dario hubner

“VENTI ANNI FA VEDEVO IN NAZIONALE GIOCATORI FORTISSIMI, ADESSO CI VANNO ANCHE RAGAZZI CON 40 PRESENZE IN A E ALLORA DICO PORCA PUTTANA, HO SBAGLIATO TEMPO" – VITA, GOL E RIMPIANTI DI DARIO HUBNER – "MERITAVO UN EUROPEO O UN MONDIALE. FOSSI STATO PIÙ RUFFIANO, ORA ALLENEREI DA QUALCHE PARTE. POTREI FARE IL CT DELLA NAZIONALE MA NON HO RICHIESTE PERCHÉ NON HO ACCETTATO COMPROMESSI" – BAGGIO CHE LO COSTRINSE A LASCIARE IL BRESCIA, LA PESCA, LA MOTO E IL SUO PICCOLO MONDO SULL’ADDA: “C'È CHI PER DIVERTIRSI HA BISOGNO DI ANDARE A LAS VEGAS E CHI...".

Giuseppe Antonio Perrelli per www.repubblica.it - Estratti

 

Il canto del gallo in sottofondo si confonde con le parole dell’ex calciatore.

dario hubner

“Abito in campagna, a Passarera, un paesino di 350 persone a cinque chilometri da Crema. Piena pianura padana, ci sono gli animali, a 200 metri da me le mucche. E ora sono in balcone, quando voglio fumare mi cacciano di casa, con la nipotina piccola non si può”.

 

(...)

 

L’ex fabbro di Muggia esordì in Serie A nella stessa partita di Ronaldo il fenomeno: Inter-Brescia del 31 agosto 1997.

“Non fu una vigilia tranquilla, dormii poco”.

 

Troppa emozione?

“Verso le 23.30 ci fu l'incidente di Diana Spencer. Volevo sapere e così sono rimasto sveglio fino alle 4 del mattino davanti alla tv. Poi ho preso sonno e mi sono svegliato alle 8. Entrare a San Siro un’ora e mezza prima della partita è stato veramente bello. Lo stadio pieno, la sensazione di aver coronato un sogno, che poi non era nemmeno un sogno ma qualcosa che andava persino oltre. Ho segnato un gran gol su passaggio di Pirlo, ma a 20 minuti dalla fine è entrato Recoba e mi ha fregato. In dieci anni in Italia ha giocato dieci partite belle e una proprio contro di me: la sua doppietta li ha fatti vincere 2-1”.

 

La difesa del Brescia era riuscita a limitare Ronaldo.

dario hubner

“L’ho incontrato un altro paio di volte. E non era umano. Ho giocato con e contro grandissimi calciatori, Pirlo appunto, ma anche Baggio, Zidane, Totti, Del Piero: quegli anni erano pieni di campioni. Ma uno come Ronaldo non s’era mai visto. Aveva qualcosa di speciale in velocità, palla al piede, era imprendibile. No, non era umano”.

 

Ha citato Baggio, il motivo per cui lasciò il Brescia nel 2001.

“Roberto arrivò in squadra l’anno prima: una persona squisita, a modo, ci puoi stare insieme giorni e giorni. Ma tatticamente non andavamo d'accordo. Lui voleva una punta centrale che giocasse di sponda, io amavo andare in profondità. Non è che non ci passassimo il pallone, eh, io segnai 17 gol, lui 10. Ma a fine stagione Mazzone decise di prendere un centravanti che andasse bene a Baggio e scelse Luca Toni al posto mio”.

 

Nel 2024 troverebbero un modo per far giocare insieme due come Hubner e Baggio.

“Ma anche nel 2001, in realtà. Nella Roma dello scudetto Capello schierava Totti e Batistuta, che avevano caratteristiche simili alle nostre. Non mi sto paragonando a nessuno, sia chiaro, tutti gli attaccanti sono diversi, si fa lo stampo e poi si butta via”.

 

dario hubner

Prima aveva rifiutato le offerte del calcio inglese.

“Allora non era di moda come adesso, non ci andava quasi nessuno. Mi ha cercato il Nottingham Forest ma ho avuto un po’ paura di trasferirmi con una figlia piccola dove non conoscevo niente e nessuno. A Nottingham ho giocato la coppa Anglo-Italiana: un bel posto, con la foresta di Robin Hood e la fabbrica delle sigarette John Player, lo sponsor in Formula Uno della Lotus del mio grande idolo, Ayrton Senna”.

