djokovic 19

"LA GIUSTIFICA PER DJOKOVIC E' UNO SPUTO IN FACCIA AL PRINCIPIO DELLE REGOLE UGUALI PER TUTTI" - CROSETTI: “CHE RACCHETTATA SUI PIEDI. UN’OFFESA PER GLI ALTRI ATLETI E PER TUTTI COLORO CHE HANNO SEGUITO LE PROCEDURE DI VACCINAZIONE E QUARANTENA, ED È ANCHE UN CLAMOROSO MANIFESTO NO VAX” – IL DIRETTORE DEGLI AUSTRALIAN OPEN: "NESSUN TRATTAMENTO DI FAVORE PER DJOKOVIC, LA RICHIESTA RISPETTAVA I REQUISITI"

1. L’ESENZIONE DI DJOKOVIC

Da www.ilnapolista.it

 

nole djokovic

Mentre la bufera sulla licenza che permetterà a Djokovic di partecipare agli Australian Open da non vaccinato – giustamente – impazzano, tocca agli organi di controllo australiano tentare di spiegare come sia possibile che il tennista numero uno al mondo possa godere dell’esenzione. In un comunicato ufficiale, Tennis Australia ha spiegato che l’iter prevedeva due passaggi. 

 

DJOKOVIC 1

Le richieste di esenzione medica (ne hanno ricevute 26, ma non si sa quante ne hanno accolte) sono state esaminate dal Dipartimento della Salute del Victoria secondo le linee guida ATAGI, spiega Riccardo Bisti su Tennis Magazine. Dopodiché, sono state inviate a un altro team medico, stabilito dal governo, l’Independent Medical Exemption Review Panel.

 

djokovic 12

“Non commento il caso specifico, ma posso dire che la maggior parte delle richieste di esenzione sono arrivate da chi ha avuto il COVID di recente – ha spiegato Carolyn Broderyck, responsabile medico di Tennis Australia – è normale, vista la diffusione della variante omicron”.

 

Ma soprattutto Broderyck dice un’altra cosa: “In alcuni casi hanno richiesto ulteriori informazioni, ma non ci sono stati contatti diretti con chi ha presentato le richieste. Osservavano i sigilli ufficiali sui documenti, ma non facevano attività di intelligence. Alcuni documenti erano formali rapporti di laboratorio.

nole djokovic 1

 

 Per questo abbiano nominato esperti di immunologia, malattie infettive e medicina generale. Gli esaminatori non sapevano nemmeno se le richieste fossero di giocatori o di membri dei vari staff. La documentazione era completamente anonima: erano oscurati anche il Paese di provenienza e l’età del richiedente, salvi i casi in cui era un dettaglio importante”.

novak djokovic 5

 

Soltanto dopo la decisione, i nomi degli esentati sono stati svelati perché dovevano essere inseriti nell’Australian Immunization Register.

 

Craig Tiley, il direttore degli Australian Open ha commentato la spiacevole situazione così: “Non c’è stato alcun trattamento di favore chi non ha rispettato le linee guida ha visto respingersi la richiesta. Molti non lo hanno fatto, ma se una richiesta rispettava i requisiti… posso aggiungere che siamo andati oltre i normali requisiti australiani per garantire l’ingresso nel Paese ai non vaccinati. Il processo è stato molto chiaro, anche se comprendiamo chi è sconvolto, specie dopo alcune affermazioni passate di Djokovic. Detto questo, sarà lui a dover eventualmente spiegare perché ha ottenuto l’esenzione”.

novak djokovic 3

 

2. CROSETTI SU DJOKOVIC

Da www.ilnapolista.it

 

“Che figura terribile, che racchettata sui piedi: il diritto va a rovescio”.

 

Su Repubblica, Maurizio Crosetti commenta il caso Djokovic: ieri il tennista ha annunciato che giocherà gli Australian Open in virtù di una deroga che gli consente di non vaccinarsi.

 

novak djokovic 1

“La “giustifica” per Novak Djokovic è uno sputo in faccia al principio dal quale discende l’intera storia dello sport, ma anche del nostro quotidiano vivere insieme: le regole sono uguali per tutti, però c’è sempre qualcuno più uguale degli altri”.

 

Il messaggio che arriva al pubblico, continua, “è tremendo e molto pericoloso”. La sua presenza in Australia “è un’offesa per gli altri atleti e per tutti coloro che hanno seguito le procedure di vaccinazione e quarantena, ed è anche un clamoroso manifesto No Vax”.

