melissa satta

M COME MELISSA: “HO GIOCATO NELLA SERIE C FEMMINILE E PENSO DI POTER PARLARE DI CALCIO ANCHE MEGLIO DI ALCUNI UOMINI” – GLI ANNI DA VELINA, IL RAZZISMO E L’AMORE PER LA CUCINA, LA SATTA SI RACCONTA IN UN LIBRO: "SONO UNA DONNA INDIPENDENTE. MI PIACE STARE IN CASA E…”

SATTA 2

Sara Sirtori per www.iodonna.it

 

 

«Èuna lettura easy, non è un’autobiografia». Melissa Satta, 38 anni, non vuole ci siano fraintendimenti: «Non è un libro troppo impegnativo ed è questo il suo scopo: è una lettura leggera, ma dove si spiegano tante cose anche interessanti». Con il duomo di Milano sullo sfondo e accompagnata dal marito, il calciatore del Sassuolo Kevin Prince Boateng, la conduttrice presenta il suo M come Melissa (Mondadori , pp 144), il libro dove prosegue il dialogo iniziato sui social con i suoi tanti fan.

 

«Mi sono fatta tremila problemi, mi chiedevo se a qualcuno potesse interessare: passare dalla rete alle librerie è un passo importante. Ma poi mi sono detta che in fondo sono una ragazza giovane, lavoro da quindici anni e forse qualcosa da dire ce l’ho. Adesso sono molto orgogliosa di quello che ho fatto». Condividendo la sua storia, i suoi successi di modella e di velina, e i suoi segreti di bellezza, Melissa Satta ci porta nel suo mondo.

 

 

Dopo tanti anni di carriera, le dà fastidio essere sempre ricordata come “l’ex Velina”?

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«È il classico stereotipo italiano, vieni etichettato anche quando hai fatto tante altre cose, però a me non dà fastidio. Anzi, l’immagine della Velina è talmente inculcata nella testa degli italiani! Ho dei ricordi bellissimi: io ho vissuto gli anni d’oro di Striscia, quelli in cui le Veline erano uno dei simboli dell’Italia. Ero una ragazza normale di 18 anni che studiava all’università quando sono stata scelta, è stato un cambiamento di vita grandissimo. Sono stata catapultata in un mondo che è stato fantastico, è stato tosto, ma mi ha insegnato davvero tanto. Ricordo con tanta felicità quei tre anni in cui mi sono proprio divertita».

 

SATTA BOATENG

Poi è passata al calcio. Per molti anni ha fatto parte di trasmissioni come Controcampo e Tiki Taka dove ha dimostrato di essere competente in materia. Crede ci sia ancora del pregiudizio verso una donna che parla di calcio in Italia?

«Il pregiudizio c’è, è difficile che ti diano credito, ma le cose stanno cambiando. Io credo in questi anni di essermi conquistata  un po’ di rispetto nel mondo del calcio, anche da parte dei maschi. Forse perché ho giocato a calcio nella Serie C femminile e quindi so cosa succede in campo da calcio, quello che dico ha un senso. Penso di poter parlare di calcio anche meglio di alcuni uomini»

 

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Lei ha una famiglia multiculturale – è sposata con un tedesco di origini ghanesi con il quale ha un figlio – e spesso si è espressa contro il razzismo che purtroppo c’è nella nostra società.

«Non voglio dare il buon esempio a tutti i costi, però è vero, noi siamo una famiglia un po’ diversa rispetto alla classica famiglia italiana, mentre all’estero è  più facile vedere delle famiglie multiculturali. Io e Kevin siamo due personaggi pubblici e quindi diamo più nell’occhio. In tanti anni di lavoro ho imparato a farmi scivolare addosso anche le critiche più pesanti, a non prenderle troppo sul personale, ma da quando sono diventata mamma sono più sensibile nei confronti di mio figlio Maddox, più protettiva. Per questo ho iniziato a espormi in prima persona dicendo determinate cose che poi è ciò che penso.

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Mio figlio è un mix di due persone, è biondo con gli occhi azzurri ed è un pochino più scuro di carnagione rispetto a me. Anche lui è stato colpito da diversi commenti un po’ pesanti e mi ha dato particolarmente fastidio. Perché finché dicono a me che sono brutta, che sono rifatta, che non piaccio, pazienza, lo accetto. Ma quando coinvolgi un bambino, lo offendi per la sua provenienza o perché è figlio mio e di suo padre, allora stiamo andando oltre. In Italia, in questo senso, c’è ancora molta ignoranza: le persone vanno educate fin da piccole alla bellezza del diverso – che noia un mondo tutto uguale – anche se i bambini ripetono quello che sentono dai genitori».

 

Suo marito nelle interviste fa spesso i complimenti alla sua cucina. È davvero una brava cuoca?

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«Sì, sono diventata molto brava. Forse non tutti sanno che ho una doppia faccia: nascondo in me un’anima da casalinga. Anche se tutti mi vedono truccata e vestita alla moda quando lavoro, io amo stare in casa in tuta a cucinare, a sistemare i miei armadi, a mettere in ordine le mie cose. Mi piace molto fare la moglie e la mamma. Quando vado a portare o a riprendere mio figlio da scuola spesso sono struccata e sono semplicemente la mamma di Maddox.

 

Quando Kevin torna a casa e io non sono al lavoro, trova sempre il pasto pronto. Anzi, gli mando per tempo un messaggio per chiedergli cosa preferisce mangiare. Sono molto fiera di questo mio animo casalingo. Mi piace essere una donna indipendente che lavora, io non ho mai lasciato il mio lavoro nemmeno quando ero incinta e rimarrò sempre una donna indipendente, ma insieme a questo lato in me convive anche una forte dedizione per la mia famiglia. Mi piace molto stare in casa».

 

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