COSA RISCHIA LA ROMA PER LA STORIACCIA DEI DUE LICENZIAMENTI DOPO IL VIDEO HARD SOTTRATTO ALLA COPPIA? LA FIGC HA APERTO L’INDAGINE PER VERIFICARE SE ESISTONO RESPONSABILITA’ DEI TESSERATI – IL CLUB GIALLOROSSO RISCHIA UNA MULTA CHE VA DAL 2 AL 4% DEL FATTURATO PER VIOLAZIONE DELLA PRIVACY. SAREBBE, INFATTI, UN TRATTAMENTO IMPROPRIO DEI DATI PRIVATI DEI DIPENDENTI…
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Scrive la Gazzetta a proposito dell’indagine aperta dalla Procura della Federcalcio:
Giuseppe Chiné ha iniziato a lavorarci già da ieri, con le prime audizioni e l’acquisizione degli atti. Ma il percorso sarà lungo, probabilmente andrà avanti per quasi tutta la prossima settimana, anche perché le persone da ascoltare sono tante. Sta di fatto che ieri la Procura Federale della Figc ha aperto un’indagine relativa al video di natura intima diffuso da un giocatore straniero della Primavera della Roma dopo averlo sottratto dal telefono di una dipendente di circa 30 anni poi licenziata insieme al suo fidanzato. Un video che nei mesi scorsi è finito sui telefonini e le chat di giocatori, staff tecnico e addetti ai lavori di Trigoria.
L’indagine L’obiettivo del procuratore federale Chiné è verificare se esistano responsabilità di tesserati relative alla diffusione del video. Al giocatore, in particolare, può essere contestato l’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva sul dovere di tenere una condotta rigorosamente ispirata ai principi di lealtà, correttezza e probità. Al club invece, può venir contestato l’articolo 6 relativo alla responsabilità oggettiva.
Alla Roma assicurano di non aver ricevuto alcun tipo di convocazione, di certo ci sarà un incontro all’inizio della prossima settimana con i vertici del club, ad iniziare proprio dall’attuale Ceo Lina Soulokou, che gestisce da mesi ogni cosa all’interno del centro sportivo Fulvio Bernardini. Ma verranno presumibilmente ascoltati anche altri dirigenti, compreso Gianluca Gombar (quello dei sei cambi con lo Spezia e del caso-Diawara), responsabile del vivaio.
Da valutare, poi, se nel provvedimento di licenziamento si parli esplicitamente o meno del video e in che termini. Perché potrebbe esserci anche una questione legata alla privacy. Secondo alcuni legali, infatti, se il Garante dovesse accendere un faro sulla vicenda la Roma potrebbe rischiare una multa che va dal 2 al 4% del fatturato, avendo – nel caso sia successo – fatto una contestazione disciplinare utilizzando un dato personale inutilizzabile. Il fatto di trattare in modo improprio i dati dei dipendenti comporterebbe quindi una sanzione amministrativa molto alta.