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LEONARDO NON VINCI - AL PSG MANCA L'AMALGAMA, MA QUELLO NON SI PUÒ COMPRARE: COSÌ LA TESTA DEL DS BRASILIANO RISCHIA DI ROTOLARE DOPO L'ENNESIMO FLOP IN CHAMPIONS NONOSTANTE UN MONTE INGAGGI ESAGERATO E TUTTI I MILIONI SPESI DAL PATRON DEI PARIGINI AL KHELAIFI, CHE A FINE ANNO VEDRÀ IN BACHECA (SE VA BENE) SOLO IL CAMPIONATO - LA CARRIERA DIRIGENZIALE DI LEO HA PIÙ OMBRE CHE LUCI, VISTO CHE ANCHE AL MILAN...

Federico Strumolo per “Libero Quotidiano

MEME SU LEONARDO E IL PSG

 

Lo spettacolare 3-1 in rimonta del Real sul Psg potrebbe anche portare a pesanti ripercussioni all'interno del club francese. Chi rischia di perdere il lavoro dopo la delusione in Champions è il ds Leonardo (sotto procedimento Uefa assieme al patron Al Khelaifi per le proteste del dopo gara).

 

Perché se lavorare per una società ricchissima è facile in sede di mercato, dato che si hanno a disposizione tantissimi soldi per convincere i calciatori, può diventare molto complicato quando i risultati non arrivano.

 

leonardo e Al Khelaifi

D'altronde il successo nel modesto campionato francese, dove il Psg è primo a +13 sul Nizza, non può giustificare le enormi spese sostenute dalla proprietà qatariota in questi anni (vittoria in Ligue 1 che dovrebbe essere scontata, ma così non è: l'anno scorso il Psg si fece beffare dal Lille, come successo nel 2012, quando vinse il Montpellier, nella prima avventura con Leonardo alla guida, dal 2011 al 2013).

 

psg meme

In particolare nell'ultima estate, dove il brasiliano si è scatenato, offrendo ingaggi da capogiro ai migliori svincolati in circolazione: 35 milioni all'anno a Messi, 12 a testa per Ramos e Donnarumma (quando il Psg aveva già sotto contratto Navas per altri 12 milioni annui), ma anche i 10 spesi per Wijnaldum.

 

Stipendi che, ovviamente, vanno a incidere su un monte ingaggi da 213 milioni netti all'anno (Neymar ne guadagna 31, Mbappé 17). Finisse così la storia tra Leo e il Psg, per il brasiliano sarebbe l'ennesimo fallimento di una carriera dirigenziale con tante ombre e poche luci.

 

Ne sa qualcosa anche la proprietà americana del Milan, che nella stagione 2018/19 affidò al brasiliano la squadra: il risultato fu un deludente quinto posto e le dimissioni dopo un mercato da 170 milioni.

 

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