DONNE, ATTACCATEVI AL CALCIO! L’ULTIMA FRONTIERE DELLE FEMMINISTE ACIDELLE: PROIBIRE LE DISCUSSIONI SPORTIVE IN AMBIENTE DI LAVORO. “SONO SESSISTE” – LA PROPOSTA E’ DI ANN FRANCKE, ESPERTA DI MANAGEMENT – 90 MINUTI DI APPLAUSI PER L' EX MINISTRA DELLO SPORT BRITANNICO TRACEY CROUCH CHE L’HA STRONCATA COSI’: “HA DETTO UNA MONTAGNA DI CAZZATE”
Carlo Nicolato per “Libero quotidiano”
Anche parlare di calcio è una forma di molestia. E se proprio non è di tipo sessuale, lo è di tipo sociale, in quanto esclude dalla conversazione chi il calcio generalmente non lo conosce, cioè le donne. È dunque una forma di prevaricazione di genere che potrebbe anche sfociare in molestia sessuale in quanto fortifica il senso di appartenenza al genere maschile, esaltandone gli aspetti sessuali più beceri.
Insomma passare dalla Var alle paccate sulle spalle per l' ultima conquista e relativa scopata del fine settimana il passo è breve, e per tale motivo sarebbe opportuno che ogni discussione calcistica, e sportiva più in generale, venisse proibita in ufficio.
Se queste vi sembrano le farneticazioni di una mente contorta e problematica vi sbagliate di grosso perché invece rappresentano le ponderate opinioni di Ann Francke, una delle donne più stimate d' oltremanica, da anni presidente del Chartered Management Institute, prestigioso istituto professionale per la gestione d' impresa, e femminista pluripremiata.
Lo show di miss Francke è andato in onda su Today, frequentata trasmissione della Bbc, il servizio pubblico radiotelevisivo britannico che sta diventando, rasentando il ridicolo, il megafono del politically correct più estremista, ma così estremista che di fatto è diventata l' interprete ufficiale nazionale della nuova rigorosa e bacchettona moralità di genere e di rispetto delle diversità, con una particolare attenzione all' islam.
Non è infatti un caso che il femminismo di cui sembra essere estensore la Francke sia quello dell' elogio al burqa, che annulla le differenze e l' ossessione per l' immagine di sé. Le convinzioni della Francke in fondo non sono altro che una delle tante trasposizioni possibili di questa logica a livello sociale, cioè l' annullamento delle differenze attraverso un velo che le elimina alla vista. «Le battute sportive» ha detto la Francke «possono escludere le donne e portare a comportamenti rozzi come le chiacchierate sulle ultime conquiste sessuali». Il problema, ha insistito, è che «molte donne non seguono gli sport e a loro non piace parlarne, ma nemmeno esserne escluse».
Le discussioni sullo sport sono il «segnale di una cultura maschilista» e andrebbero quantomeno moderate se non eliminate del tutto. Secondo l' ultima frontiera del femminismo dunque parlare di calcio, o comunque di qualcosa che teoricamente escluda dal discorso il genere femminile, è una forma di prevaricazione che può addirittura assumere connotati sessuali e quindi potenzialmente trasformarsi in una molestia.
Per la verità le posizioni estreme di Ann Francke non ha ottenuto molti riscontri positivi sui social, dove al contrario sono state ricoperte di risate e sonore pernacchie. Anche durante la stessa trasmissione delle Bbc sono piovute critiche, a cominciare da quelle della giornalista sportiva di Sky Jacqui Oatley, la quale ha considerato che «se proibisci le chiacchiere sul calcio o le battute su qualsiasi cosa, tutto ciò che farai è dividere le persone che vogliono comunicare tra loro».
L' ex ministro dello sport Tracey Crouch, ha definito le sparate del numero uno del Chartered Management Institute «una montagna di cazzate». Ma c' è anche chi invece si è schierato dalla parte della pasionaria, sostenendo di aver visto uffici nei quali si creavano relazioni più forti tra capi e sottoposti in funzione della comune passione sportiva. Ma questo è tutto un altro discorso: si sa, a prescindere un interista avrà sempre più simpatia per un altro interista che per uno juventino.