laporta messi

“IL BARCELLONA NON SI PUÒ PIÙ PERMETTERE MESSI” - IL PRESIDENTE BLAUGRANA LAPORTA SCARICA LE COLPE DELLA ROTTURA CON LA PULCE SULLA NEFASTA GESTIONE DEL PREDECESSORE BARTOMEU E SULL’INTRANSIGENZA DELLA LEGACALCIO IBERICA RIGUARDO ALLA QUESTIONE SALARY CAP  - DOVE ANDRA’ LEO? SECONDO L'EQUIPE IL PSG HA PROPOSTO ALL’ARGENTINO UN TRIENNALE A 40 MILIONI L’ANNO. L’INDIZIO DI NEYMAR NELLA CHAT WHATSAPP: "MESSI HA SCELTO IL PSG. E IL BRASILIANO GLI AVREBBE GIÀ OFFERTO LA…

Da "www.corrieredellosport.it"

 

lionel messi

Il Paris Saint-Germain sarebbe molto vicino al Leo Messi, appena congedatosi ufficialmente dal Barcellona: lo scrive il sito del quotidiano sportivo francese L'Equipe. Il club parigino avrebbe offerto alla 'Pulce' un contratto super: triennale (con opzione di rinnovo) con uno stipendio da 40 milioni di euro a stagione. Già domenica, secondo l'Equipe, ci dovrebbe essere un incontro tra i dirigenti del Psg e gli agenti del fuoriclasse argentino. Il contratto ricchissimo, si legge, sarebbe favorito dall'allentamento delle regole del Fair Play Finanziario a causa del Covid. L'arrivo di Messi però potrebbe complicare l'operazione di rinnovo di contratto per Mbappé, che fino a ieri era prioritaria. L'accordo con il Psg della punta francese è in scadenza nel 2022.

 

Andrea De Pauli per "www.corrieredellosport.it"

 

joan laporta e lionel messi

 “Leo voleva rimanere nel Barça e noi abbiamo fatto di tutto per trattenerlo, ma non è stato possibile”. Questa l’amara constatazione del presidente Joan Laporta, che si è presentato poco dopo le 11 all’Auditori 1899, all'interno del recinto del Camp Nou, per spiegare i perché dell’inevitabile rottura della trattativa per il rinnovo di Messi. “Innanzitutto voglio ricordarvi che abbiamo ereditato una nefasta eredità dalla gestione precedente e una massa salariale sportiva che rappresenta il 110% delle entrate del club.

 

Non c’è margine”, il primo pensiero del numero uno blaugrana, che poi ha detto la sua sul no del club al principio di accordo della Legacalcio di Javier Tebas con il gruppo d’investimento CVC, che con il suo apporto - si parla di 2 miliardi e 700 milioni complessivi ai club spagnoli - avrebbe permesso al Mes que un club di trattenere il Genio di Rosario: “Il fairplay finanziario non ci ha permesso di iscrivere Leo. Per rientrare nei parametri richiesti dalla Lega avremmo dovuto ipotecare il futuro di un'istituzione con oltre 120 anni di storia per quanto riguarda i diritti televisivi per i prossimi 50 anni. Non potevamo permetterlo”.

 

LEO MESSI E BARTOMEU

“Il Barça rimane al di sopra di tutto, anche del miglior giocatore del mondo”, ha poi ribadito Laporta, che preferisce non illudere troppo i tifosi blaugrana a proposito di un clamoroso ripensamento. “Non voglio generare false speranze. Il giocatore ha già ricevuto altre proposte e c’è un tempo limite, perché la Liga comincia tra poco”. Il presidente, poi, ha ribadito il suo rammarico, perché c’era già pieno accordo tra le parti per proseguire insieme. “Era da più di due mesi che trattavamo e c’era l’intesa. Prima avevamo stabilito di rinnovare per due anni e pagarglieli in cinque stagioni. Messi ci ha reso tutto facile, era molto disponibile. I numeri ci facevano pensare che la Lega avrebbe accettato l’accordo, in altri Paesi ci avrebbero dato l’ok, ma qui non è stato possibile”, la nuova staffilata a Tebas. “Poi abbiamo pensato a un contratto di cinque anni, che Leo avrebbe comunque accettato. Volevamo avere Leo per almeno altri due anni, ma non ce l’abbiamo fatta”.

Il futuro

MESSI LAPORTA 2

 

Ora al Barça tocca pensare a una nuova vita senza Messi, che ricomincia con i nuovi rinforzi Agüero, Memphis Depay, Eric Garcia e Emerson Royal. “Sono arrivati qui accettando delle condizioni ragionevolissime e dobbiamo ringraziarli per questo. L’apparizione di questi giocatori non si può comparare con le conseguenza che sarebbero seguite al nuovo tesseramento di Leo. Non potevamo permetterci di mettere a rischio il futuro del club”, la riflessione di Laporta, che comunque non perde il caratteristico ottimismo. “La nostra motivazione rimane massima. Anzi, ora siamo ancora più motivati di prima per fare il meglio per il Barça.

lionel messi

 

Siamo pronti per affrontare questa nuova sfida che si apre davanti a noi per dare nuove gioie ai nostri tifosi. Il limiti di manovra rimangono strettissimi. Anche senza Leo c’è poco margine, ma vogliamo rimanere altamente competitivi. Ho già parlato con i giocatori e con loro ho riflettuto sulla nuova tappa della storia del club che affronteremo insieme. Vogliamo il massimo impegno e la massima professionalità e i capitani devono esseri i nuovi leader di questa tappa”.

 

leo messi

L’erede di Bartomeu ha, poi, confermato l’amarezza di Messi per il mancato lieto fine delle negoziazioni. “Leo voleva rimanere e non è contento. Ora, come noi, deve affrontare la dura realtà. Auguro il meglio a lui e alla sua famiglia. Il Barça è casa sua. Nessuno ha contribuito più di lui a rendere grande il palmares della società. Leo si meriterebbe un omaggio al giorno, ma purtroppo la situazione di questo momento, anche quella sanitaria, non aiuta a organizzare il saluto che gli avremmo voluto regalare”.

MESSI LAPORTA

leo messi antoine griezmann leo messi a ibiza 3leo messi da bambinoleo messi biondoleo messi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…