IL PIANETA MILAN E’ RICCO DI ELLIOTT – IL FONDO DI SINGER SI TIENE IL CLUB E METTE SUL PIATTO 150 MILIONI PER CONVINCERE L'UEFA - AVANTI CON GATTUSO MA CI SARANNO NOMI NUOVI NEL MANAGEMENT (PAOLO MALDINI) - E PER PERORARE LA CAUSA DEL CLUB CONTRO L’ESCLUSIONE DALLE COPPE AL TAS POTREBBE PRESENTARSI IL FIGLIO DI SINGER...
Arianna Ravelli per il Corriere della Sera
singer fondatore fondo elliott
Alla domanda che tutti i tifosi milanisti si stavano ponendo - e cioè il fondo Elliott rivenderà subito o deciderà di gestire il club? - è arrivata la risposta attraverso un comunicato alle 23.15 di ieri: l' impegno sul Milan sarà a lungo termine, verranno immessi subito 50 milioni, si continuerà con Gattuso, ma probabilmente con nuovi nomi nel management. Inoltre - ma questo non c' è nel comunicato - pare che Gordon Singer, il figlio del fondatore Paul, stia pensando di presentarsi al Tas per perorare la causa del club escluso dalle Coppe dall' Uefa.
Primi passi di Elliott sul pianeta Milan. Meglio, primi passi ufficiali, perché molto è già stato fatto nei mesi scorsi, naturalmente sotto traccia. Di sicuro sono lontani i tempi in cui il Milan, per il fondo, «era una garanzia e non un obiettivo».
Adesso che il club è davvero di proprietà di Elliott (è terminato il processo di escussione del pegno) è prima di tutto un asset da valorizzare. Nel comunicato ci sono tre riferimenti temporali che fugano i dubbi: «lungo termine», «in futuro», «nel tempo». Magari poi lo rivenderà, possibilmente con un valore aggiunto, ma per ora di questa eventualità non si parla, anche se la dichiarazione di Paul Singer è illuminante: «Elliott è impaziente di cimentarsi nella sfida di realizzare il potenziale del club e di restituirlo al pantheon dei top football. Elliott crede fermamente che vi sia l' opportunità di creare valore su Ac Milan».
Ma veniamo al comunicato, che prima di tutto ufficializza il passaggio di proprietà «a seguito dell' inadempimento, da parte del precedente proprietario, delle proprie obbligazioni nei confronti di Elliott». I 32 milioni non rimborsati da Yonghong Li venerdì scorso.
Ecco i piani: «La visione di Elliott per il Milan è chiara: creare stabilità finanziaria e di gestione; ottenere successi di lungo termine cominciando dalle fondamenta, assicurandosi che il club sia adeguatamente capitalizzato; e condurre un modello operativo sostenibile che rispetti le regole della Uefa sul financial fair play». E qui c' è la frase chiave: «Elliott non è soltanto lieta di supportare il club durante questo momento di difficoltà, ma anche della sfida di raggiungere obiettivi ambiziosi in futuro attraverso il successo sul campo da parte del tecnico Gattuso e dei suoi giocatori. Come prima misura Elliott intende apportare 50 milioni di equity al club per stabilizzarne le finanze, e pianifica di apportare, nel tempo, ulteriori capitali per finanziare la crescita di Ac Milan».
Insomma un fondo d' investimento alla gestione di un club di calcio, l' ennesimo inedito di questa storia. Da tempo, va detto, si rincorrono i nomi di manager contattati dal fondo, tra cui Umberto Gandini, ex rossonero di lungo corso, mentre al momento non ci sono conferme sul nome di Paolo Maldini. Il primo innesto sarebbe nell' area tecnica, e quindi a rischio potrebbe essere il ds Max Mirabelli. Presto si saprà, così come sarà definito anche il futuro dell' ad Marco Fassone che comunque nelle prossime ore avvierà le prime tappe di lavoro con Elliott.
