1. ORFANI DI PATRIA, CHI TIFARE NELLA CORRIDA DEL MARACANÀ, LA TECHNO DEUTSCH DI MULLER & KLOSE O L’ARGENTINA TUTTA BICIPITI E TRINCEA DI MASCHERANO? 2. SBAGLIA DI GROSSO CHI DÀ PER SCONTATA LA VITTORIA DEI PANZER GERMANICI, CI SARÀ PURE UN MOTIVO SE UNA SQUADRA EUROPEA NON HA VINTO UN MONDIALE AMERICANO 3. PER IL FALLIMENTARE BRASILE DI FELIPE SCOLARI C’È SOLO UN INCUBO, FORSE PEGGIORE DELLA MATTANZA TEDESCA DI BELO HORIZONTE. IL NANO MESSI CHE ALZA LA COPPA IN PIENO MARACANÀ CON FESTONE ANNESSO E CORI UMILIANTI TRA IPANEMA E COPACABANA 4. CHE GAFFE LA DICHIARAZIONE DI VOTO DI NEYMAR PER MESSI. PARLANDO DA GIOCATORE DEL BARCELLONA PIÙ CHE DEL BRASILE, IL RAGAZZO SCHIENATO DA ZUNIGA HA MOSTRATO QUANTO IL DISASTRO SIA IRRADIANTE E IRRIDENTE. LA TORCIDA STASERA, ASSENTE O INSULTANTE? 5. SARÀ COMUNQUE LA GRANDISSIMA FINALE DI UNO STREPITOSO MONDIALE, NON PERCHÉ PIÙ BELLO DI ALTRI, MA QUANTO DENSO DI STORIE, LAMPI DIVINI E SQUARCI ESOTERICI
Giancarlo Dotto per Dagospia
Orfani di patria, sfogliamo l’eventuale margherita: chi tifare nella corrida del Maracanà, la techno deutsch del figatissimo Low, che anche quando mastica il chew lo fa con la classe superiore e l’indole narcisa di chi ha sempre uno specchio amico per le mani, o l’Argentina tutta bicipiti e trincea del Mascherano tutto zolfo piuttosto che il vagotonico Messi e, forse, sarebbe bello, il picassiano Di Maria miracolato nella sua Betlemme?
Aspettando di decidere, tifiamo stasera per la partita fantasma, la lettera scarlatta della finalina. Con la scusa di affibbiare un inutile terzo posto, in realtà il sadico disvelamento planetario di un mezzo fallimento. Perché, parliamoci chiaro, arrivare a un passo dalla finale, è un rospo grande come Tony Dallara al massimo della sua forma. Se poi ti chiami Brasile... Perdere 7 a 1 in casa la semifinale con la Germania. C’è solo un incubo, forse peggiore. Messi che alza la coppa in pieno Maracanà con festone annesso e cori umilianti tra Ipanema e Copacabana.
Tra le due disfattone consegnarsi stasera alla gogna pubblica alias vergogna. L’intronatissimo Scolari finirà di spolverare la sua vecchia colt da paleomaschio, rimuginando qualche fondo di pellicola del suo sosia Gene Hackman, scimmiottando un dignitoso e viriloide addio, quando la dignità è ampiamente perduta.
Interessante sarà antropologicamente capire come una nazione intera elaborerà già da stasera la morte nel cuore. Di sicuro, dell’ultimo Neymar parlante non saranno piaciute almeno tre cose: l’orrendo berretto similrap, l’ennesima lacrima da androide della commozione facile e, ultimo ma non ultimo, la dichiarazione di voto per Messi. Una gaffe sensazionale.
Parlando da giocatore del Barcellona più che del Brasile, il Brasile invaso e mortificato dal peggior nemico, il ragazzo ha mostrato quanto il disastro sia irradiante e irridente. La torcida stasera? Non mi stupirei se assente o insultante. Ma, non mi stupirei nemmeno se compassionevole. Anzi, sarebbe Brasile allo stato puro. Ma, quanto esiste ancora il Brasile puro?
tifosi bruciano la maglia di neymar
In quanto alla finalissima. Sbaglia di grosso chi dà scontata la Germania, avendo lo sguardo traboccante della mattanza di Belo Horizonte. Io ci andrei cauto. Ci sarà un motivo se un’europea non ha vinto un mondiale americano. Ci sarà un motivo se la banda dello strepitoso Sabella, Jacques Tatì dove sei, ci manchi sul più bello, almeno a mimare l’incredibile svenimento retroattivo, arriva in finale, con un Messi intermittente, trovando nella lacunosa difesa della vigilia la sua risorsa migliore? Reinventando un portiere Romero, quasi archiviato come uno zombie dei pali, un collezionista di papere.
Sarà comunque la grandissima finale di uno strepitoso mondiale, non perché più bello di altri, ma quanto denso di storie, lampi divini e squarci esoterici. Chiunque esulterà, Merkel inclusa, dovrà sfoderare ben più di un pugnetto chiuso e una mossa di natica. La festa dovrà essere degna della storia che la precede. Da questo punto di vinto, il Brasile ha stravinto il suo mondiale.