reeva pistorius

BLADE KILLER - “PISTORIUS SALVATO PERCHÈ BIANCO E RICCO’’: ANCHE IL PRESIDENTE DEL SUDAFRICA PROTESTA PER LA PENA LIEVE - IL COMITATO PARALIMPICO: ANCHE SE FOSSE RIMESSO ANTICIPATAMENTE IN LIBERTÀ, NON POTRÀ GAREGGIARE A RIO 2016”

Emanuela Audisio per “la Repubblica

 

pistoriuspistorius

E’ finito in prigione, dove il 22 novembre compirà 28 anni. Cella singola, nell’ala ospedaliera del Kgosi Mampuru II, ultimo privilegio. Blade Runner ormai Blade Killer è agonisticamente morto. Per lui niente più corse, né gloria. Cessata anche la solidarietà del mondo. Il Comitato Paralimpico Internazionale non lo vuole ai Giochi di Rio 2016: «Anche se fosse rimesso anticipatamente in libertà, in questo periodo non potrà gareggiare».

 

Oscar è uscito dal tribunale sotto i fischi. Sempre più protagonista, sotto la ressa delle telecamere. Ma lui c’era, invece Reeva, ammazzata come un animale, no. Pistorius stavolta è rimasto impassibile, non ha pianto, né fatto sceneggiate. E’ stato condannato a 5 anni di carcere, forse sconterà in cella solo dieci mesi (così dice il suo legale) e il resto ai domiciliari.

 

PistoriusPistorius

Ci sarà il ricorso. Il reato è quello di omicidio colposo, più tre anni (sospesi) di libertà vigilata per porto d’armi abusivo. La famiglia di Reeva Steenkamp, si dichiara soddisfatta della pena. Ha detto June, la madre: «Almeno sconterà qualcosa». Anche perché in un primo momento si era parlato di affidare Oscar ai servizi sociali.

 

Il Sudafrica condanna un po’, ma solo un po’, il suo eroe bianco. Mostra un minimo di severità e una massima pietà. Fa finta di credere ad una notte di San Valentino, imprudente negligente, ma non assassina. Anche la giudice (nera) Thokozile Masipa, 67 anni, ci ha tenuto a ribadire che la decisione è solo sua e ha sottolineato: «Il bagno era un cubicolo piccolo, sparare lì dentro significava non dare una possibilità di fuga. In più lui lo ha fatto quattro volte».

Pistorius TimePistorius Time

 

Con proiettili penetranti, quelli che si usano quando si vuole essere sicuri di non lasciare scampo ai grossi bersagli. Reeva invece era una bella ragazza bionda di 30 anni, ex modella, voleva fare l’avvocata, aiutava la sua famiglia, che non è ricca, lavorando a dei programmi tv.

 

Il processo durato sette mesi, con 41 giorni di dibattito, è stato a volte duro, ma ha evitato di affrontare l’argomento scabroso: un disabile, senza gambe, fidanzato con una donna splendida, si sente a suo agio a letto se deve confrontarsi con gli altri? Perché questo ha scatenato la gelosia di Oscar nei confronti degli amici più o meno intimi di Reeva. Lo sport ti rimette al centro della corsia, ti dà un traguardo, ma poi di notte come ti senti se non riesci a silenziare i tuoi fantasmi? Reeva cercava di aiutarlo con dolcezza, ma lui sentiva di dover competere e vincere anche lì.

 

oscar pistoriusoscar pistorius

Pistorius, che ha subito l’amputazione (per un difetto genetico) a nemmeno due anni, ha da sempre lottato, molto sostenuto dalla madre, per sentirsi uguale agli altri. In pista e nella vita: non posteggiava l’auto nei posto riservati all’handicap, nuotava in piscina, andava a ballare. In più ha condotto una feroce battaglia legale per poter correre con gli altri ai Giochi Olimpici (e non solo Paralimpici) con le sue protesi in fibra di carbonio. E ci è riuscito alle Olimpiadi di Londra 2012, la sua è stata veramente a long way to freedom: molto applaudita e rispettata.

 

Il nuovo Sudafrica era lui: un ragazzo senza gambe che andava veloce. Il simbolo di un’integrazione non solo razziale, ma culturale. I disabili erano finalmente di moda, ma soprattutto persone con vita, ambizione e sogni da realizzare. Lo sport ha permesso a Oscar di sentirsi campione di normalità, non più vittima della disgrazia, ne ha fatto una star con uguali diritti, ha coperto le sue fragilità psicologiche, le ha nascoste tra le pieghe dell’agonismo e ha condannato Reeva ad una morte orribile, immersa nel sangue su una

oscar pistorius oscar pistorius

tazza del gabinetto.

 

Molto durante il processo si è saputo di Oscar perché i suoi avvocati hanno giocato la carta della personale vulnerabile, impaurita di tutto, perché senza gambe, cittadino di un paese violento e pieno di furti. E quindi giustificata più di altri alla legittima difesa. Pistorius si è indebitato, ha venduto le sue tre case, anche quella dove avvenne il delitto, ha speso il suo patrimonio (guadagnava circa 500 mila euro l’anno) per garantirsi e comprarsi gli avvocati migliori. E si era anche dato al commercio di diamanti, attività di famiglia.

 

PISTORIUS E REEVAPISTORIUS E REEVA

Lo zio Arnold, molto potente, che lo ha ospitato dal giorno del delitto nella sua villa con 24 stanze, ora chiede alla stampa di dimenticare e di andare oltre. In Sudafrica sono in molti a pensare (anche il presidente Zuma) che Oscar ha avuto una condanna troppo lieve perché bianco, ricco, famoso.

 

Reeva Steenkamp Reeva Steenkamp

Tanto che godrà di privilegi anche in carcere, se verrà considerato un prigioniero di categoria A avrà diritto a consumare i suoi pasti da solo, a usare la palestra, gli saranno garantite 41 visite l’anno, ognuna di 60 minuti, durante i week-end. Crede non sia stata fatta giustizia anche Giusy Versace, atleta paralimpica azzurra: «Penso a quella povera ragazza di 30 anni che non c’è più, penso alla sua famiglia e penso che comunque cinque anni, che nemmeno farà, forse sono un po’ pochini».

 

Reeva Steenkamparticle EA DC x Reeva Steenkamparticle EA DC x

Come ogni vittima Reeva è stata uccisa, seppellita, compianta. Usciranno molti libri, ognuno avrà la sua versione: ma Oscar sarà il protagonista. Sussurri e grida saranno per lui. Però poco si è fatto e detto contro una violenza domestica che è veramente democratica e che affligge tutti: abili e disabili, ricchi e poveri, europei e africani, bianchi e neri. Con gli stessi moti criminali del cuore.

Reeva Steenkamp article DC x Reeva Steenkamp article DC x

 

Reeva ha pagato con la vita il successo di Oscar nello sport. Quella luce che splendeva sull’eroe capace di rialzarsi, e di dare un futuro a tutti, mentre invece dentro lui veniva consumato dal buio di una gelosia dove non poteva vincere.

 

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