palazzo vecchio battaglia di anghiari

"LEONARDO NON HA DIPINTO LA BATTAGLIA DI ANGHIARI NEL SALONE DEI CINQUECENTO DI PALAZZO VECCHIO". SI LIMITO’ A REALIZZARE I CARTONI PREPARATORI. LE PROVE CHE METTONO FINE A UNA CONTROVERSIA LUNGA DECENNI. DAL PUNTO DI VISTA STORICO E SCIENTIFICO SI PUÒ AFFERMARE CHE LA BATTAGLIA DI ANGHIARI VADA CONSIDERATA UNA "LEGGENDA METROPOLITANA", BUONA PER IL CODICE DA VINCI, MA NON DEGNA DI UNO STUDIO SERIO

Emanuela Minucci per “la Stampa”

palazzo vecchio battaglia di anghiari cover

 

Spiace per Dan Brown che si appassionò non poco al giallo. E per l'Università di San Diego in California che come prova regina portò le tracce di «un inequivocabile nero fiorentino» nascosto dietro il muro affrescato dal Vasari. E anche un po' per Wikipedia che ancora parla di mistero irrisolto «in grado di scatenare le fantasie di molte persone».

 

Perché oggi agli Uffizi, proprio sul luogo del delitto, all'Auditorium Vasari, i più autorevoli esponenti della storia dell'arte e del restauro, (insieme con restauratori, esperti di chimica e fisica applicata ai Beni Culturali) spiegheranno - documenti alla mano - che non c'è più materia d'indagine: perché Leonardo da Vinci non arrivò mai a dipingere sulle mura del Salone dei Cinquecento,

 

a Palazzo Vecchio, la celeberrima Battaglia di Anghiari (databile all'inizio del Cinquecento) che in teoria, in un secondo tempo, venne occultata dall'affresco di Vasari con una seconda battaglia, quella di Scannagallo. Gli attesi documenti che dimostreranno quanto sia stata vana una ricerca durata decenni verranno presentati oggi in diretta Facebook sul sito delle Gallerie degli Uffizi alle 11.

palazzo vecchio battaglia di anghiari

 

Titolo della conferenza-rivelazione: «La Sala Grande di Palazzo Vecchio e la Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci. Dalla configurazione architettonica all'apparato decorativo». Nell'annuncio nulla di clamoroso, ma si sa come sono i professori: preferiscono i contenuti.

 

Eppure Roberta Barsanti, Gianluca Belli, Emanuela Ferretti, Cecilia Frosinini hanno messo nero su bianco su un librone-verità (edito da Olschki) teorie in grado di cancellare la presenza del fantasma di Leonardo da quel principesco salone. Scorrendolo, già nella prefazione, si legge di «una lettura parziale e affrettata delle fonti» che nel 2012 indussero l'amministrazione comunale, allora guidata da Matteo Renzi, a realizzare con l'aiuto di microsonde una serie di piccoli prelievi murari dietro l'affresco di Vasari che di fatto, secondo alcuni, ne misero a repentaglio l'integrità.

LEONARDO

 

Fu così che l'intervento scatenò le ire di 300 intellettuali che spedirono una petizione all'allora sovrintendente Cristina Acidini e al ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi. E il governo bloccò i prelievi. Fu uno dei più importanti firmatari, Francesco Caglioti della Normale di Pisa, autorità degli studi sul Rinascimento, a convincere il ministero a «sospendere lo scempio».

 

E come anticipa a La Stampa Cecilia Frosinini, storica dell'arte e ricercatrice all'Opificio delle Pietre Dure, nonchè autrice del libro, questo volume giunge a quattro, rivoluzionari, punti fermi: «Il primo è che nessuna analisi seria e filologica delle fonti attesta che Leonardo sia mai arrivato a dipingere la Battaglia di Anghiari nel Salone. Il secondo è che i documenti arrivano solo a testimoniare che all'artista vennero fatte forniture di materiali non pittorici, ma destinati a un cartone preparatorio e intonaci murari».

 

Secondo il pool di esperti autori del libro, poi, le vicende storiche e costruttive della Sala e del Palazzo Vecchio attestano trasformazioni di uso, demolizioni, ricostruzioni tali che nessuna traccia del capolavoro - se mai ci fosse stata - avrebbe potuto sopravvivere. I tre campioni che Maurizio Seracini nel 2012 estrasse dai buchi negli affreschi di Vasari sono stati analizzati dal maggior esperto chimico dei Beni Culturali, Mauro Matteini, che condusse le analisi sull'Ultima Cena di Leonardo.

 

Qui, l'ultimo colpo di scena: «Si deduce - conclude Frosinini - che non si tratta di materiali pittorici, ma di elementi costitutivi dei mattoni e della muratura». Ed è così che dal punto di vista storico e scientifico si può affermare che la Battaglia di Anghiari va considerata una «leggenda metropolitana», buona per il Codice da Vinci, ma non degna di uno studio serio.

palazzo vecchio

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…