QUE VIVA MEXICO A VENEZIA! – UN EVENTO COLLATERALE DELLA BIENNALE CHE VALE LA PENA DI VEDERE? LA MOSTRA DI BETSABEÉ ROMERO ALLA FONDAZIONE BEVILACQUA LA MASA. IL FOCUS È IL CONFINE USA-MESSICO E LE MIGRAZIONI – ANTONIO RIELLO: “IL MESSAGGIO DELLE INSTALLAZIONI DELLA ROMERO È IMPEGNATO E ARRABBIATO: PARLA DI CONFINI, TENSIONI, ABBANDONI E DISPERAZIONE, MA SENZA COSTRUIRSI BANALI TRAPPOLE RETORICHE. IN UNA BIENNALE CHE RIECHEGGIA TONI DA ‘MOSTRA MISSIONARIA’, L'ARTISTA MESSICANA SA TENERE IL GIOCO A UN LIVELLO ARTISTICO COERENTE…”
Antonio Riello per Dagospia
ritratto artista betsabee romero ph. nico curia
Nata nel 1898, la Fondazione Bevilacqua La Masa ha sede proprio in Piazza San Marco (o meglio sotto i portici delle Procuratie Nuove dove fanno angolo con l'Ala Napoleonica). Nei suoi spazi può visitare un evento collaterale della LX Biennale di Venezia, una mostra dell'artista messicana Betsabeé Romero (curata da Gabriela Urtiaga). Le stesse opere nel 2025 saranno ospitate dal MOLAA (Museum of Latin American Art) di Longh Beach, in California.
Betsabeé Romero, nata a Città del Messico nel 1963, è una delle figure più rimarchevoli del paesaggio culturale messicano contemporaneo anche se, di fatto, la sua fama è senz'altro maggiore negli Stati Uniti che in patria.
Donna, latino americana, con un passato di vita piuttosto nomade e attivista con una particolare sensibilità al tema della migrazione. Potrebbe da sola incarnare perfettamente l'atmosfera della Biennale in corso. Anzi, probabilmente, esserne lo spirito guida. Già questa una buona ragione per visitare l'esposizione.
Ma c'è un motivo ancora migliore. Il messaggio delle sue installazioni è decisamente impegnato e arrabbiato: parla di confini, tensioni, abbandoni e disperazione. Ma tutto ciò non prevarica o soffoca l'approccio artistico che riesce a rimanere autonomo e formalmente seduttivo. Romero lavora attivamente contro le ingiustizie del mondo, ma senza costruirsi banali trappole retoriche: le sue trasfigurazioni non hanno la pretesa di essere pedagogiche. Evita insomma di edificare monumentini troppo ovvi e letterali.
In una Biennale che, qui e là, talvolta riecheggia toni da Mostra Missionaria (sia ben chiaro: detto con tutto l'affettuoso e sincero rispetto che questo tipo di nobile attività merita) l'artista messicana sa tenere il gioco ad un livello artistico coerente e la sua capacità tecnica è assolutamente notevole.
Il focus geografico della mostra è il lunghissimo confine che divide il Messico dagli Stati Uniti. Un luogo dove il Sud e il Nord del Mondo si confrontano direttamente, faccia a faccia. I numeri di chi cerca di attraversarlo sono tali da rendere un fenomeno quasi secondario le pur importanti migrazioni dell'Africa verso l'Europa. E' la via dolorosa non solo della povera gente dell'America Latina ma ormai (e sempre di più) anche di molti asiatici e perfino africani.
L'immigrazione clandestina negli USA suggerisce una domanda diretta. Posto che i diritti dell'Umanità e i diritti delle Nazioni possono in certi momenti divergere rispetto alle vicende storiche, che tipo di legittima intangibilità possono continuare ad avere i confini nazionali di fronte a dinamiche emergenziali che coinvolgono milioni di esseri umani? Le idee in proposito, come è noto, divergono assai.
betsabee romero rolling totem of rubber and gold
Lei comunque ha una chiara opinione: parteggia senza esitazioni per le ragioni l'Umanità. Questa specie di "frattura innaturale" del Continente americano ritorna costantemente - sotto varie forme e con tutte le inesorabili e scomode contraddizioni che comporta - nelle opere (raccolte in sei diverse sezioni) presenti alla Bevilacqua La Masa. Romero impiega spesso tipici motivi tradizionali centroamericani che vengono abilmente decontestualizzati attraverso l'impiego di materiali inaspettati e non canonici.
I lavori sono sicuramente complessi ma malgrado ciò hanno una natura felicemente molto empatica (e soprattutto non necessitano delle solite lunghe e arzigogolate "narrative"). Il culmine delle sue installazioni è forse la stanza dove una graziosa poetica piccola casa provvisoria racchiude (ed evoca) tutti i drammi di chi una casa non ce l'ha più e sta disperatamente cercando un nuovo rifugio.
Fanno certamente bene gli artisti come Romero ad occuparsi di questi temi e a tifare per i diritti di chi cerca una vita migliore. Mancano però, quasi sempre, dei credibili suggerimenti su come gestire sul piano pratico (formativo ed economico) questi nuovi arrivati. Insomma raramente agli slogan artistici sulla "Migrazione" fanno seguito quelli (altrettanto necessari e forse ancora più urgenti) su una reale "Integrazione Sostenibile". C'è ancora molto da fare per un attivismo propositivo e non di sola protesta.
BETSABEE' ROMERO: "THE ENDLESS SPIRAL"
alla Fondazione BEVILACQUA LA MASA di VENEZIA
Piazza San Marco 71/C, 30124 Venezia
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fino al 1 Settembre 2024