MI CHIAMO “PIPITA”, RISOLVO PROBLEMI - NEL DERBY DI TORINO, HIGUAIN DIMOSTRA CHE I 90 MILIONI SPESI PER IL SUO CARTELLINO NON SONO BUTTATI - ALLEGRI LO COCCOLA: “NON È OBBLIGATO A SEGNARE SEMPRE” - MA SE GONZALONE SPLENDE, MANDZUKIC DIVENTA UN CASO: NON HA GRADITO LA SOSTITUZIONE
Timothy Ormezzano per “la Repubblica”
Mister 90 milioni si è abbattuto come un uragano sul derby, lasciando la sensazione che questa partita fosse decisa già dal mercato estivo: prima dell’esplosione di Belotti, tutto il Toro valeva più o meno quanto Higuain da solo.
Più che Pipita, un matador: delle 19 doppiette “italiane”, la prima e l’ultima le ha realizzate al Toro, uno dei suoi bersagli preferiti. Sei gol in sette gare ai granata, puniti a casa loro anche lo scorso maggio. «Higuain è un giocatore straordinario – sorride Allegri -. Lui è arrivato proprio per fare queste cose, i gol. Ma non è che, visto quanto è costato, debba per forza farlo in ogni partita».
Era al primo derby italiano, ma aveva già giocato due delle stracittadine più calde del mondo: River- Boca e Real-Atlético. È stato bravo e paziente ad aspettare l’occasione giusta: prima ha sfruttato un tacco involontario di Mandzukic per infilarsi tra le linee nemiche e bucare Hart, poi ha raccolto un lungo rilancio di Chiellini, eludendo la rivedibile marcatura del baby Barreca.
Due gol molto “suoi”, su altrettante palle sporche da lui ripulite che nemmeno Mastro Lindo, proprio nel pomeriggio in cui il Napoli scopre di avere 4 reti in più dell’anno scorso. E, paradossalmente, altri due gol più semplici mancati su assist di Dybala.
«Abbiamo controllato e poi vinto una partita importantissima – dice Higuain -. Io mi sono fatto un bel regalo per i 29 anni e la squadra ha offerto una prestazione di grande livello. Riposiamo e cominciamo a pensare alla Roma: noi abbiamo fatto il nostro, ora il problema è loro».
Doppio digiuno interrotto, e i suoi fianchi rotondetti per una volta non c’entrano. In quattro giorni, punendo prima la Dinamo Zagabria e poi il Toro, Higuain ha ritrovato quei gol che in Champions e in campionato non segnava da più di un mese: un’era geologica per uno come lui. Il conto sale così a 9 reti in A più 3 in Champions (l’anno scorso, di questi tempi, era a 14 più 2 in Europa League).
Impresa riuscita anche perché, dopo aver fatto per qualche partita il Dybala, arretrando il suo raggio di azione di una ventina di metri per innescare Mandzukic, Higuain è stato riposizionato al centro del villaggio bianconero e di un tridente che, chissà, potrebbe averlo riportato ai tempi del Napoli, quando tutta la squadra giocava per lui. Non è il caso della Juve, che però da sabato prossimo, allo Stadium contro la Roma, riaccenderà presumibilmente il suo attacco in HD, Higuain più Dybala, oscurando quel Mandzukic che ieri ha dato nuovi segnali di insofferenza: non ha gradito la sostituzione.