"LA DECISIONE DI ESCLUDERE I TENNISTI RUSSI DA WIMBLEDON E’ SCANDALOSA" - NICOLA PIETRANGELI SCATENATO: "DRAGHI VUOLE LO STESSO ANCHE A ROMA? NON SI INTROMETTA, ANCHE QUELLI ABILI E CAPACI COME LUI SBAGLIANO - “BRACCIO D’ORO” BERTOLUCCI LANCIA L’IDEA DI BOICOTTARE WIMBLEDON COME NEL 1973 - "LO FACEMMO PER DIFENDERE UN COLLEGA, NIKI PILIC, CHE ERA STATO SQUALIFICATO DALLA FEDERTENNIS DELL'ALLORA JUGOSLAVIA PERCHÉ NON AVEVA VOLUTO GIOCARE UNA PARTITA DI COPPA DAVIS”
Da Un Giorno da Pecora
pietrangeli bertolucci panatta
“La decisione di escludere i tennisti russi da Wimbledon è scandalosa, è una scelta politica, che ancora una volta si impiccia di sport. La politica ha bisogno dello sport ma non il contrario”.
Così a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, l'ex campione di tennis e membro del comitato d'onore degli Internazionali d'Italia Nicola Pietrangeli. “I giocatori russi abitano tutti fuori dal proprio Paese, ma che gliene frega a Zelensky o a Putin se giocano a Wimbledon?”, ha proseguito l'ex atleta intervistato da Giorgio Lauro e Francesca Fagnani.
Lei è presidente del comitato d'onore degli Internazionali di Roma: nella Capitale parteciperanno i russi e i bielorussi? “Per quello che mi riguarda sì”. Sembrerebbe che Draghi vorrebbe non partecipassero anche al torneo di Roma. “Draghi è abile e capace ma anche gli abili e i capaci sbagliano. Perché Draghi dovrebbe impicciarsi di questa competizione? Io direi che sarebbe una cosa che non dovrebbe fare”.
Se arrivasse questa richiesta lei come risponderebbe? “Io carinamente – ha detto Pietrangeli a Rai Radio1 - risponderei che non si dovrebbe intromettere”. Segue ancora molto lo sport che l'ha reso celebre? “Non mi diverto più a vedere il tennis in tv, questo tipo di gioco, che rispetto, non mi fa divertire”. Chi preferisce tra i due top player italiani, Matteo Berrettini e Jannik Sinner? “E' una bella lotta alla fine secondo me vincerà Sinner, anche se a me però piace molto Musetti”. Sinner è ormai stabilmente nel giro della top ten della classifica Atp. “Sono sicuro che entro la fine del 2022 Sinner entrerà nei primi cinque della classifica”, ha assicurato a Un Giorno da Pecora Pietrangeli.
BERTOLUCCI: «BOICOTTARE WIMBLEDON COME FACEMMO NEL '73»
Vincenzo Martucci per il Messaggero
Paolo Bertolucci, oggi opinionista tv, fino al 1983 tennista professionista, twitta un commento sul divieto ai Championships dei giocatori russi e bielorussi: Agli arbori dell'Atp boicottammo Wimbledon. Giocarono solo i non iscritti. Gli organizzatori ebbero il torneo ma la vittoria fu nostra. Serve coraggio!.
Che cosa volevi dire, Paolo?
«Nel 1973, per difendere un collega, Niki Pilic, che era stato squalificato dalla Federtennis dell'allora Jugoslavia perché non aveva voluto giocare una partita di coppa Davis, protestammo molto duramente, compatti. E, in nome del diritto di accettare o meno la convocazione in nazionale, da liberi professionisti, ci riunimmo all'hotel Gloucester di Londra e, insieme a 81 dei migliori del mondo, iscritti al sindacato Atp - che era nato nel 1972 -, ci rifiutammo clamorosamente di giocare Wimbledon».
Come andò quella votazione?
«Eravamo tutti fermamente convinti di disertare, ma ricordo che io e Adriano (Panatta) votammo fra gli ultimi per vedere che succedeva. Ci comportammo un po' all'italiana, ma c'era una spiegazione: eravamo convinti di fare la cosa giusta, ma ci trovavamo anche sotto contratto con la Federazione italiana e sapevamo che, se avessimo disertato quel torneo così importante, supportato dalla Federazione internazionale e quindi anche da quella italiana, rischiavamo una sospensione e una multa. Comunque alla fine votammo anche noi a favore della mozione e non giocammo Wimbledon».
E come reagì la Fit?
«Ci squalificò e ci tolse due mesi di stipendio: io ricordo che prendevo 150mila lire al mese. Non ci fecero giocare in Davis contro la Spagna: al posto nostro andarono in campo Barazzutti e Zugarelli che non erano iscritti, con Giordano Maioli e Pietro Marzano».
Ha rimpianto quella decisione?
«Assolutamente no: l'Atp era appena nata e doveva dare un segnale importante. Fummo tutti d'accordo: americani, inglesi, francesi, tedeschi, meno quelli dell'Est che se avessero giocato sarebbero finiti al muro».
Il titolo lo vinse il cecoslovacco Jan Kodes: qualcuno dei ribelli ebbe dei rimpianti.
«Dissero di no i più forti, fra cui c'era anche il campione in carica, Stan Smith, che avrebbe potuto vincere ancora. Anche Adriano sarebbe potuto arrivare almeno ai quarti, ma era una questione di principio. E tenemmo alta la testa».
Che cosa dovrebbe fare oggi il sindacato dei tennisti contro la decisione di Wimbledon?
«Quello che facemmo noi. Atp e Wta hanno un'occasione unica, irripetibile, di alzare la voce e dimostrarsi uniti boicottando Wimbledon in difesa dei singoli atleti russi e bielorussi che non hanno scelta contro le decisioni di Putin. Rublev ha avuto anche coraggio a lanciare quel messaggio contro la guerra. Ma chi è a favore della guerra? Nessuno».
Senza Wimbledon e gli altri tornei in Inghilterra molti giocatori subiscono anche un danno economico.
«Per i vari Djokovic, Zverev, Tsitsipas, Sinner e compagnia non sarebbe un problema saltare quel torneo, pur così importante e che comunque andrebbe avanti da solo come fece nel 1973. Ma per tanti altri atleti minori è una grave perdita finanziaria. Disertarlo getterebbe discredito su Wimbledon: chi lo giocherebbe: solo gli inglesi?».