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QUAGLIARELLA, L'ADDIO CHOC AL NAPOLI: “LA MIA CESSIONE ALLA JUVE DOVUTA A QUELLE ACCUSE ASSURDE DI ESSERE CAMORRISTA, PEDOFILO E DI FARE ORGE A BASE DI COCAINA, CONTENUTE IN UNA SERIE DI LETTERE ANONIME GIUNTE ANCHE AD AURELIO DE LAURENTIIS”

Gianluca Oddenino per “la Stampa”

 

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Lui non vuole andare via e il club vuole tenerselo stretto. Risultato? Fabio Quagliarella resta al Toro. Solo nei prossimi giorni si capirà se la doppia comune volontà espressa dall' attaccante granata e dal presidente del Torino è concreta oppure figlia di una strategia per prendere tempo e così evitare pericolose svalutazioni (personali e di mercato).

 

Aurelio DeLaurentis P Napoli Aurelio DeLaurentis P Napoli

Nell' attesa, breve visto che mancano poco più di due settimane alla fine del mercato, il messaggio però è chiaro. E allo stesso tempo rappresenta anche un test per l' ambiente granata. Dopo aver preso Ciro Immobile, ridando entusiasmo e fiducia a una tifoseria in rivolta per i risultati e il caso Quagliarella, ora il Toro vuole riacquistare il suo miglior attaccante. Sperando anche in una tregua della contestazione.

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Ciro ha scelto il n° 10 La partita all' Olimpico di domani contro il Frosinone è l' occasione migliore per capire se il binomio Quagliarella-Torino può proseguire, inseguendo quel riscatto generale invocato a più livelli, oppure no.


Dopo la panchina contro l' Empoli, infatti, Ventura è pronto a schierare nuovamente Quagliarella: da titolare e al fianco di Immobile, che ieri sera ha scelto il n° 10 dopo l' arrivo dei transfer da Siviglia e Dortmund.


Sulla carta la miglior coppia possibile, visti i colpi e la qualità dei due attaccanti napoletani, anche se insieme hanno fatto solo un paio di allenamenti in Nazionale nel settembre 2014.

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IL BOMBER IN TRIBUNALE

C' è un' intesa da affinare, ma solo questa mattina nella rifinitura i due si troveranno fianco a fianco. Questo perché ieri Quagliarella è andato a testimoniare a Torre Annunziata, paese natale di Immobile, per un processo di stalking in cui è parte lesa. Nell' udienza sono emersi retroscena inquietanti sul suo addio al Napoli, che dopo quasi sei anni continua a complicargli la vita.

 

«Sono convinto - ha detto la punta al giudice - che la mia cessione alla Juve sia dovuta a quelle accuse assurde di essere camorrista, pedofilo e di fare orge a base di cocaina, contenute in una serie di lettere anonime giunte anche al presidente De Laurentiis».

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Una ventina di lettere che, secondo l' accusa, erano state spedite da Raffaele Picco, agente della polizia postale e «stalker dei vip», dal 2007 al 2010 ai famigliari e ai club dove giocava (Samp, Udinese e Napoli). In un caso, Quagliarella ha raccontato che a casa del padre è giunta anche «una fotocopia con una bara e la mia foto sopra», mentre il rapporto con De Laurentiis si congelava all' improvviso.

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«All' inizio mi chiamava ogni giorno - dice -, poi improvvisamente non solo ha smesso di contattarmi, ma ha chiesto di trasferirmi a Castel Volturno e quindi il trasferimento alla Juve, cosa di cui non si era mai parlato prima». Forse anche per questi motivi Quagliarella non vuole più cambiare aria: a Torino si sente a casa.

 

«Le polemiche non mi destabilizzano - ha detto dopo l' udienza in tribunale -: sono tranquillo». Come Cairo, che l' ha già blindato. Anche perché è difficile trovare un sostituto all' altezza e per questo ha respinto i (timidi) tentativi di Fiorentina, Sassuolo e Sampdoria.

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