paratici nedved pirlo

POLVERIERA JUVE: E' FINITO UN CICLO? – DOPO IL KO CON L’INTER PIRLO NON FA AUTOCRITICA E SCARICA LA COLPA SUI GIOCATORI – I BIANCONERI, CHE HANNO UN MONTE INGAGGI DI 236 MILIONI LORDI, UN DEBITO FINANZIARIO DI 385 NETTI E NON VINCONO LA CHAMPIONS DAL 1996, HANNO PAURA DI ESSERE A FINE CICLO – “REPUBBLICA” RACCONTA DI UN LITIGIO FURIBONDO TRA NEDVED E PARATICI PER IL CASO SUAREZ. L’AMICO DI INFANZIA DI PAOLETTA DE MICHELI VERSO L’ADDIO A GIUGNO?

Da ilnapolista.it

 

paratici nedved

Repubblica racconta di un litigio furibondo, alla Continassa, tra Nedved e Paratici per il caso Suarez. E lo mette in relazione con la scadenza del contratto di Paratici, a giugno.

 

“L’inchiesta di Perugia e il caso Suarez stanno danneggiando l’immagine del capo dell’area tecnica (indagato per false dichiarazioni al pm) non solo per le questioni penali ed etiche ma anche sul piano meramente professionale, e questo a causa dell’sms spedito all’avvocato dell’attaccante Suarez”.

 

 

Si tratta del messaggio con cui Paratici chiedeva se Suarez avesse già passaporto comunitario.

cherubini nedved paratici foto mezzelani gmt 011

 

Repubblica scrive:

 

“quell’informazione avrebbe dovuto averla a inizio negoziazione, non alla fine”.

 

E parla poi del litigio:

 

“Alla Continassa si racconta di un furibondo litigio tra Paratici e Nedved proprio in relazione alle vicende di Perugia. Se Paratici non rinnovasse il contratto non sarebbe però solo Suarez la causa, ma soprattutto la voglia (reciproca?) di cambiare dopo undici anni: anche la Juve, a modo suo, è in una fase di confine”.

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PIRLO

Paolo Tomaselli per il "Corriere della Sera"

 

Sempre così apertamente deluso dai suoi giocatori dopo una partita sbagliata, Andrea Pirlo non ha fatto una piega nemmeno nella serata peggiore del glorioso decennio juventino:

 

«Abbiamo avuto l'atteggiamento sbagliato, non siamo entrati in campo» ha detto dopo la debacle di San Siro contro l'Inter, scaricando così le colpe sui giocatori che non hanno recepito le consegne e non hanno messo «la foga giusta».

 

LUIS SUAREZ A PERUGIA

La totale assenza di autocritica dell'allenatore neofita, al di là di una frase che è sembrata di circostanza («Mi prendo le mie responsabilità») non passa certo inosservata: evidentemente Pirlo, promosso dal presidente Andrea Agnelli dall'Under 23 alla prima squadra dopo una settimana, se lo può permettere, nonostante i 9 punti in meno in classifica rispetto alla gestione di Maurizio Sarri.

 

Nella Supercoppa di domani contro il Napoli del suo grande amico Rino Gattuso, Pirlo può aprire ufficialmente una crisi profonda di identità e risultati oppure può portare il primo trofeo a Torino, per provare a lasciarsi alle spalle una sconfitta senza attenuanti, nella sfida più sentita del campionato contro l'Inter, riportata in alto dagli ex juventini Marotta, Conte e pure Vidal, che ha aspettato Madama per segnare il primo gol in campionato.

INTER JUVE PIRLO

 

La classifica della Juve non è del tutto compromessa e il primo posto nel girone di Champions, che ha portato in dote l'ottavo sulla carta più abbordabile contro il Porto di Sergio Conceiçao, per adesso tengono Pirlo relativamente tranquillo e al riparo da processi radicali: ma nell'attesa che Ronaldo torni ai suoi livelli e nasconda i problemi, serve una reazione forte. Anche Sarri parlava sempre di «una questione mentale», quando voleva evidenziare le lacune dei suoi giocatori, che nel momento dell'addio ha derubricato come «inallenabili».

 

Quindi il problema è ben più profondo e strutturale del marchiano errore di assetto e di uomini proposto da Pirlo e dal suo staff, come quello che ha consentito ad Hakimi e a Barella di banchettare indisturbati sul centrosinistra juventino. «Da quel lato l'Inter giocava contro nessuno - ha sottolineato Arrigo Sacchi in Rai -. Ma non bisogna dare colpe a Pirlo: la cosa peggiore per un allenatore è avere una squadra che non abbia entusiasmo».

andrea pirlo andrea agnelli

 

Eppure l'arrivo del tecnico low cost (1,8 milioni di ingaggio) era stato motivato proprio con la necessità di ritrovare l'entusiasmo disperso nei troppi rivoli del sarrismo: a giudicare da certe prestazioni, la Juve è tornata alla casella di partenza. E anche il redivivo Chiellini, leader e coscienza storica del gruppo, ha ammesso che l'aria che tira dentro e attorno alla squadra è da viale del tramonto: «I cicli a volte finiscono - ha spiegato il capitano - stiamo cercando in tutti i modi di farlo continuare e riuscire ad arrivare al decimo scudetto di fila, che è qualcosa veramente di incredibile. Trovare tutta quella forza, quei giocatori e anche il dna, non è facile.

 

andrea agnelli

Però ci stiamo provando in tutti i modi: a volte ci siamo riusciti, a volte abbiamo avuto dei black out». Magari un'altalena di risultati è normale dopo nove anni di successi. Ma per la Juve, che ha un monte ingaggi di 236 milioni lordi, un debito finanziario di 385 netti e tra un ciclo e l'altro non vince la Champions dal 1996, può essere pericolosa. Molto.

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