"È VENUTO IL MOMENTO DI CHIEDERE SCUSA A TOTO' SCHILLACI PER ESSERE STATI SUPERFICIALI CON LUI" - MAURIZIO CROSETTI RICORDA L'EX ATTACCANTE SIMBOLO DELLE NOTTI MAGICHE DI ITALIA '90, SCOMPARSO IERI A 59 ANNI: "CONTRO DI LUI SI SENTIRONO LE PEGGIORI COSE, I CORI PIÙ SPIETATI, QUEL RAZZISMO NEANCHE TROPPO SOTTOPELLE CHE ANCORA INTRIDE MOLTA PARTE DEL TESSUTO SOCIALE ITALIANO. E LUI ZITTO, FINO A QUANDO NON SCOPPIAVA. COSÌ, UNA VOLTA, DISSE 'TI FACCIO SPARARE' A UN AVVERSARIO CHE GLI AVEVA SPUTATO ADDOSSO. E UN’ALTRA VOLTA..."
Estratto dell'articolo di Maurizio Crosetti per “la Repubblica”
[…] Salvatore Schillaci era nato povero e non ha mai fatto pazzie per abbandonare una marginalità che pure, a un certo punto della storia, lo aveva condotto al centro del mondo. Forse nessun italiano era più famoso di lui nel 1990. La sua vita basica, elementare, lo espose al razzismo da stadio più bieco, al sarcasmo di chi al prossimo può perdonare tutto, la cattiveria, l’ingordigia, l’immoralità, non l’incultura […]
Totò Schillaci guardò sé stesso con quei famosi occhioni spiritati e sgomenti, e forse fu il primo tra gli increduli. Era tutto troppo, e probabilmente il ragazzo lo sapeva. In gol in 6 partite su 7 del Mondiale italiano iniziato come riserva di Vialli e Carnevale, poi titolare di possesso assoluto: 6 reti, alla fine, capocannoniere e Scarpa d’oro, e secondo nel Pallone d’oro dietro al tedesco Matthäus. Una vita tutta chiusa in quella gloriosa stagione estiva e azzurra. Prima, il lungo viaggio da Palermo e dal Messina. Dopo, 48 gol in cinque stagioni, tre alla Juventus e un altro paio all’Inter. Da non crederci.
E infatti Totò spalancò ben bene le pupille per essere sicuro che lì dentro, in quel tornado, ci fosse proprio lui. Schillaci muore a 59 anni, un anno dopo Vialli, quattro dopo Paolo Rossi […] ha covato in silenzio il proprio dolore, ormai quasi scomparso dagli orizzonti dopo qualche comparsata televisiva nei reality, ma sempre con il pallone al primo posto nel cuore: per questo motivo aprì una scuola calcio per i ragazzini di Palermo, e per questo faceva giocare i migranti, i più periferici tra i giovani in difficoltà.
Totò seppe del cancro due anni e mezzo fa, e due furono pure gli interventi chirurgici, molto invasivi. Ormai era un uomo con la barba ingrigita e un buffo berretto di lana, ancora timoroso di sbagliare parola come quando in tanti lo prendevano in giro per le frasi nelle interviste. Non si vantava di non essere andato a scuola, «sono palermitano ma non malavitoso, anche se il calcio mi ha salvato la vita ». Contro di lui si sentirono le peggiori cose, i cori più spietati, quel razzismo neanche troppo sottopelle che ancora intride molta parte del tessuto sociale italiano.
E lui zitto, fino a quando non scoppiava. Così, una volta, disse «ti faccio sparare» a un avversario che gli aveva sputato addosso. E un’altra volta mollò un cazzotto in faccia a Roberto Baggio, che nello spogliatoio juventino aveva tirato troppo per le lunghe una battuta.
Aveva sempre un’espressione seria, ingrugnita e un po’ triste, come accade a chi vorrebbe essere da un’altra parte. Totò Schillaci è stato un centravanti brevilineo alla sudamericana, uno di quei tipi spietati e fatti di gomma, impossibili da abbattere, rimbalzanti. […]
TOTO SCHILLACI ROBERTO BAGGIO - ITALIA 90
Schillaci non si poteva addestrare: occorreva fidarsi del suo radar. Non ha avuto un destino facile. Soffrì molto quando venne fuori la storia tra la prima moglie (ma erano già separati in casa) e il calciatore Lentini. La Juve prese malissimo il divorzio, Boniperti provò in ogni modo a evitarlo, poi cedette il suo centravanti che stava diventando un po’ scomodo per l’immagine e per certe ipocrisie sabaude, e soprattutto segnava ormai troppo poco. Si ritirò nel 1997, dopo essere stato il primo calciatore italiano a emigrare in Giappone, “Totò San”, popolarissimo, una specie di manga incarnato.
[…] Il giorno in cui arrestarono Matteo Messina Denaro nella clinica “La Maddalena” a Palermo, il 16 gennaio 2023, Schillaci era lì a fare la chemio, si vide circondato, pensò a un attentato. Ancora una volta era capitato nel cuore di una cosa molto più grande di lui. Ma forse è venuto il momento, dicendogli addio, di chiedergli scusa per non averlo capito, per essere stati superficiali con lui, abbagliati da uno sguardo.
totò schillaci e la moglie barbara lombardototo schillaci fotografato da giuseppe calzuolatotò schillaci e la moglie barbara lombardototò e rita schillacitotò schillacitoto' schillaci 4TOTO SCHILLACI ROBERTO BAGGIO - ITALIA 90TOTO SCHILLACI ROBERTO BAGGIO - ITALIA 90TOTO SCHILLACI - ITALIA 90