roberto mancini

TIRI MANCINI – PARLA MARIANNA PUOLO, LA MAMMA DEL CT AZZURRO: “QUANDO NACQUE ABBIAMO RISCHIATO DI MORIRE TUTTI E DUE: PESAVA 5 CHILI E CENTO. AVEVA QUEL SORRISO SMAGLIANTE DA MODELLO CHE TI AMMALIAVA” – IL PALLONE? “SI MISE A GIOCARE PURE IL GIORNO DELLA PRIMA COMUNIONE. NON HA MAI MANDATO GIU' COSE STRANE…”

Elvira Serra per il ''Corriere della Sera''

 

 

roberto mancini piccolo con la mamma marianna e la cugina francesca

Roberto da piccolo? «Molto bello e molto discolo: era iperattivo, trovava sempre qualcosa da fare e un modo per farsi male».

 

Per esempio, intorno ai cinque-sei anni. «Si stava rincorrendo intorno al tavolo della cucina con la sorella Stefania, più piccola di diciotto mesi. A un certo punto cade e si rompe il polso: sessanta giorni di gesso, perché i primi trenta non lo avevano rimesso a posto».

 

E non è finita. «Poco dopo ne combina un' altra. Io ero a letto con la febbre e gli avevo sequestrato la bicicletta perché correva come un pazzo. Suo padre va in giardino a fare dei lavori e Roberto lo segue, prende una bici senza freni abbandonata su un muretto lì fuori, la inforca, va sulla strada e finisce dritto dritto nella bottega di un sarto, dove si taglia con un perno: gli mettono i punti sotto il naso e il mento. Che dovevo fargli? Mi ha chiesto subito scusa...».

roberto mancini con la mamma marianna 1

 

Neanche dopo si è dato una calmata. «Mentre una signora stava stendendo i panni all' aperto, lui prese dal cartone del detersivo una manciata di polvere e la sparse sul prato.

La donna fece finta di rincorrerlo per spaventarlo, lui scappò, cadde e si riaprì tutti i punti...».

 

roberto mancini con i figli filippo andrea e camilla

Marianna Puolo, 72 anni, energica e amorevole mamma del Mancio, in uno studio della villa secentesca di famiglia ristrutturata una decina di anni fa a Jesi, ricorda con orgoglio le marachelle del figlio, al quale perdonava tutto. «Aveva quel sorriso smagliante da monello che ti ammaliava. Come facevi a restare arrabbiata?». E così, neppure quella volta che appena quindicenne rubò la sua Audi nuova e si schiantò contro un albero, riuscì a punirlo.

roberto mancini e gianluca vialli alla sampdoria

 

«Eravamo in vacanza a Senigallia. Dico a mio marito: ma guarda quello, ha la macchina uguale alla mia. E lui: non è uguale, è la tua! E vediamo in diretta l' incidente, Roberto che viene fuori terrorizzato, ma al tempo stesso ridendo a crepapelle...».

 

Il ct della Nazionale di calcio nasceva all' ospedale di Jesi il 27 novembre di 54 anni fa. «Abbiamo rischiato di morire tutti e due, pesava cinque chili e cento: fortuna che un professore bravissimo lo mise subito sotto l' acqua, gli diede delle botte e lui si riprese. È stato il primo maschio dopo la nascita di venticinque femmine, la luna era cambiata proprio quella notte. Ne parlò anche la radio».

 

Roberto è sempre stato un figlio educato e allegro. «Gli bastava un panino con prosciutto per essere felice». Ma dal pallone non lo separavi neanche con la forza. «Si mise a giocare pure il giorno della prima comunione. Appena uscito dalla chiesa si accorse che nel campetto dell' oratorio la sua squadra stava perdendo, allora si tolse la tunica bianca, entrò e segnò». Riempiva la casa con la sua irruenza. «Il letto la mattina? No, mica se lo faceva...».

roberto mancini 2

 

Mamma Marianna non ha mai smesso di coccolarlo con i suoi manicaretti. «Va matto per i tortellini in brodo: prima li preparavo io, adesso li prendo da una signora bravissima, alla Locanda delle Poste».

 

Altri piatti ai quali il Mancio non sa resistere? «Il tiramisù con la mia correzione: lo faccio con i Pavesini e mentre sbatto i tuorli d' uovo aggiungo un cucchiaio di caffè in polvere, per togliere il senso di grasso del mascarpone. E poi adora i miei cannelloni al forno con la carne, il coniglio arrosto con le patate e il ciambellone».

ROBERTO MANCINI

 

La professione di infermiera è stata preziosa per arginare tutti i graffi, sbucciature e incidenti domestici del figlio.

 

«Quando ha cominciato a giocare nel Bologna, non prendeva mai una medicina se non gli dicevo che poteva farlo. Questo vuol dire tanto: gli è servito a non mandar giù mai cose strane...». Della straordinaria carriera calcistica del figlio non si è persa quasi nessuna partita.

 

roberto mancini con la mamma marianna

«Con Aldo, mio marito, partivamo in macchina. A Genova, quando i tifosi mi vedevano, dicevano: "C' è la mamma del Mancio, oggi si vince!». La Sampdoria e il Bologna sono le squadre a cui è rimasta più affezionata. «Ma anche da allenatore abbiamo cercato di seguirlo. Quando ha vinto la Premier League con il Manchester City c' eravamo anche noi, in tribuna con il principe (Mansur bin Zayd Al Nahyan, ndr)».

 

Da chi ha preso di più, tra la mamma e il papà? «Più da me, sicuro. Ma a livello sportivo più dal padre, Aldo: era campione di mezzofondo, sa? Ha vinto tante medaglie. Oggi dirige una scuola calcio di 300 allievi».

ROBERTO MANCINI E LA SUA NUOVA FIAMMA

 

L' incarico nella Nazionale, ora, la emoziona e la risarcisce di quando Roberto fu rispedito a casa, dagli Stati Uniti, per essere uscito la sera con i compagni più grandi. «Lui era il più piccolo, non sapeva che bisognava chiedere il permesso.

 

Cabrini e gli altri lo invitarono e lui andò. Bearzot non se ne sarebbe mai accorto se qualcuno non avesse fatto la spia...

ROBERTO MANCINI

 

Dopo, Vicini lo convocò ai Mondiali in casa, ma non lo fece mai giocare. Peggio per loro: con Roberto avrebbero vinto».

roberto mancini MARIO BALOTELLI E ROBERTO MANCINI ROBERTO MANCINI FESTEGGIA LA VITTORIA DEL CAMPIONATO INGLESE CON IL MANCHESTER CITYroberto mancini

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…