“NON SOLO SINNER, ANCHE ALCARAZ SI È FATTO MALE: IL TENNIS È DIVENTATO UNO SPORT MOLTO USURANTE” – MAX GIUSTI, CHE E’ ANCHE CONSIGLIERE DELLA FEDERTENNIS, PARLA CON DAGOSPIA DEI SUCCESSI E DEI PROBLEMI FISICI DI JANNIK (CHE OGGI E’ TORNATO AD ALLENARSI): “SPERO DI VEDERLO IN CAMPO A PARIGI” – “LA SINNER-MANIA HA PORTATO A UNA DERIVA NAZIONALPOPOLARE UNA DISCIPLINA ELITARIA COME IL TENNIS? CHI PENSA COSI’ E’ UNO SCEMO” – E SUI FLIRT ATTRIBUITI A JANNIK DICE…
Francesco Persili per Dagospia
“Spero di vedere in campo Jannik Sinner a Parigi”. Il comico e conduttore Max Giusti, consigliere della Federtennis, parla con Dagospia del “momento magico” che sta vivendo il tennis italiano grazie alle vittorie dell’altoatesino tornato ad allenarsi a Montecarlo diciotto giorni dopo lo stop a Madrid per il problema all’anca.
“Sono tutti infortunati, anche Alcaraz si è fermato, è normale, si giocano tante partite, c’è poco tempo per allenarsi, il tennis è diventato uno sport molto usurante”.
Max Giusti aveva visto lungo sul ragazzo di San Candido. Lo segue da quando aveva 12 anni grazie al suo amico Alex Vittur (il manager di Sinner) che gli disse: “Ho visto il ragazzino più forte che c'è”. Quel ragazzino oggi è diventato il beniamino dell’Italia sportiva. “Sinner ha vinto per sei mesi. È come Marco Pantani, Alberto Tomba, Valentino Rossi, uno di quei fenomeni che ogni tanto nascono anche nel nostro Paese”.
Spalletti lo ha indicato agli azzurri come un “esempio”. “Non è facile. La Sinner-mania non c’è solo in Italia ma in tutto il mondo. Ma Jannik ha imparato a gestire emozioni e pressioni. Ha una sua tranquillità ed è anche molto simpatico”. Nonostante sia complicato per lui avere una vita privata, gli sono stati attribuiti diversi flirt: “Ma questi so’ affari suoi…”
La grande attenzione mediatica nei confronti di Sinner ha portato a interessarsi di tennis anche molte persone che non conoscevano neanche le regole di questo sport. C’è chi ha avuto da ridire sulla deriva nazionalpopolare di una disciplina di nicchia come il tennis. “Chi parla così è uno scemo. Non siamo più negli anni '40-'50 del Novecento quando il tennis era uno sport praticato nei circoli da famiglie borghesi e benestanti. La storia delle sorelle Venus e Serena Williams cresciute a Compton, sui campi in cemento, lo dimostra. A me piace il tennis che si gioca nelle periferie, in tutto il mondo. Il tennis è di tutti…”
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