MAI SFIDARE GLI ITALIANI NEL GIOCO DI CHI CE L’HA PIÙ DURO, HAI PERSO PRIMA DI COMINCIARE, MAI SFOTTERE L’ITALIANO CON L’ALITO SNOB DI CHI TI GIUDICA MENO DI UNA CICCA. SE VUOI TRASFORMARE L’ITALIANO IN UNA BESTIA DA COMBATTIMENTO RICORDAGLI CHE È FECCIA, CHE NON HA CHANCE. GLI CRESCE UN PISELLO GIGANTE, SI TRASFIGURA, È LA SUA STORIA NEGLETTA DI STRACCIONE, EMIGRANTE, MAFIOSO, MANGIASPAGHETTI CHE SI RIBELLA
Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia
Per qualche giorno saremo una strombazzante patria. Vecchia storia. Galleria infinita. Ci trovi negli anni le facce dipinte nonché esultanti di Zoff, Gentile, Tardelli, Materazzi, Cannavaro, Gattuso, Buffon e oggi ancora Buffon, Chiellini e Bonucci. Mai sfidare gli italiani nel gioco di chi ce l’ha più duro, hai perso prima di cominciare, mai sfottere l’italiano con l’alito snob di chi ti giudica meno di una cicca. Se vuoi trasformare l’italiano in una bestia da combattimento ricordagli che è feccia, che non ha chance.
Gli cresce un pisello gigante, si trasfigura, si dismisura, è la sua storia negletta di straccione, emigrante, mafioso, mangiaspaghetti che si ribella. Cosi è. I belgi sono appena una somma di talenti, peraltro appannati, lontani dall’essere una squadra, lontanissimi dall’essere una banda di assatanati. Wilmots è un allenatore apprendista che non apprende. Se poi De Bruyne è la sua controfigura e Lukaku si conferma uno scarsone sopravvalutato, Origi peggio di lui.
Se poi Antonio Conte si mette a sanguinare come la Madonna, l’evoluzione mistica delle ampolle sacre del Trap, tutto il folclore italiano invade il bellissimo stadio di Lione, travolgendo l’inappetenza agonistica e il vulnus identitario dei belgi. Per il resto, è anche la storia dell’Italia brava a fare muro. Conte, Allegri e poi ancora Conte qua nessuno è fesso. Che sia Juventus o Nazionale. Si chiamano Buffon, Barzagli, Buffon e Chiellini. Prendono tutto. Con qualunque spigolo di cui dispongono. Ti riducono all’impotenza.
Metto in campo loro quattro. Il resto, fuoriclasse veri e presunti inclusi, è marginale. Questa Nazionale tecnicamente mediocre è la conferma che non serve: non prendo gol e io, prima o poi, di striscio o di struscio, il mio lo trovo, poi lo difendo con la bava alla bocca e magari alla fine ti faccio pure il secondo in contropiede, alla faccia dello strepitoso Courtois.
Ma non è solo questo, galli cedroni, astuzie e raptus mistici, il lancio di Bonucci è roba extralusso, così come l’arresto in corsa di Giaccherini e colpo letale a seguire. Tecnicamente pregevoli i colpi da destra di Candreva, sia che tiri o imbecchi, mentre Bonucci è supremo sempre, dettante legge, che difenda o imposti, palle al bacio su lanci di trenta metri, non lontanissimo, giuro, da Beckenbauer, per chi se lo ricorda. Insomma, serata esemplare.
Tre punti in cassaforte e qualificazione in pugno, a meno di suicidi esemplari, che l’Irlanda e la Svezia curiosate nel tardo pomeriggio sono sembrate, specialmente la seconda e il suo Ibrafonato trombone, poca cosa. A trovare il fastidio nell’uovo. Quello Zenga, altro galletto da combattimento, deve avere un gigantesco problema dell’ego, a giudicare dal numero di volte con cui molesta il povero telecronista con il petulante: “Ti ricordi, cosa ti avevo detto?…”.
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