jean-michel basquiat

FAKE ART! – L’FBI INDAGA SU VENTICINQUE DIPINTI ATTRIBUITI A JEAN-MICHEL BASQUIAT, DAL VALORE DI 100 MILIONI DI DOLLARI, ESPOSTI AL MUSEO D’ARTE DI ORLANDO, IN FLORIDA – I PROPRIETARI DICONO CHE LE OPERE FURONO RECUPERATE IN UN DEPOSITO ABBANDONATO NEL 2012, MA UN’INCHIESTA DEL “NEW YORK TIMES” HA SOLLEVATO GROSSI DUBBI SULLA LORO AUTENTICITÀ: SAREBBERO STATI TAROCCATI SEI ANNI DOPO LA MORTE DELL’ARTISTA…

Articolo di Brett Sokol per “The New York Times”, pubblicato da “la Repubblica”

Traduzione di Anna Bissanti

 

Il persistente interesse per la vita e le opere di Jean-Michel Basquiat non dà cenno di volersi attenuare, che si tratti di frizzanti vendite di magliette a tema per 29,99 dollari da Gap, del grande afflusso di pubblico che visita le ultime mostre dedicate all'artista o di tele vere e proprie battute all'asta, come quella di due settimane fa aggiudicata per 85 milioni di dollari. Adesso, per coloro che si interessano a tutto quello che riguarda Basquiat, si aggiunge anche l'Fbi.

 

andy warhol jean michel basquiat

L'unità dell'agenzia incaricata di indagare sui reati legati alle opere d'arte (Art Crime Team) sta conducendo un'inchiesta per appurare l'autenticità di 25 dipinti esposti al Museo d'arte di Orlando in Florida e attribuiti a Basquiat, su mandato di una citazione federale e l'opinione di molti periti e critici a conoscenza della situazione.

 

museum of art orlando, florida

Il museo e i vari proprietari hanno affermato che le opere esposte nella mostra Heroes & Monsters: Jean-Michel Basquiat furono recuperate in un deposito abbandonato di Los Angeles nel 2012. Le opere erano in buona parte inedite prima dell'inaugurazione della mostra a febbraio.

 

Un articolo pubblicato sul New York Times ha sollevato interrogativi sulla loro autenticità, riferendo di un designer che in passato aveva lavorato per la Federal Express e ne aveva riconosciuto i caratteri tipografici su un pezzo di cartone che, a quanto pare, sarebbe stato usato da Basquiat per dipingervi sopra, ma che di fatto sarebbero stati adottati soltanto nel 1994, sei anni dopo la morte dell'artista.

 

basquiat

 I proprietari dei dipinti e il direttore e amministratore delegato del museo, Aaron De Groft, dicono che le opere sono sicuramente attribuibili a Basquiat, e a conferma di ciò riportano le dichiarazioni di periti d'arte internazionali commissionate dai proprietari. La presidente del consiglio di amministrazione del museo, Cynthia Brumback, ha avallato ufficialmente la dichiarazione di De Groft.

 

Gli agenti speciali dell'Fbi hanno interrogato molti professionisti in campo artistico e legati al mondo del design, prestando particolare attenzione alle opere esposte e ai loro proprietari originari, che in passato in altre interviste avevano detto di voler cercare di vendere i dipinti.

aaron de groft

 

Tra le persone al centro di queste inchieste c'è anche De Groft: a dirlo sono due impiegati del museo che hanno chiesto di restare anonimi perché il loro superiore ha minacciato di licenziare chiunque tra il personale del museo parli con i media dell'argomento. Dal canto suo, De Groft non ha voluto rispondere e commentare le indagini dell'Fbi. In una comparizione a giudizio spedita all'Oma in data 27 luglio 2021, l'Fbi ha chiesto di avere accesso a "qualsiasi" comunicazione intercorsa tra i dipendenti del museo e i proprietari delle opere «attribuite all'artista Jean-Michel Basquiat».

 

thad mumford

L'Fbi si è rifiutata di rilasciare commenti sulle indagini in corso. Secondo gli esperti del Putnam Fine Art and Antique Appraisals, che hanno valutato i dipinti per conto dei rispettivi proprietari, se fossero autentici Basquiat varrebbero cento milioni di dollari.

 

Non è chiaro nello specifico su che cosa verta l'inchiesta dell'Fbi e chi possa essere coinvolto. Senza dubbio, in caso di vendita intenzionale di falsi d'autore riconosciuti tali si sarebbe in presenza di un grave reato federale.

untitled (self portrait or crown face ii) basquiat

 

De Groft e i proprietari dei 25 dipinti hanno detto che sono stati realizzati su pezzi di cartone trovati da Basquiat alla fine del 1982, rovistando in giro quando viveva e lavorava in uno studio dietro la casa di Los Angeles del commerciante d'arte Larry Gagosian. I suddetti hanno riferito che le opere furono poi vendute da Basquiat per 5.000 dollari allo sceneggiatore televisivo ormai scomparso Thad Mumford, che li chiuse in un deposito e se ne dimenticò per 30 anni, fino a quando il magazzino è stato sequestrato per omesso pagamento del canone di locazione ed è stato messo all'asta nel 2012. (Gagosian ha detto di ritenere «molto improbabile lo scenario di questa versione»).

mostra di basquat al museum of art di orlando, florida

 

Il presunto tesoro del commerciante d'arte fu acquistato per circa 15 mila dollari dall'antiquario William Force e da Lee Mangin, commerciante in pensione. Un terzo proprietario è l'avvocato Pierce O' Donnell di Los Angeles che nel 2016 ha rappresentato Amber Heard nel divorzio da Johnny Depp e Angelina Jolie nel divorzio da Brad Pitt. In seguito, O' Donnell ha maturato un interesse per sei delle 25 opere e ha assunto una squadra di periti, parecchi dei quali gli hanno detto che le opere sembravano autentiche.

 

Buona parte dei retroscena sulle origini dei dipinti si basa perlopiù sulla parola di Mangin e di Force che, secondo quello che risulta dai fascicoli delle forze dell'ordine, sarebbero stati entrambi condannati sotto diversi nomi a varie pene detentive per traffico di sostanze stupefacenti. L'inverno scorso, in un'intervista Mangin ha detto che dopo aver acquistato i dipinti con Force nel 2012, i due incontrarono Mumford a Los Angeles a pranzo.

 

Jean-Michel Basquiat

 Fu in quella occasione che, a quanto pare, Mumford raccontò loro i dettagli dell'acquisto da lui effettuato nel 1982 di 25 dipinti di Basquiat, e l'incontro fu così memorabile che Mumford batté a macchina una poesia per commemorare la vendita e in cima al foglio di carta per stampante ad aghi sulla quale fu riprodotta mise il nome Basquiat. De Groft ha incluso la poesia nella mostra allestita presso il museo, a ulteriore riprova dell'autenticità dei dipinti.

larry gagosian

 

«Quella poesia è una sorta di ricevuta; fa riferimento alle opere; fa riferimento alle scritte che compaiono nei dipinti; fa riferimento a quei tempi» ha detto nel corso di un'intervista rilasciata l'inverno scorso. Molti amici e parenti di Mumford, però, sono tutt' altro che convinti, e non soltanto perché Mumford non ha mai manifestato alcun interesse per l'arte contemporanea, figurarsi per l'acquisto di opere di Basquiat. Pare, infatti, che Mumford non sapesse nemmeno battere a macchina.

jean michel basquiatbasquiatl'angelo ribelle jean michel basquiatbasquiatJean-Michel Basquiat

Ultimi Dagoreport

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...