“PENSAVO CHE CON SINNER NON MI AVREBBERO PIU’ CHIAMATO E INVECE ORA MI ROMPONO LE PALLE PIU’ DI PRIMA” – ADRIANO PANATTA PARLA DELL’ “ALIENO” JANNIK – “MI INFASTIDISCE IL CONTINUO CALCOLO DEI PUNTI DEL RANKING PER CAPIRE QUANDO E SE SINNER DIVENTERÀ NUMERO UNO DEL MONDO. LEGGO COSE TIPO: OGGI SINNER SI È FERMATO IN ALLENAMENTO PER ANDARE IN BAGNO, COSA VORRÀ DIRE? CHE È ANDATO A FARE PIPÌ NO?” – LE "CASTRONATE" DI MEDVEDEV E LE DIFFERENZE TRA LUI E SINNER: “IO AL POSTO DI JANNIK, RUNE LO AVREI MANDATO A QUEL PAESE IN UN NANOSECONDO”
Lia Capizzi per Oggi – www.oggi.it - Estratti
Lo aspettano gli Internazionali di Roma e il tifo ormai travolgente di milioni di italiani. «Ha un dritto che è una spazzolata e impara in fretta». Ma il vero segreto del giovanissimo campione, dice Adriano Panatta,è un altro. Qui ce lo svela. E ridendo, confessa: «Ormai, invece di chiedermi come sto, mi fanno domande su di lui»
Le ultime parole famose. Adriano Panatta già nell’ottobre 2023 accoglieva la scalata di Jannik Sinner nell’olimpo mondiale con gioia (e sollievo): «Sono contentissimo per lui. Anche perché finalmente adesso non mi chiamerete più». È accaduto l’esatto contrario: Panatta è stato travolto dallo tsunami di ammirazione per Jannik. Lo chiamano, lo strattonano, tutti vogliono una sua dichiarazione.
«Adesso mi rompono le palle più di prima…» sorride sornione l’Adriano nazionale che di Sinner apprezza il talento, la dedizione («È un alieno»), il comportamento e l’umiltà. «A livello di comunicazione non ne sbaglia una. È un vero esempio per i giovani, si fa voler bene, rasenta quasi la perfezione. Stiamo però attenti perché alla lunga la perfezione può diventare noiosa».
Lo dice Sinner stesso: «State esagerando, sono un normale 22enne, lascio i piatti sporchi nel lavandino, a volte mi arrabbio anch’io…».
«Se c’è uno che non vuole essere santificato è proprio lui. Quando dico che dobbiamo stare attenti, mi rivolgo ai media, non abbassiamo il livello scrivendo o dicendo qualsiasi cosa inutile. Leggo cose tipo: oggi Sinner si è fermato in allenamento per andare in bagno, cosa vorrà dire? Ma cosa caspita vorrà dire, che è andato a fare pipì no?» .
Come vive l’esplosione di popolarità del tennis?
«In televisione la semifinale di Montecarlo tra Sinner e Tsitsipas ha superato per numero di spettatori le partite della serie A. Quando mi incontrano, al posto di dirmi “Ciao Adriano, come stai?”, mi chiedono: “È più forte Sinner o Alcaraz?”».
Alcuni puristi storcono il naso, perché di tennis adesso parla anche chi non ha molte conoscenze di tecnica o punteggi. Lei ne è infastidito?
«Ma non scherziamo. L’interesse non fa male a nessuno, ne possono parlare tutti. Mi infastidisce piuttosto il continuo calcolo dei punti del ranking per capire quando e se Sinner diventerà numero uno del mondo. Per noi che abbiamo giocato non contano nulla questi discorsi. Sono calcoli che non fa Jannik, perché devono tormentarlo gli altri?».
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Medvedev si è detto impressionato dai progressi del servizio di Sinner: mi chiedo come ci sia riuscito perché il servizio non è un colpo così facile da migliorare.
«Quella di Medvedev è una castronata. Il servizio è proprio il colpo più facile da migliorare perché lo fai da fermo, servi quando vuoi tu, il movimento lo fai tu. Non devi adattarti a come la palla ti arriva dall’avversario, liftata, tagliata o da lontano. È questione di biomeccanica».
Lei ha fatto le pulci anche a Serena Williams che ha esclamato: «Vorrei avere il dritto di Sinner».
«Perché è il rovescio il colpo migliore di Jannik. Certo, il dritto stupisce perché quando lui tira certe spazzolate a 180 Km/h fa impressione, ma guardate come risponde di rovescio, non sbaglia mai da fondocampo, è questo che conta e che fa volume».
È divertente paragonare il Panatta di un tempo, guascone, irriverente e al centro delle cronache rosa, con il Sinner che protegge la privacy della famiglia e della fidanzata Maria.
«Ma anche io ero riservato, eh! Le copertine dei giornali di gossip le subivo. Io ero abbastanza discreto, i miei genitori non li ho assolutamente mai messi in mezzo. E mi allenavo anche io…».
E la sua fama di playboy? I flirt famosi?
«È più la nomea, credetemi. Alcuni flirt sono stati inventati. Diciamo che ero caruccio, le mie bischerate le ho fatte. Ma poi mi sono sposato giovane, a 25 anni. Del mio primo matrimonio e dei miei tre figli Niccolò, Alessandro e Rubina non avete mai sentito parlare perché sono stato molto attento a proteggerli. Amo anche io, come Jannik, amo la discrezione».
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Rispetto a Sinner però lei resta più fumantino. Lui non cede alle provocazioni in campo, come accaduto recentemente contro il danese Rune.
«Ah no, certo. Io al posto di Jannik lo avrei mandato a quel paese in un nanosecondo, come facevo ai tempi con Nastase. Ma io sono nato a un parallelo diverso, io del Flaminio e lui di San Candido. E attenzione, io non penso proprio che lui sia un freddo altoatesino. Sinner è un ragazzo posato dalle idee chiarissime. Tutto questo passa da una preparazione mirata, da un team di grande livello, da un apprendimento rapido, sia tecnico sia mentale. Lui è una spugna. E questo sapete che cosa dimostra? Una caratteristica che non dice mai nessuno».
cassano panatta la domenica sportiva
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Sinner considera le Olimpiadi un obiettivo stagionale. A lei sono mancati i Giochi? Il tennis è diventato sport olimpico solo nel 1988, dopo il torneo dimostrativo di Los Angeles 1984.
«Avrei voluto giocarle anche io, logico. Però il discorso da fare è un altro. Il torneo di Parigi 2024 prevede un tabellone di 64 giocatori con match al meglio dei tre set. Così non va bene. Se vogliamo tarare le Olimpiadi come un quinto Slam ogni 4 anni, allora dovrebbero giocarlo 128 giocatori al meglio dei cinque set, come si fa negli altri quattro Slam».
E se i giocatori non sono d’accordo?
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«Affari loro».
AMATO PANATTA LETTA RIVERAbertolucci piroso panatta pennetta schiavone meloccaro