UNA DONNA TRA LE PALLE (DA BASKET) – BECKY HAMMON È LA PRIMA DONNA ASSISTENTE ALLENATRICE IN NBA – È STATA ASSUNTA TRA LE POLEMICHE DAL COACH DEI SAN ANTONIO SPURS - IL CAMPIONE CATALANO PAU GASOL: “I TEMPI SONO MATURI, LEI È IN GRADO DI ALLENARE GLI UOMINI”. EPPURE C’È CHI DICE CHE SIA STATA ASSUNTA SOLO PER…
Alessandro Papayannidis per il “Corriere della Sera”
Da bambino, Pau Gasol voleva fare il medico, come la mamma; poi crebbe talmente in fretta che lo misero su un campo di baloncesto e non ne è ancora uscito. Becky Hammon, invece, sognava di giocare a basket tra i giganti della Nba.
Alta «solo» 168 centimetri, mentre papà la scoraggiava, aveva già le idee chiare: «Non avrei mai potuto competere atleticamente, dovevo imparare a battere gli avversari con la testa».
Oggi il campione catalano dei San Antonio Spurs ha 37 anni e tutti i giorni, in palestra, incrocia Becky, che ne ha 41 e dal 2014, dopo una brillante carriera da giocatrice, è la prima donna assistente allenatrice tra i professionisti americani.
Pau è convinto che sia così brava da meritare una panchina tutta per sé. «È pronta per allenare nell' Nba. Punto», ha scritto in una lettera aperta al Players' Tribune, smontando «le sciocchezze che circolano sull' idea di una donna head coach».
Con due titoli Nba vinti nei Lakers di Kobe Bryant le parole di Gasol pesano come macigni: «Sento dire che ai massimi livelli una donna non può allenare gli uomini. Io gioco in Nba da 17 anni e ho avuto due tra i più grandi coach della storia dello sport, Phil Jackson e Gregg Popovich.
becky hammon con gregg popovich
Vi dico che Becky Hammon è in grado di allenare nella Nba. Una volta ha cambiato un dettaglio a un mio compagno nel modo di passarmi la palla. Non ho più ricevuto un pallone sbagliato per tutta la stagione».
Popovich aveva intuito le qualità di Becky quando ancora era giocatrice. Una volta, in aereo, le chiese: «Se mai ti assumessi come assistente e ti chiedessi un parere, mi diresti ciò che pensi veramente?». «E perché mai dovresti farmi una domanda, se no?», rispose lei.
Un' altra diceria vuole che Becky sia stata assunta dagli Spurs «perché avere una donna in staff giova all' immagine».
Gasol sorride: «Stiamo parlando della Nba, girano un sacco di soldi e la mediocrità non è tollerata. E stiamo parlando dei San Antonio Spurs, dove coach Popovich fa una scelta solo se aiuta a vincere, non se giova all' immagine».
Infine, il terzo pregiudizio: una donna coach crea imbarazzo in uno spogliatoio di maschi. «È ridicolo - scrive il campione di basket - ma vale la pena di considerarlo seriamente, visto che nell' ambiente c' è gente che ne parla.
Ricordo a tutti, allora, che i giocatori si cambiano in una stanza e gli allenatori in un' altra. E che, tra gli allenatori, Becky ha il suo spazio riservato. Nemmeno nello spogliatoio fa differenza avere un allenatore maschio o femmina».
Ciò che Gasol contesta è l' idea che, mentre nella società si moltiplicano gli sforzi per promuovere equità e diversità, «gli sport dovrebbero fare eccezione, dovrebbero essere un luogo dove va bene avere una mentalità chiusa: una bolla a proteggere la nostra peggiore ignoranza».
Parole di un giocatore che considera l' Nba «come una famiglia». E proprio in famiglia Gasol dice di aver imparato la lezione: «Mio padre era infermiere. Troppo spesso le persone si sbagliavano e dicevano che lui era medico e la mamma infermiera. In 37 anni, ho sempre pensato a mia madre come a un medico, non una donna medico».