NO PIPITA, NO PARTY - LE MISTERIOSE NOTTI DI HIGUAIN A TORINO: SERATE IN DISCOTECA A INVITI IN CUI LE PRESENZE FEMMINILI SONO SELEZIONATISSIME. E I TELEFONINI DEVONO RESTARE RIGOROSAMENTE NELLE BORSE CONSEGNATE ALL' INGRESSO...
Francesco Velluzzi per “la Gazzetta dello Sport”
Il regno del Pipita è blindato, la sagoma di Gonzalo difficilmente si intravede, l' uomo Higuain vive quasi in clausura, esce con poche fidatissime persone, frequenta raramente qualche ristorante, rarissimamente qualche discoteca di tendenza, non beve il caffè al bar, nonostante abbia vissuto per tre anni nella città in cui il caffè è arte: Napoli.
Non porta i panni sporchi in tintoria, non entra nei negozi di abbigliamento per fare shopping compulsivo, non ama neppure guidare l' auto. La speranza dei ragazzini che spesso soggiornano sotto il palazzo a vetri nel centro di Torino si affievolisce regolarmente perché il numero 9 che in campo è una pepita d' oro per i tifosi che sognano con i suoi gol, è praticamente invisibile. Riservato come pochi, ha blindato la sua vita e la sua persona. Si affida per commissioni e passaggi a un factotum che svolge ogni compito: da guidare la macchina a portargli spesa e cena a casa.
Naturalmente, quando non c' è il fratello manager Nicolas, l' unico che ha la «password» del centravanti che, come direbbero i tecnici del calcio, non dà mai punti di riferimento. Da Napoli a Torino non ha cambiato le abitudini. E' soltanto ridiventato single, dopo la chiusura della storia d' amore con Lara, venticinquenne impiegata, argentina come lui, che nel passaggio dal Napoli alla Juve ha visto sfumare il sogno di diventare la first lady con una vita da principessa assicurata.
Ora Gonzalo, oltre a non dare punti di riferimento, cerca maggiormente la profondità, nel senso che le donne sono il suo debole. Ma nessuno lo ha mai incrociato con una «femmina» per dirla alla napoletana.
NAPOLI Eppure in quell' anno e mezzo di fidanzamento con Lara, l' unico ufficiale, Higuain ha fatto vita ancora più ritirata nella bella casa di Parco Matarazzo, zona scelta da parecchi calciatori. Pochi amici, qualche cena. Una puntata ogni tanto a mangiare il sushi a Portici. Un locale preferito in città: la Terrazza Calabritto a piazza Vittoria dall' amico Enzo che gli ha sempre riservato una saletta.
Mai la pizza, molti piatti di pesce, che gli piace. Gonzalo andava con gli adorati famigliari.
Raramente con compagni, anche perché la maggior parte erano sposati. Negli anni napoletani ha legato in principio con i Cannavaro, perché Fabio lo conobbe a Madrid e con Paolo ha giocato in azzurro, poi col portiere connazionale Andujar, col colombiano Zuniga e col belga Mertens al quale ha concesso qualche cena. «Non è solare, ma non se la tira», dice chi a Napoli lo ha conosciuto un po'. «E' diffidente, ma quando ti conosce è leale e carino, non sopporta chi lo prende in giro».
VIZI Non ha manie e vezzi da calciatore eccentrico. Nessuna follia per macchine (girava con una Bmw 1, ora ha la Jeep aziendale) e orologi, anche perché il Pipita è molto attento.
Taccagno è esagerato, ma oculato sì. Raccontano che quando si lanciava in qualche serata a Milano (Ibiza o Old Fashion al primo anno italiano) il momento del conto fosse un po' da panico.
TORINO Nella città della Mole e nella squadra campione d' Italia è arrivato single. Ha legato con i sudamericani e in particolare Dybala. Ora c' è Rincon che, qualche volta, lo passa a prendere in Ferrari. Chi glielo fa fare al Pipita di guidare? E un giro in Ferrari con vetri oscurati non è poi così male... Da casa l' attaccante argentino arriva direttamente al garage dove, spesso, lo aspetta l' autista che lo conduce a Vinovo per l' allenamento.
È così l' attesa dei giovani tifosi che stazionano fuori si trasforma da ansia in delusione. Gonzalo è pigro, ama stare e, semmai, ricevere, qualche amico o preferibilmente amica, a casa. Al bar della Borsa, il più vicino alla sua abitazione, non consuma: «Forse avrà preso un caffè una o due volte».
In tintoria, accanto, proprio no: «Mai visto», dicono sconsolate le titolari. Poteva essere un bel cliente. Peccato. Nel negozio vintage Charly men che meno... «Proprio mai entrato, l' ho solo visto passare due volte di fretta in divisa», dice il proprietario. Higuain si fa portare la cena dagli amici della Lampara, posizionati a pochi passi da casa, e particolarmente amati da calciatori di Juventus e Torino.
Quando c'è, provvede l' instancabile Nicolas. Gonzalo predilige cotolette e patate al forno, insalata e, comunque, carne. La pasta non è nel suo dna. Lo conferma Piero, titolare del Catullo in corso Moncalieri: «Qui viene, con il fratello, gli riserviamo una saletta. Non è esigente, è tranquillo, riservato e umile. Si tiene in forma. Mangia solitamente branzino e verdure, con una concessione per la focaccia prima della portata». Chi vuol vederlo può provare anche al Picchio, vicino allo stadio Olimpico (dove ieri c' era Pjanic) o al messicano El Beso.
DISCOTECA E SERATE Fatto questo racconto, ora non pensate che il re del gol sia un monaco. E' cannoniere anche fuori, usa il telefono con Whatsapp e Instagram. Oltre alla passione per l' arte, ereditata dalla mamma pittrice, ha quella per le donne. A Torino, al Pick-Up, qualche volta ci è andato pure lui. Che il vizio del gol lo ha anche fuori dal campo.
Poche scorribande in discoteca, comunque, la riservatezza è la regola. Quindi, in qualche isolato giorno di riposo, il Pipita ama organizzare, come molti sudamericani ormai, delle serate private, a volte anche con qualche compagno, in un locale che viene chiuso e dedicato ai ricchi dei del pallone.
È la nuova moda. Cena, bar libero, musica e dopo cena. Serata a inviti in cui le presenze femminili sono gradite, ma selezionate. E i telefonini devono restare rigorosamente nelle borse consegnate all' ingresso. Questa è la legge dei calciatori. Chi vuol partecipare deve accettare il regolamento. Ma il divertimento è assicurato.