Sarri a Empoli. Nemmeno indossa volentieri le sciarpe che quasi ogni domenica invitano a sostenere la ricerca per il cancro o la leucemia o la sclerosi multipla. «In un Paese civile dovrebbe farsene carico lo Stato».

 

SARRI E ALLEGRI   SARRI E ALLEGRI

Il nonno di Sarri partigiano, il padre di Allegri scaricatore al porto. «Sui palmi delle mani gli era cresciuta una pelle da coccodrillo». L'apparente principe e l'apparente povero sono di sinistra. Sarri di un rosso più acceso, o meno celato: vedi il "democristiano" che non disse a Mancini ma gli è valso una querela dalla nuova Dc. Allegri meno. Ma è decisamente rossa Livorno, i suoi amici da una vita (Dodo, Bomber, Amerigo, Cresciotto), quelli del caffè del mattino al bar Ughi, quelli dei Bagni Fiume, dell'aperitivo sul lungomare alla Baracchina rossa, del gelato da Adone. Appena può, la domenica sera Allegri saluta Torino e ci torna martedì mattina.

 

allegri allegri

Una Livorno che non gli perdona due cose: aver giocato nel Pisa (solo due partite, ma nella città del Vernacoliere basta e avanza) e avere allenato il Milan di Berlusconi. E di Livorno Allegri non sa fare a meno: era e resta uno dei loro, cresciuto al Coteto, quartiere operaio, un ragazzo che di studiare non aveva molta voglia (smise dopo la terza media) ma coi piedi ci sapeva fare, ed era pure assiduo frequentatore dell' ippodromo e puntava sui cavalli. Giocava nell' Armando Picchi.

 

SARRISARRI

Andò, valutato 4 milioni, a San Croce sull'Arno. Fu rivenduto per 25 milioni al Livorno. Girò parecchio, da calciatore. Era un 10 abbastanza estroso e sfrontato, buon tiro da lontano, buona visione di gioco, non ineccepibile quanto a disciplina : per vis polemica, non per altro. Mai fumata una sigaretta (con Sarri si perde il conto), tantomeno una canna. Mai sorpreso in discoteca a ore inopportune. Sentimentalmente assai vivace.

 

ALLEGRIALLEGRI

Così diversi, Allegri e Sarri hanno in comune un soprannome legato alla struttura fisica: Allegri è Acciuga (glielo impose un livornese, Rossano Giampaglia) mentre il Secco è Sarri, che giocava terzino, poi stopper (non leggero nelle entrate, si narra). L'elenco delle squadre in cui ha giocato Allegri è molto lungo: Cuoiopelli, Livorno, Pisa, Pro Livorno, Pavia, Pescara, Cagliari, Perugia, Padova, Napoli, ancora Pescara, Pistoiese, Aglianese. Da allenatore, a 36 anni, Aglianese in C2, poi Spal, Grosseto, Udinese (come collaboratore), Lecco, Sassuolo, Cagliari, Milan, Juventus. Su una panchina di A a 41 anni lo porta Cellino.

 

mancini sarri  2mancini sarri 2

Ingaggiandolo al Milan, Berlusconi fa un'operazione molto simile a quella di de Laurentiis con Sarri. Delle cui squadre da calciatore poco o nulla si sa. Si sa che fece due provini, quando giocava con la Figlinese, per Fiorentina e Torino. Da allenatore inizia a 31 anni. Eccole: Stia, Faellese, Cavriglia, Antella, Valdema, Tegoleto, Sansovino. E' qui decide di lasciare il lavoro in banca (si occupava di cambi, girava l'Europa per il Monte dei Paschi) e mantenersi col solo calcio. «Mi ero stancato di stare in ufficio ad aspettare le 17 per potermene andare al campo».

ALLEGRI MORATA 1ALLEGRI MORATA 1

 

Ecco la C2, ci arriva a 44 anni: Sangiovannese, Pescara, Arezzo, Avellino, Verona, Perugia, Grosseto, Alessandria, Sorrento, Empoli che porta in A, Napoli. In A Allegri arriva a 41 anni, Sarri a 55. E in passato non ha solo rose e fiori. «Anche colpa mia. A Perugia e a Verona ho trasmesso pessimismo».

 

Acciuga e il Secco hanno altro in comune: la diffidenza che li ha accolti. Sarà da Napoli?

SARRISARRI

Mi telefonavano gli amici di Ischia, in settembre: con 'sto Sarri è già tanto se ci salviamo.

Maradona calava un carico di suo. Parava la stoccata Sarri, adesso son tutti pappa e ciccia. E Allegri sarà da Milan? Be', insomma. E dopo lo sturm und drang di Conte: sarà da Juve? E anche dopo lo scudetto, vox populi: che ha fatto di speciale? S' è appoggiato al lavoro di Conte. E ancora nello scorso autunno: visto? Se c' è da costruire non ci capisce nulla.

allegri durante juventus lazio  8allegri durante juventus lazio 8

 

Sabato credo che i due non all'altezza si abbracceranno, forse insultandosi amichevolmente com'è d'uso in terra di Toscana (penso ai pensionati del bar Lume di Malvaldi). Tutt' e due sono in cima al nostro calcio dopo aver più o meno rinunciato ai numeri preferiti: 3-4-1-2 per entrambi. Diventato 3-5-2 a Torino e 4-3-3 a Napoli. Il principe dice che il calcio è programmabile ma non prevedibile. «Spesso ho cambiato in un attimo la formazione che avevo in mente da giorni. Credo nelle intuizioni. L' ora migliore per averne, le 7.30».

SARRI DRONISARRI DRONI

 

Sembra che le intuizioni siano programmabili. Ma ci dev'essere una logica. Un giorno Allegri disse: «Da bambino, mai addormentato ascoltando le favole. Sapendo che erano favole, non ci credevo». Il povero, che a me continua a ricordare Bagnoli anche se si esprime diversamente, non cercate di ancorarlo a un filone di tecnici pane e salame (è una buona forchetta, peraltro). Dicono sia un mago del computer. Non solo sa cos'è un drone ma anche come usarlo negli allenamenti.

allegri gloria patriziallegri gloria patrizi

 

Allegri studia inglese da più di un anno, non siate maliziosi, non è detto che c'entri il Chelsea, anche se Galeone pensa che sia quasi tutto già deciso. Allegri continua a chiamarlo mister e a dargli dei lei. Sarri sa già l'inglese e dopo frequentazioni estere da lettore (Bukowski, Fante, Vargas Llosa) da quando è a Napoli, per capire meglio la città, si dedica a Erri De Luca e Maurizio De Giovanni. Che è sempre un bel leggere. Infine, il furioso spogliarello di Allegri a Carpi, quando i suoi se li sarebbe mangiati vivi, è da cinghiale più che da ermellino. Ma abbozzarlo in tuta sarebbe più difficile.

SARRI INSIGNESARRI INSIGNE

 

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?