matteo bernini dama

BACIO DI DAMA - MATTEO BERNINI, EX POSTINO LIVORNESE DI 33 ANNI CHE HA VINTO IL CAMPIONATO MONDIALE DI DAMA INGLESE, SVELA I SUOI SEGRETI: "HO SOLO TANTA MEMORIA. LA DAMA È UNA CONTINUA SCOPERTA. LE MOSSE SONO INFINITE. QUALCUNO PENSA CHE UN GIOCATORE SIA UN MOSTRO NELLA MATEMATICA. NON È VERO. A SCUOLA LA MATEMATICA NON MI PIACEVA. SEMMAI AMAVO LA LETTERATURA…"

Marco Gasperetti per il “Corriere della Sera”

 

matteo bernini 7

«Campione del mondo, campione del mondo, campione del mondo». Nessuno lo aveva mai visto esultare così, Matteo l'analista, il ragazzo dalla freddezza assoluta. E anche lui si è sorpreso nel sentirsi i lucciconi agli occhi. Per poi essere travolto da una gioia irrefrenabile che l'ha spinto ad abbracciare persino il compassato arbitro americano. Anche i computer umani hanno un cuore.

 

«Il mio ha iniziato a battere all'impazzata quando lo straordinario avversario che avevo davanti si è arreso», ammette il neo iridato della dama inglese mondiale categoria apertura libera. Matteo Bernini, 33 anni, livornese sino al midollo, ha appena conquistato il titolo negli Stati Uniti battendo nella finalissima (dopo 24 partite estenuanti) il detentore del titolo, il sudafricano Lubabalo Kondlo, un tipo tosto che non perdona la minima distrazione.

 

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«Ed è stata una felicità enorme perché questa finale, con la pandemia, era stata rimandata - racconta Matteo -. Si doveva svolgere nel 2019 e il tempo non passava mai. Mi allenavo come un matto sei ore al giorno e sognavo la corona d'alloro». Gli ultimi sei mesi sono stati fantastici per il neo campione.

 

 Diploma di perito industriale, ex postino, ex disoccupato, a ottobre è stato assunto al Comune di Rosignano Marittimo come amministrativo all'ufficio appalti. «Un bel posto che dovrebbe diventare fisso, quasi non ci credevo più. Ma non fraintendete. Il lavoro sarà sempre in cima alla mia agenda, prima della dama, ovviamente, che per me è una passione».

 

Per capirlo basta guardarlo negli occhi quando racconta gli ultimi attimi della vittoria.

«Avevo iniziato all'attacco - ricorda -. Poi ho deciso di cambiare tattica e ho giocato in contropiede. Lubabalo veniva avanti convinto che io fossi in difficoltà e l'ho infilato come faceva una volta la nostra Nazionale di calcio. Sono stato bravo e ho solo messo in pratica gli insegnamenti del mio maestro, Michele Borghetti. È andata bene e ora sono al settimo cielo».

 

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Che non è quello di Saturno della Divina Commedia. «Lo so bene, anche perché ho interpretato il Sommo Poeta - racconta -. Eh già, perché ho anche l'hobby del teatro e in una pièce sull'Inferno nel quale l'Alighieri incontra gli iracondi sono diventato Dante. Mi ricordo ancora le parole: "Sono immerso nel fango e sento gente che urla"». Matteo parla, spiega il retroscena della vittoria.

 

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«Nessun segreto, ho solo tanta memoria. E poi non esageriamo: è vero, questo gioco sembra essere fatto per me ma devo migliorarmi ancora. Anche perché la dama è una continua scoperta. Le mosse sono infinite, servono adattamento, scaltrezza, capacità di prevedere le mosse dell'avversario. Qualcuno pensa che un giocatore sia un mostro nella matematica. Non è vero. A scuola la matematica non mi piaceva. Semmai amavo la letteratura».

 

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E adesso quali sono i programmi? «La prima cosa, arrivato a Livorno, sarà una cacciuccata - svela -, una cena a base di cacciucco, con almeno un centinaio di amici, colleghi e parenti per festeggiare. Pagherò io, il mondiale mi ha portato in tasca 7 mila euro. Poi non toccherò le pedine per qualche giorno e infine tornerò ad allenarmi per il campionato italiano, quello europeo e il mondiale del 2024. Forse sarà in Italia. Accidenti devo difendere il titolo. Me l'ero già dimenticato».

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