PIU' FISCHI, MENO FIASCHI - L'ASSOCIAZIONE ITALIANI DEGLI ARBITRI VORREBBE STACCARSI DALLA FIGC E DIVENTARE UN ENTE PRIVATO E INDIPENDENTE - COSI' FACENDO, L'AIA AVREBBE MAGGIORE AUTONOMIA, SIA OPERATIVA CHE ORGANIZZATIVA E LA POSSIBILITA' DI GESTIRE LE ENTRATE DAI SUOI SPONSOR E UTILIZZARE DEI DIRETTORI DI GARA ALL’ESTERO - QUESTA "RIVOLUZIONE" PORTERA' A MENO ERRORI E A SERVIZI ARBITRALI DI QUALITA'?
L’Aia vuole maggiore autonomia. Gli arbitri chiedono maggiore potere, che non sia solo operativo o decisionale. Una forma di supporto arriva da quei club di Serie A che vorrebbero rendersi indipendenti dalla Figc e che apprezzano una gestione del calcio inglese.
Lo riporta “La Stampa“:
La Lega dei nostri fischietti. Dentro la Federcalcio, ma con un’autonomia che non sia solo operativa e organizzativa come raccontato dalle norme federali. Una sponda ci sarebbe già all’interno di quei club di serie A che guardano ad un modello del calcio italiano sullo stile inglese: le società hanno formato una squadra di tecnici della materia per capire se, e come, smarcarsi dalla Figc.
L’Aia vuole diventare un ente privato. Il progetto nato un anno e mezzo fa
La Lega dei nostri arbitri è un progetto nato un anno e mezzo fa quando l’allora presidente dell’Aia Trentalange e il suo vice Baglioni affidarono ad Harpalis, società di professionisti con oltre 25 studi di avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro, il mandato per capire se fosse possibile arrivare al traguardo. La risposta è stato positiva: non ci sono ostacoli normativi al dotarsi di una propria autonomia giuridica, amministrativa e finanziaria.
Dallo studio del pool di tecnici prende forma un’Aia come ente privato e con la possibilità di gestire le entrate dai suoi sponsor, l’utilizzo dei direttori di gara all’estero, il loro sfruttamento dei diritti di immagine. Un rivoluzione che guarda, soprattutto, alla base: i rimborsi spese potrebbero essere superati da piccoli contratti, le sezioni sul territorio – presto Associazioni sportive dilettantistiche – sarebbero guidate non solo con spirito di volontariato. L’Aia, così, acquisirebbe una maggiore forza e più terzietà nella considerazione generale.
Il caos arbitri continua a tenere banco. Dopo lo stop clamoroso di Di Bello per la sua direzione di Lazio-Milan e Marchetti per Torino-Fiorentina, ecco che ieri è stato fermato acne Ayroldi per Inter-Genoa. Un week end glorioso per l’arbitraggio italiano. Rocchi è corso ai ripari, organizzando subito una riunione in programma giovedì per cercare di arginare questo periodo negativo ed affrontare i nodi he stanno violentemente vendono al pettine anche grazie alle rivelazioni de Le Iene. Repubblica scrive oggi
“«Con questo clima è impossibile lavorare sereni». L’Associazione italiana arbitri si sente sotto attacco, ma gli attacchi partono dall’interno: «Impossibile lavorare sereni ». Se ogni partita diventa una corrida, se ogni arbitro in campo dà l’impressione di combattere una battaglia e ogni allenatore legge un torto in ogni fischio, è perché da mesi si alimenta una tensione strisciante. Il dirigente di una squadra che vuol restare anonimo confessa di ricevere a ogni designazione una telefonata da chi gli arbitri li conosce bene, e vuole metterlo sull’allerta: «Se ti hanno mandato questo arbitro, sei spacciato». Provate voi ad accettare serenamente un fischio contrario dopo un messaggio del genere. Anche tra gli addetti ai lavori circola il sospetto che qualcuno voglia avvelenare i pozzi.
Il target sono ovviamente le elezioni dell’Associazione arbitri tra meno di un anno. Da una parte il partito di Duccio Baglioni e Alfredo Trentalange (ex presidente dimesso nel 2022 in seguito allo scandalo del procuratore arbitrale imputato per traffico di stupefacenti) punta a tornare in pista, magari per il tramite della delfina Katia Senesi. Dall’altro c’è chi vuol convincere il designatore Rocchi a lasciare l’incarico e candidarsi alla presidenza. Tutto questo influenza il rendimento degli arbitri. Che, tra il weekend e lunedì, ha toccato forse il punto più basso”.