jannik sinner us open

MAGNATE TRANQUILLI, LA WADA “NON FARÀ RICORSO CONTRO SINNER” - PAROLA DEL SUPER-ESPERTO ANONIMO CHE LAVORA NELL’AGENZIA MONDIALE ANTIDOPING – SUL CASO CLOSTEBOL IL PROF PIÙ AUTOREVOLE, DAVID COWAN, AVREBBE GIÀ ESPRESSO LA SUA CONTRARIETÀ AL RICORSO. L’AGENZIA SI LIMITERA’ AD ACQUISIRE PIU’ DOCUMENTAZIONE POSSIBILE PER FAR SI’ CHE IL CASO SINNER NON APRA LA STRADA A CHI CON I TESTOSTERONICI SI DOPA DAVVERO – L’EPILOGO DELLA TELENOVELA DOVREBBE ARRIVARE ENTRO LA FINE DI SETTEMBRE

Paolo Russo per “la Stampa” - Estratti

 

jannik sinner finale us open

«Ecco perché alla fine la Wada, l'Agenzia mondiale antidoping, non farà ricorso contro Sinner ma si limiterà ad acquisire più documentazione possibile per far si che il caso del campione italiano non apra la strada a chi con i testosteronici si dopa davvero». A ipotizzare il lieto fine per Jannik non è uno qualsiasi ma un super esperto della rete di laboratori anti-doping della stessa Wada, che prima di parlare chiede di mantenere l'anonimato.

 

Per capire come stanno le cose bisogna partire dal quantitativo del testosteronico Clostebol ritrovato nel numero 1 del tennis mondiale: «50 picogrammi per millilitro di sangue. Un picogrammo equivale a un millesimo di miliardo di grammo, quindi parliamo della punta di un cucchiaino di caffè sciolta in una piscina olimpica».

 

jannik sinner finale us open

Quantità infinitesimali che non possono dopare nessuno. Ma perché la Wada le considera comunque doping? «Per scovare chi ha fatto uso anche molto tempo prima di questi anabolizzanti, magari gareggiando in Paesi dove di controlli antidoping se ne fanno pochi o niente. Mentre, nel caso di Sinner, che ha giocato a ritmo serrato in molti tornei internazionali è difficile non ci siano stati test nei due mesi che hanno preceduto la scoperta di questa contaminazione con il Clostebol», spiega sempre il nostro.

 

Accreditando la versione fornita sin dal primo momento da Sinner circa l'assorbimento della sostanza attraverso le mani prive di guanti del suo massaggiatore, che aveva usato la pomata per rimarginare la ferita a un dito, come documentano le immagini della fasciatura al torneo di Indian Wells.

sinner anna kalinskaya 4

 

Del resto un caso analogo si è verificato non molto tempo fa con un judoka risultato positivo al Clostebol dopo aver toccato con le mani il tatami dove aveva posato il piede il suo allenatore dopo aver passato la crema incriminata per facilitare la cicatrizzazione di una ferita.

 

«Uno studio condotto nel 2000 - spiega sempre la nostra gola profonda- ha dimostrato che basta aver stretto un mano sulla quale è stato spalmato un piccolo quantitativo di pomata contenente Clostebol affinché si risulti positivi al doping per tre giorni».

Resta da capire allora perché la Wada non abbia mollato l'osso chiedendo a Sinner e ai suoi un supplemento di documentazione. «Per circoscrivere il più possibile il caso, in modo che nel pertugio della non colpevolezza di Sinner non possano infilarsi atleti di paesi dove di controlli se ne fanno pochi».

jannik sinner finale us open

 

Tra il 2019 e il 2023 sono comunque 38 gli atleti italiani risultati positivi al Clostebol. Di questi, 13 sono stati scagionati dalle accuse, incluso Sinner e altri 4 tennisti. Una volta la sostanza veniva somministrata soprattutto agli atleti della Ddr (...)

 

Comunque sia tra i tre esperti nominati da Wada per dirimere la questione, quello considerato più esperto di tutti, il professore emerito del King's College di Londra David Cowan, avrebbe già espresso la sua contrarietà al ricorso, sostenendo la tesi della contaminazione transdermica involontaria e ribadendo che i quantitativi assunti non potevano influenzare in alcun modo le performance di Sinner. Che con buona pace dei suoi detrattori dovrebbe restare ancora a lungo sul tetto del mondo della racchetta.

jannik sinnerjannik sinner - us openjannik sinner jannik sinner - us open

Ultimi Dagoreport

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?