 

Dopo il Brescia andò al Piacenza.

“La scelta più azzeccata della mia carriera. A 40 chilometri da casa, facevo comodamente il pendolare. Novellino mi ha voluto, ha costruito la squadra intorno a me e io con 24 gol sono diventato capocannoniere della Serie A con Trezeguet”.

 

È stato l’allenatore più importante della sua carriera?

“Lo sono stati tutti, bravi e meno bravi. Un giocatore intelligente deve imparare dai loro pregi e dai loro difetti, cosa fare, cosa evitare: il tesoro dell’esperienza”.

 

I muri dello spogliatoio di Brescia sussurrano che siete venuti alle mani con Silvio Baldini, nella stagione 1998-1999.

“Una bufala. C’è stata qualche baruffa, un rapporto tormentato perché era un allenatore preparatissimo ma non aveva mai giocato a pallone e quindi non capiva i momenti. Quell’anno eravamo in Serie B e appena ci avvicinavamo alla zona promozione perdevamo le partite decisive. Già eravamo fuori di testa perché i tifosi ci contestavano, poi lui veniva al campo e, incazzato com’era per le sconfitte, ci martellava con due ore di sedute tattiche. Io, da giocatore esperto, gli dicevo: ‘Mister, facci sfogare con mezz’ora di partitella, poi facciamo tutta la tattica che vuoi’.

 

dario hubner

Perché i calciatori sono come bambini, devi farli contenti, anche con poco. Ma Baldini non mollava e quindi ci scontravamo. Però poi, quando ci siamo ritrovati da avversari dopo il suo esonero, mi ha detto ‘Dario, tu mi stavi sui coglioni però eri l’unico che mi diceva le cose in faccia, gli altri mi parlavano alle spalle’. Perché io sono fatto così e so di averne pagato il prezzo”.

 

Quando?

“Dopo il ritiro. Fossi stato più ruffiano, ora allenerei da qualche parte. Ho seguito tutti i corsi, teoricamente potrei fare il ct della Nazionale ma non ho richieste perché non ho accettato compromessi, neanche nelle squadre giovanili. Non posso scegliere soltanto quattro giocatori e vedermi imporre gli altri perché sono il figlio dello sponsor, il cugino del procuratore e il nipote del presidente. Ma la gente capisce che sono una persona vera. In estate sono stato in vacanza a Gallipoli, in spiaggia mi fermavano i tifosi del Taranto, del Napoli, del Palermo: ‘Non tifavo per te ma eri un idolo’. Bella soddisfazione”.

 

hubner

Non allenare è il suo più grande rimpianto?

“Ma io non ho rimpianti. A volte ci penso e dico: ma che carriera ho fatto? Bellissima, impensabile. Poi magari quando diventi capocannoniere del campionato, non dico un Mondiale o un Europeo ma una maglia azzurra, anche in un’amichevole che non conta nulla, forse te la sei anche meritata. Venti anni fa vedevo in Nazionale giocatori fortissimi, adesso ci vanno anche ragazzi con 40 presenze in A e allora dico porca puttana, ho sbagliato tempo”.

 

Adesso cosa fa?

“A quasi 57 anni sono un nonno e un pensionato felice. Non dico che mi godo la vita perché non vado ogni due mesi in vacanza. Però mi piace pescare con gli amici sull’Adda, andare a funghi e, con la bella stagione, tirar fuori dal garage la moto e organizzare gite: i passi, lo Stelvio, Livigno, una bella mangiata e poi si torna a casa. C’è chi per divertirsi ha bisogno di andare a Las Vegas e chi si accontenta di molto meno. E poi c’è sempre tanto da fare”.

 

Per esempio?

calcutta hubner

“Stamattina a casa ho cambiato le prese della corrente, erano un po’ vecchiotte. Ho comprato i rivestimenti e le placche e mi ci sono messo, mica ho chiamato l’elettricista. Tanto con il salvavita sono capaci tutti”.

 

Non proprio...

“Effettivamente mio figlio di 24 anni non sa neanche cambiare una lampadina”.

 

 

 

 

 

 

 

hubner

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...