
E’ INIZIATA L’EPOCA DI TUDOR: “NOI SIAMO LA JUVENTUS, ADESSO SI CAMBIA” – IL TECNICO CROATO SFERZA I BIANCONERI ("DOBBIAMO RITROVARE L'ORGOGLIO LAVORANDO E GIOCANDO FINO ALLA FINE") E MANDA UN AVVISO AI NAVIGATI: “SE NON CORRI, CON ME NON PUOI GIOCARE” - NEL SUO CALCIO AGGRESSIVO E VERTICALE, HA BISOGNO DI RITROVARE IL MIGLIOR VLAHOVIC (“È MEGLIO DI OSIMHEN”, DISSE TUDOR)…
Massimiliano Nerozzi per corriere.it - Estratti
È stata subito una questione di essere, la Juve e da Juve, prima ancora di avere, idee e schemi, il messaggio di Igor Tudor al primo allenamento alla Continassa, ieri pomeriggio, davanti ai superstiti delle nazionali: dobbiamo ritrovare l’orgoglio — ha detto nella sostanza il nuovo tecnico ai giocatori — per dimostrare il nostro valore, lavorando e giocando fino alla fine, anche per la maglia.
Se le partite sono una battaglia — e un po’ lo sono — figurarsi queste nove sfide, che separano Madama dalla qualificazione alla Champions. Un obiettivo che — secondo l’allenatore — è alla portata di questa squadra, per valori tecnici e per la situazione che ha trovato.
Di certo, Tudor farà di tutto, come sempre, per tirare fuori ai calciatori quel che — si suppone — non sono riusciti più a dare. Pure per il clima che s’era creato con Thiago, che ieri, di buon mattino, era passato al centro tecnico per recuperare le sue cose, insieme ai collaboratori: un saluto ai dipendenti per questi 284 giorni di lavoro, e addio.
Quel saluto all’ormai ex allenatore che, a ieri sera, avevano fatto solo Mbangula e Bremer, via social, in tempi in cui un emoj o una foto su Instagram non si negano a nessuno. E già da qui, s’intuisce l’aria che tirava, nello spogliatoio. Tudor e a capo, da ieri: pure perché i giocatori, in questi due mesi, si giocano la faccia, oltre che la classifica. Fine degli alibi. Di certo, comanda Igor, pure per quell’aurea da juventino che ha già incendiato i tifosi.
Del resto, già durante la stagione 2011/12, con lui al primo anno da tecnico («nelle giovanili dell’Hajduk»), il croato si presentò a Vinovo, all’epoca campo base Juve, per seguire gli allenamenti di Conte: «Mi piace il calcio aggressivo, soprattutto, giocando palla a terra e senza buttare palloni in alto», raccontò al canale tematico del club. Lasciando spazio al cuore, appunto, con la squadra verso lo scudetto: «È una gioia per noi juventini». Ha portamento, piglio e carisma per trascinarsi dietro tutti, compresa l’arena, come già successe a Marsiglia, ambientino mica semplice.
igor tudor foto mezzelani gmt43
Comandò pure lì quando, ogni tanto, s’arrabbiò anche con Nuno Tavares, che pure all’OM farà un salto di qualità (sei gol in 39 presenze), colpevole di non avere l’atteggiamento giusto in allenamento. Senza guardare in faccia a nessuno, e non è un modo di dire: da tagliare di brutto il minutaggio di Dimitri Payet, uno degli idoli del Velodrome: «Abbiamo scoperto una persona ruvida e brutale — sbottò l’attaccante con France Football — nel suo modo di essere, nelle sue parole. È stato esageratamente duro».
Tudor rispose, in un’intervista: «Se non corri, nel mio calcio non puoi giocare». Payet chiuse la stagione con 27 presenze, contro le 46 di quella precedente, pur lasciandogli la fascia di capitano. Quella che qui potrebbe tornare a Gatti. Sulla lavagne si virerà sulla difesa a tre e due punti (tra il 3-4-2-1 e il 3-5-2), puntando sull’energia cinetica di Thuram, la versatilità di Kolo Muani e rilanciando Vlahovic («è meglio di Osimhen», disse), con un unico dogma: aggressivi e verticali.
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striscione dei tifosi della lazio contro igor tudor