Domani pomeriggio alle 16.30 si terrà un cda che convocherà, per il 21 luglio, l' assemblea dei soci chiamata a deliberare sul nuovo cda: usciranno i membri cinesi, e Scaroni, da sempre vicino a Elliott, potrebbe fare il presidente. Se Fassone restasse, di sicuro non avrebbe gli stessi poteri dell' era cinese.
Poi, ci sarà l' udienza del 19 luglio davanti al Tas, forse con la presenza di Gordon Singer.
L' Uefa aveva chiesto al fondo di mettere per iscritto un impegno per almeno due anni: prima Elliott non poteva accettare, ora tutto è cambiato.
Vedremo che effetti avrà sul Tas.
2. ELLIOTT TIRA FUORI 150 MILIONI
TOBIA DE STEFANO per Libero Quotidiano
«Riprendiamoci quello che è nostro». Si potrebbe sintetizzare così la prima missione del Milan americano. Convincere il Tribunale arbitrale dello sport (il Tas) che il vento è cambiato. Che la gestione oscura di Yonghong Li è ormai il passato e che i motivi per i quali il club di via Aldo Rossi è stato escluso dall' Europa League non esistono più. Come fare?
Le armi del fondo americano sono sostanzialmente due. La prima è nelle cose. Uno dei motivi per i quali l' Uefa aveva bocciato le richieste di voluntary e settlement agreement riguardava l' incertezza sull' esito del rifinanziamento del debito da 380 milioni (compresi interessi e commissioni varie) con scadenza ottobre 2018 che Li aveva con Elliott. A oggi nella sostanza delle cose quel debito non esiste più.
La seconda è in fieri. L' hedge fund Usa infatti vuol rispondere anche a un' altra perplessità evidenziata dai controllori dei conti di Nyon: l' incertezza sul patron. Quando Elliott si era speso con una lettera a garanzia di Li, infatti, alla commissione investigativa non era bastato. Anche il fondo era considerato come una proprietà transitoria. Bene, un aumento di capitale da 150 milioni potrebbe essere sufficiente a dimostrare che Paul Singer fa sul serio.
Che non è qui di passaggio, ma vuol rimettere ordine nel Milan prima di cederlo al miglior offerente.
POCO TEMPO Basterà a cambiare le carte in tavola? Possibile. Ma questa non è che la prima mossa del fondo a stelle e strisce. I manager a lavoro sul Milan sanno che il tempo è tiranno e stanno spingendo il piede sull' acceleratore.
C' è da fare un mercato (il Milan è che si è riunito lunedì è partito in netto ritardo rispetto alle concorrenti) e da presentarsi il 19 luglio davanti al Tribunale arbitrale per ribaltare la sentenza dell' Uefa che ha escluso i rossoneri dalle coppe.
Così in due giorni Elliott ha praticamente completato il procedimento di escussione del pegno. Un record.
Lunedì con il cambiamento del cda delle due società lussemburghesi (via i consiglieri indicati da Li) che controllano il Milan (la Rossoneri Champion Investment e la Rossoneri Sport Investment) e ieri con il passaggio delle azioni alla Project Redblack, la scatola creata ad hoc dallo stesso Elliott con il fondo d' investimento Blue Skye. Insomma al di là delle frasi di rito la triste era di Yonghong Li è finita per davvero ed è iniziata quella americana.
GLI UOMINI Ovvio che i progetti passano per gli uomini. E proprio per questo la scelta dei dirigenti del nuovo Milan sarà fondamentale. Ci saranno delle sorprese e si cambierà molto. A partire dal cda. Che sarà modificato a seguito dell' assemblea che dovrebbe tenersi il 21.
Paolo Maldini avrà un ruolo chiave. Un personaggio carismatico con il cuore rossonero. Caratteristica imprescindibile perché è stato uno degli elementi (Gattuso a parte) più carenti dell' ormai precedente gestione.