NEI (RE)CESSI DEL DIO PALLONE - DALLA COPPA DEL MONDO A UN’IMPRESA DI PULIZIE: IL TEDESCO BREHME RIDOTTO IN POVERTÀ È COSTRETTO A PULIRE I BAGNI

Malcom Pagani per il “Fatto quotidiano

 

Brehme Brehme

Alla fine, al prode Andreas rimasto senza un soldo, han proposto di lavare i cessi. Nella prima vita di “motoretta” Brehme, quella degli scudetti e dei rigori utili ad alzare la Coppa del Mondo davanti a un Maradona furibondo, nessun ex collega di turno, nessun Oliver Straube si sarebbe permesso di rispondere all’appello di Franz Beckenbauer (“dobbiamo aiutare Brehme, abbiamo il dovere di restituirgli qualcosa di ciò che ha dato al calcio tedesco”) offrendo un lavoro al reprobo con la scusa di fargli la morale: “Siamo disposti a impiegare Brehme nella nostra impresa di pulizie. Potrà lavare i bagni e sanitari così si renderà conto davvero cosa significa lavorare e qual è la vera vita”.

zemanzeman

 

L’orizzonte cambia, i temporali arrivano e nel fango del dio pallone impantanarsi è facile. C’è chi si sporca le mani e tira avanti reinventandosi e chi affonda nelle sabbie mobili. Roberto Tavola, ex centrocampista della Juventus, consegna i giornali a edicole e supermercati osservando l’alba.

 

Un altro Dimas passato nella Torino recentemente scudettata, Manuel, vende fiori. Fabio Macellari, ex Inter, canta a tempo perso e fa il taglialegna Franco Bergamaschi, ex Verona e Milan, diede il resto come casellante sulla A4 e un Kovacic meno fortunato del coevo assunto da Erik Thohir, un altro croato già assunto a suo tempo da Gino Corioni per illuminare il Brescia, zappa terra a due passi da casa.

GEORGE BESTGEORGE BEST

 

Per altri, quelli che al fischio finale, svuotato lo stadio da adoratori e questuanti, a fare i conti con la nuova condizione non ce l’hanno fatta, infortuni, depressione, droga, alcool, marginalità, lutti sofferti e tanti suicidi come quello dei due portieri tedeschi, Enke e Biermann. Il delitto di un altro ex ragazzo di Germania Brehme, senza un mestiere stabile dal 2006, è aver depauperato ogni cosa.

 

Soldi, gloria e rispetto per se stesso. Da Garrincha a Gascoigne, accadde a stuoli di campioni. Il terzino che spazzava l’area di una splendida Inter trapattoniana lasciando la polvere di stelle agli avversari, è solo l’ultima meteora di una lunga serie di calciatori incapace di venire a patti col destino. Storie di tutti i tipi. Derive mistiche come quelle di Totò Rondon e Taribo West e in mancanza di misericordia, ravvedimento o peggio pentimento, finali di partita simili.

TOTO SCHILLACI TOTO SCHILLACI

 

C’è chi come Jorge Cadete, ex nazionale portoghese ed ex idolo del Celtic Glasgow transitato anche nel Brescia, si mette in mano ai mediatori finanziari, perde tutto ed è costretto a sopravvivere con il sussidio di povertà: “Dei 4 milioni di euro guadagnati in carriera non ho più niente. Ho investito, ma non è andata bene. Avevo attorno a me gente che non ha agito onestamente. Nel momento in cui smetti di giocare, tutto cambia: gli agenti smettono di chiamarti, non sei più nessuno.

 

A volte sento ex atleti che dicono di avere un sacco di amici nel calcio: è una bugia, quando lasci, nessuno vuole più saperne di te”. E c’è chi come Maurizio Schillaci, una quarantina di presenze in serie B, Zdenek Zeman come allenatore: “Mi adorava”, da anni ancheggia ai bordi di Palermo dormendo dove capita, di preferenza alla Stazione. Schillaci (cugino del diavolo di Italia ’90, in una famiglia senza pace che ieri al Cep, in una sparatoria, ha visto tra i feriti anche la zia di Totò) era forte.

gascoigne gascoigne

 

Gli fecero male in campo. Lo curarono peggio fuori. Maurizio provava a ripartire e regolarmente si fermava. “’U malato immaginario”, inseguito dalle cattiverie, si perse definitivamente dopo una cessione alla Juve Stabia. Cocaina. Eroina. A Siciliainformazioni.com , nel 2013, raccontò senza filtri la discesa nell’abisso: “Il mio declino è stato velocissimo e ora mi ritrovo per strada. Come si vive? La prendo quasi a ridere, mi diverto, sdrammatizzo, cerco di farcela”.

 

Schillaci, Cadete e gli ex imperatori decaduti. Ieri come oggi. Adriano costretto a mettere in vendita la sua villa nel 2014 è parente stretto del George Best in bianco e nero che sperpera e poi ad un tratto muore. Al sosia dell’attore Woody Harrelson, Andreas Brehme, difensore che nell’attacco ritrovava il suo cinema preferito, resta ancora l’ultimo spettacolo. Prima che si spengano le luci. Prima che sia notte.

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”