mcenroe 9

CHE MONDO NOIOSO SAREBBE SENZA JOHN McENROE! “SONO LA PIU’ GRANDE ROCKSTAR DEL TENNIS. MI ODIAVANO, DICEVANO CHE ERO MALEDUCATO, OGGI MI ADORANO. LA GENTE HA POCA MEMORIA” - “BASTA CLINTON O BUSH: ALLA CASA BIANCA MEGLIO RUBIO”

McENROEMcENROE

Gaia Piccardi per il “Corriere della Sera”

 

L' hanno visto uccidere Golia con una cerbottana e vincere tornei con la sola presenza: essere John Patrick McEnroe junior, però, non è mai stato facile.

 

Dal servizio (spalle alla rete) agli eccessi di gioventù, da quel dritto mancino e sincopato, in levare (l' apertura non è prevista), al broncio intriso di timidezza con cui ti accoglie oggi, 56enne fuori tempo massimo in jeans neri e All Star sdrucite, Mac è sempre stato un flusso di coscienza collettiva con doti - inconsapevolmente - taumaturgiche: prima o poi, durante il match, avrebbe fatto/detto/pensato cose che noi umani mai avremmo osato. Nel bene e nel male.
 

Ecco perché, senza essere dotato della simpatia travolgente di Jerry Lewis né dei numeri annichilenti di Roger Federer, questo signore newyorkese pieno di guizzi e angoli acuti sarà la più intrigante incarnazione del tennis in saecula saeculorum .

 

john mcenroe john mcenroe

John perché l' amiamo come il primo giorno?
«Perché la gente ha cattiva memoria. Dicevano che ero più maleducato di Connors, oggi mi adorano. La verità è che in campo rompevo gli schemi, ero fuori dal coro, mi prendevo libertà. E a qualcuno non piaceva. Però ero anche intenso, aggressivo, mai noioso. Alla fine il tempo mi ha reso giustizia e i lati positivi hanno prevalso su quelli negativi».
 

Nessuno è più come lei.
«Oggi il tennis è business, marketing, impresa: certi giocatori devono mantenere staff di dieci persone, ai miei tempi ero io e basta. Così è più difficile essere se stessi. Ogni tanto Kyrgios o Fognini mettono fuori la testa, ma poi tornano subito nei ranghi».

È vero che allenerebbe volentieri l' australiano Kyrgios?
«Diciamo che la sua è il tipo di personalità di cui potrei occuparmi. Però non traslocherei mai in Australia né sarei disposto a viaggiare 20 settimane all' anno. Ma, soprattutto, Kyrgios non mi ha mai chiesto di fargli da coach. Non me l' ha chiesto nessuno, negli ultimi vent' anni, a dire il vero...».
 

McEnroe JonMcEnroe Jon

C' è qualcosa che non va.
«Mah, il tennis è innervato da una straordinaria generazione di giocatori però io cambierei molte cose...».
 

Parliamone.
«Via il riscaldamento. Basta foto, sorrisetti, smancerie. Subito sul ring, come nella boxe, per il colpo del ko. Ci sarebbe più pathos! Poi: tie break al quinto set, sempre e ovunque, accorciandolo. Stare in campo 5-6 ore è follia: il tennis non è una prova di resistenza».
 

mcenroe Che tempo che famcenroe Che tempo che faJOHN MCENROEJOHN MCENROEMcEnroeMcEnroe

Quanto a vigoria fisica, Djokovic è imbattibile.
«Ma non credo che batterà il record di 17 Slam di Federer: sono già sorpreso che abbia avuto un 2015 così eccezionale. Deve restare integro: perché il suo gioco funzioni gli serve ogni singolo dettaglio».

Federer ha il problema di ritirarsi: come? Quando?
«Non sarò io a dargli consigli. Io non mi sono mai ritirato dal professionismo: ho semplicemente smesso».

Perdoni la banalità: Roger è il migliore di tutti i tempi?
«E il Rod Laver dei due Grande Slam? E il Rafa Nadal dei nove Roland Garros in dieci anni? Tutto cambia così in fretta...».

A quante domande ha risposto, in vita sua, sulla rivalità con Bjorn Borg?
«Un milione, ma sento che sta per arrivarne un' altra».

Eccola: siete davvero amici o è leggenda metropolitana?
«Le basti sapere questo: quando Bjorn fece bancarotta (a tutti è capitato di fare investimenti sbagliati, anche a me) e fu sul punto di vendere le sue coppe, mi offrii di comprare il trofeo di Wimbledon '80. Se proprio devi, chiamami gli dissi. Quella coppa, in fondo, è un po' anche mia».

8-6 al quinto set, quinto Wimbledon di Borg. Finale epica. Perché ancora oggi si pensa che abbia vinto lei?
«Gliel' ho detto: la gente ha poca memoria. E a me sta bene così. In fondo non ha grande importanza chi abbia vinto quella finale: di certo io ne sono uscito migliore e ho scritto un po' di storia. L' anno dopo mi sono preso la mia vendetta sull' erba con Bjorn».

Centinaia di adolescenti, il giorno dopo la finale di Parigi '84 con Lendl, presero un' insufficienza a scuola. Il tema è delicato ma ci deve una risposta: come ha potuto perdere con due set di vantaggio?
«Tasto doloroso. Ogni volta che vedo una foto di Parigi ci ripenso. La risposta è che sono un essere umano, avevo un sacco di casini a casa in quel periodo, pensavo fosse fatta e nel terzo sono uscito di testa. Quella sconfitta mi ha regalato un po' di umiltà: se avessi vinto, oggi il mio ego non entrerebbe in questa stanza...».

Dove tiene le coppe dei 7 Slam, le racchette, le prime mitiche polo Tacchini?
«Ogni tanto spuntano qua e là: in un cassetto, sul fondo di una scatola, nell' armadio. Il primo Wimbledon è sulla libreria, la Dunlop Maxply di legno è nella mia galleria d' arte.
Mi piace riprenderla in mano per vedere l' effetto che fa e ogni volta è una sensazione bellissima: è un' opera d' arte, altro che fredda tecnologia».

Gli Usa sono pronti per un presidente donna, John?
«Non vorrei più vedere gente che di cognome fa Clinton o Bush alla Casa Bianca. Marco Rubio, senatore della Florida, candidato repubblicano, è giovane, ha i genitori cubani e una storia pazzesca. Scelta interessante».

Da piccolo, John, sognava di diventare McEnroe?
«Macché. Un giocatore di basket o un chitarrista».

E tra cento anni come le piacerebbe essere ricordato?
«Come la più grande rockstar della storia del tennis».

McENROE 9McENROE 9LENDL McENROELENDL McENROE

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…