PALLOTTA BIFRONTE: PRIMA FA CASSA CON LA CESSIONE DEI MIGLIORI CALCIATORI E POI SCHIUMA DI RABBIA PER LE FIGURACCE DELLA ROMA - CON IL MILAN ULTIMA CHIAMATA PER DI FRANCESCO - DOTTO E "IL CATALOGO DEGLI ORRORI" DI MONCHI: "DA PASTORE A MARCANO (L’ANNO SCORSO MORENO), DA CORIC A BIANDA (FORSE IL PIÙ ASSURDO DI TUTTI). E POI VOGLIAMO PARLARE DEL POVERO OLSEN? LA ROMA, SOLO DUE ANNI FA, AVEVA DUE PORTIERI. SI CHIAMAVANO E SI CHIAMANO ALISSON E SZCZESNY"
Estratto dell’articolo di Giancarlo Dotto per il Corriere dello Sport
(…) Surreale per surreale, al tramortito Di Francesco non resta che ipotizzare un’azione legale nei confronti di Monchi, non potendola fare contro se stesso. Conviene ogni tanto rispolverare il catalogo degli orrori, talmente assurdo da non credere che possa essere vero. E mi limito, compassionevolmente, agli acquisti (“l’importante non è vendere ma comprare bene”). Pastore, Marcano (l’anno scorso Moreno), Coric, Bianda (forse il più assurdo di tutti), Kluivert, Defrel, Gonalons, Karsdorp, Nzonzi e Cristante (a quelle cifre, ininfluenti quando serve la guerra). Ma quando l’assurdo si fa definitivo è quando ti ricordi che Monchi ha fatto il portiere per tutta una vita. Vogliamo parlare del povero Olsen? La Roma, solo due anni fa, aveva due portieri. Si chiamavano e si chiamano Alisson e Szczesny.
PALLOTTA E’ FURIOSO
Andrea Pugliese per la Gazzetta dello Sport
Alla fine la delusione è mista alla vergogna. Perché il 7-1 è un risultato che a Roma ricorda precedenti nefasti (i due k.o. con Manchester United e Bayern Monaco), ma soprattutto perché ieri la sensazione diffusa al Franchi è stata di scollamento, come se tra il tecnico e la squadra ci fosse una distanza abissale. Così l' ombra di Paulo Sousa è tornata immediatamente ad allungarsi su Di Francesco, in attesa di capire poi cosa succederà domenica, dopo il Milan. Quella è una partita decisiva, anche per vedere se quell' abisso tra il gruppo e «DiFra» sia reale o meno. Fino a domenica, però, l' allenatore della Roma sarà ancora lui.
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La rabbia La delusione di Di Francesco non ha fine. «Ogni commento è superfluo, dobbiamo solo chiedere scusa per la prestazione vergognosa - dice il tecnico giallorosso -. Io in primis, perché non ci possiamo permettere certe figure. E neanche certi comportamenti durante la gara, che non sono accettabili. Adesso voglio fare delle valutazioni a freddo, il mio stato d' animo non è dei migliori». Valutazioni che, però, non riguardano eventuali dimissioni.
«No, quelle non rientrano tra i miei pensieri, non sono nella mia testa. Saranno riflessioni in generale, per capire perché siamo incappati in certi errori. Questa partita ha legittimato le cose che si erano già intraviste in questa stagione. Ho una lista piena di cose che mi hanno deluso, anche se la cosa che mi dispiace di più è che nel momento di difficoltà si perde la testa e questo non dimostra unione, bensì il contrario. Gli schiaffi si prendono insieme, in caso». Il riferimento è ovviamente al lungo e «colorito» battibecco tra Cristante e Dzeko, dopo il 4-1. Ma, probabilmente, non solo. «Basta, è arrivato il momento di guardarci in faccia - continua "DiFra" -. Dobbiamo capire cosa non va, così non si può andare avanti. Perdere ci sta, ma non in questo modo.
Abbiamo difeso malissimo e la cosa mi fa impazzire. Lo scorso anno siamo stati la seconda miglior difesa del campionato e ora non riusciamo più a far nulla. Il Milan? La fortuna del calcio è questa, potersi rifare subito. Deve esserci obbligatoriamente una reazione».
Lo scudo Quella, del resto, se la aspettano un pò tutti. A cominciare da James Pallotta, che ha seguito la partita dagli Usa e che alla fine schiumava di rabbia. «Di Francesco? Chiedete a Monchi». Il presidente affida il futuro del tecnico al direttore sportivo. E lui, anche al Franchi, ha escluso ogni possibilità di esonero. «L' allenatore non rischia niente, ha la mia massima fiducia - dice Monchi -. Se c' è qualcuno con cui prendersela, eventualmente, quello sono io, che ho costruito la squadra. Per me è forse la peggiore serata della vita come direttore sportivo. L' unica cosa che possiamo fare adesso è chiedere scusa ai nostri tifosi, siamo in debito con loro». L' altra, ovviamente, è trovare subito delle soluzioni.
«Ma non vi aspettate che arrivino dal mercato, perché la Roma non prenderà nessuno. Le soluzioni vanno trovate dentro lo spogliatoio e la prima cosa che mi viene in mente è quella di stare di più insieme. Non è il momento delle punizioni, quelle ce le ha già date il campo».
Insomma, Monchi cerca di tenere la barca il più compatta possibile, perché sa bene che questo è un momento in cui basta poco per far sì che vada alla deriva. «Questa squadra è più vicina al primo tempo di Bergamo che non alla partita di oggi.
Abbiamo già provato di tutto per uscire da certe situazioni, ora credo che i giocatori abbiano bisogno di tempo. Dobbiamo cercare di star loro il più vicino possibile».
E a chi gli chiede del suo futuro, il d.s. replica così: «Non so neanche cosa succederà domani, figuriamoci tra un anno...». Per ora, l' importante è ciò che succederà domenica, con il Milan.
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