DJOKOVIC 2

 

Proprio l’Australia, che ha tenuto chiuse le frontiere per 18 mesi e vietato i voli, ora spalanca le porte “a sua maestà”, concedendogli pure di togliersi la mascherina.

 

“La maschera, almeno quella è caduta: adesso sappiamo che Djokovic non ha mai avuto la minima intenzione di vaccinarsi, anche se non lo aveva mai ammesso. Giocando questa partita tutta sua, permessa da qualcuno, il campione ha preso a racchettate anche la propria immagine, il danno sarà enorme, altro che più grande tennista di tutti i tempi”.

DJOKOVIC 7

 

Resta solo una speranza, conclude Crosetti, anzi, forse un’illusione.

 

“Che cioè il primo avversario sorteggiato per affrontare Djokovic a Melbourne, e poi il secondo e magari il terzo, vadano in campo, si avvicinino al serbo, gli facciano un bel sorriso e gli dicano: ehi Nole, ciao, questa è la pallina, questa è la racchetta, adesso gioca un po’ da solo“.

 

DJOKOVIC 19

3. I GIOCATORI NO VAX OLTRE QUOTA 4%

Benedetto Saccà per il Messaggero 

 

Fosse solo Novak Djokovic. E invece. Pure i giocatori di Serie A sono no vax meno di trenta ma più di venti, tanto per avere un'idea delle proporzioni. Considerando che i calciatori del campionato italiano sono nel complesso 572, la porzione dei contrari alle vaccinazioni supera la quota del quattro per cento 4,37%, per l'esattezza. 

 

green pasS CALCIO

E adesso lo scenario potrebbe cambiare. Perché, in queste ore, il governo valuta l'ipotesi di varare il decreto relativo al Super Green pass per i lavoratori, anche se il provvedimento riguarderebbe solamente gli over 60. Ovvero. Le persone con più di 60 anni potrebbero lavorare soltanto con il Green pass (per così dire) rafforzato: vale a dire con la certificazione rilasciata solo ai vaccinati e ai guariti dal Covid il tampone sarà inutile. 

 

Il quadro è in evoluzione e decisiva sarà la giornata di oggi. Il problema galleggia sulla superficie e allarga crepe lungo i muri delle certezze dei club. 

CALCIO COVID

 

L'OPERA DI CONVINCIMENTO 

D'altronde i calciatori sono lavoratori certo particolari, strapagati, anomali e atipici, però comunque lavoratori. Per cui: se il decreto fosse approvato e in campo come in ufficio si potesse entrare soltanto con il Super Green pass, anche i calciatori dovrebbero adeguarsi. Tutti. Così i 25 no vax della Serie A sarebbero posti davanti al bivio costituito dalla possibilità di vaccinarsi e dal divieto di giocare. 

calcio covid

 

Pfizer o Moderna oppure niente campo, ecco la possibile sintesi. Come si può intuire facilmente, saltare l'ostacolo non sarebbe una passeggiatina di salute. Spetterebbe alle società tentare di smussare gli angoli di una situazione spiacevole. Di clamorose giravolte non è piena la speranza dei club. 

 

Tanto che, giusto per fare un esempio, il no vax della Roma il cui nome è coperto dalle norme sulla privacy ha lasciato intendere che chiederebbe la cessione se non potesse scendere in campo per via del decreto. Come detto, comunque, l'orientamento del governo è di comprendere e contemplare solo i nati dopo il 1962. E non basta. 

 

CALCIO COVID 2

L'approvazione erga omnes del decreto si riverbererebbe non soltanto sul campionato italiano, ma pure sulle coppe europee. Bisogna immaginare un turno di Champions o di Europa League (o di Conference), per tacere della partita del 24 marzo dei playoff per i Mondiali tra l'Italia e la Macedonia a Palermo: per poter giocare i calciatori delle due squadre sarebbero obbligati a mostrare tutti il certificato di avvenuta guarigione o di vaccinazione. 

Vaccini

 

Difficile? Difficilissimo. Anzi: quasi impossibile. E ove mai il calciatore si fosse immunizzato con lo Sputnik o con un vaccino non riconosciuto dall'Unione europea non potrebbe comunque scendere in campo in Italia. Scenari davvero poco probabili.

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…