valerio bianchini

NATALE DI ROMA CON IL "VATE" BIANCHINI – A ‘CASA SKY SPORT’ IL COACH RICORDA IL TITOLO DEL 1983 CON IL “BANCO”: “A ROMA C’E’ UNA DAMNATIO MEMORIAE, UN VOLER RIMUOVERE QUEL RICORDO” – IL TRASCINATORE LARRY WRIGHT E IL RAZZISMO NELLA LOUISIANA, EDI RAMA E ‘LA STATUA DELLA MORTE’ DEL DITTATORE COMUNISTA HOXHA, LA GUERRA DI PAROLE CON DAN PETERSON: “AVEVA DUE ATTRIBUTI COSI’…” – QUEL LEGAME CON 'JAMES BOND' - VIDEO

 

Francesco Persili per Dagospia

 

valerio bianchini

Lo scudetto del “Banco” nel 1983, la rivalità con Dan Peterson e l’amicizia con il premier albanese Edi Rama. Natale di Roma con il “Vate” Bianchini a "Casa Sky Sport". Il coach dello storico tricolore della Virtus ricorda quel successo che “ruppe un incantesimo”: “Fu il primo titolo che non andò al Nord...” 

 

“Siamo apparsi allo scudetto”, Bianchini parafrasò il titolo di un libro di Carmelo Bene per sottolineare l’avvento di Roma nella geografia della pallacanestro. “A quei tempi l’Urbe era in un momento straordinario. Si stava rendendo conto che non era più solo la Capitale dei ministeri e del cinema ma osava qualcosa di più anche dal punto di vista dell’impresa". Nel calcio la Roma usciva dalla “prigionia del sogno” e conquistava lo scudetto ai danni della Juve. Con il “Banco” la città andò a canestro. “I romani quell’anno scoprirono il basket”, scolpisce “il Vate”. “Una squadra che due anni prima era in A2. Nessuno poteva pensare che potesse vincere lo scudetto”. Un gruppo di ragazzi romani: Gilardi (Testaccio), Sbarra (Monteverde) e Polesello (San Giovanni).

 

larry wright

E due stranieri: Clarence Kea, grande come Bud Spencer ma un “un osso duro” anche per Dino Meneghin, e Larry Wright. “Mentalità vincente. Non voleva mai perdere. Con la palla in mano era dominante". Era nato nel ’54, "visse l’apartheid nella Louisiana di quegli anni", dove Lyndon Johnson mandò la Guardia nazionale per permettere ai neri di andare a scuola con lo stesso bus dei bianchi. “Ricordava sempre di quello che gli disse una volta la nonna con cui era cresciuto una volta che si dimenticò di lavare i piatti per andare a giocare: “Cerca di diventare un bravo giocatore di basket o laverai i piatti tutta la vita”.

valerio bianchini

 

Scelse il Gioco, scelse Roma e “trasferì il suo impulso emozionale” alla squadra trascinandola alla conquista della Coppa Campioni e poi sul tetto del mondo.

 

Il “Vate”, genero dell’indimenticabile Pino Locchi, doppiatore di Sean Connery versione James Bond, non tralascia di rammentare le disfide tattiche e le guerre di parole con Dan Peterson, coach dell’Olympia Milano: “Dan Peterson arrivò nel 1975 alla Virtus Bologna. Noi allenatori italiani eravamo scettici. Pensavamo che non avesse successo, come gli altri coach arrivati dall'America, ma aveva due attributi così, grande conoscenza della pallacanestro e una capacità unica di comunicare.

bianchini rama

 

“Fu straordinario anche come telecronista. Ci divertivamo a fare un po' di polemica, poi il passaggio a Cantù, dove avevo a disposizioni grandi giocatori per poterlo fronteggiare, accese ancora di più la miccia” che esplose quando vide Vittorio Gallinari, papà di Danilo e mitico ‘sesto uomo’ di Milano, annullare Wright in gara 2 della finale scudetto del 1983. Una marcatura a uomo che al "Vate" sembrò un delitto tecnico.

 

“Bianchini è un grande mito dello sport”, parola del premier albanese Edi Rama che in un video racconta il loro primo incontro. “La Scavolini era venuta in trasferta nella fortezza comunista di Hoxha. Ricordo che Valerio vide la statua del dittatore e disse: ‘Pare la statua della morte’. Lui rappresentava l’Italia, il ponte tra i nostri sogni e la nostra libertà”.

 

bianchini peterson

“Quando conobbi Edi Rama, lui era l'interprete messo a disposizione della Scavolini”, rammenta il coach. “Era un artista, sognava di varcare l'Adriatico. Poi andò a studiare in Francia, ho ancora un suo quadro e dopo pochi anni me lo ritrovai sindaco di Tirana. Ci siamo rivisti anni dopo, facemmo un viaggio meraviglioso verso la Grecia: ho capito lì che era un grande leader".

 

Cantù, Roma, Pesaro. Il Vate ha vinto 3 scudetti in tre città diverse ma ha un rammarico. “Ci sono state celebrazioni a Cantù, a Pesaro. A Roma c’è una damnatio memoriae, un voler rimuovere quel ricordo”.

 

 

bianchini wrightvalerio bianchini dan petersoncino marchese valerio bianchinivalerio bianchiniwright

Ultimi Dagoreport

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…