casa serafini

SALVIAMO CASA SERAFINI, SCRIGNO DI MERAVIGLIE A DUE PASSI DAL PANTHEON - LA CASA-OPERA D’ARTE IN CUI RISIEDE L’ARTISTA LUIGI SERAFINI APPARTIENE ALL’ORDINE DI MALTA, CHE NE RECLAMA IL POSSESSO. LUI, DOPO IL PREAVVISO DI SFRATTO, CHIEDE: “NON C’È NIENTE CHE POSSA TUTELARE QUESTA CASA D’ARTISTA, COME AVVENUTO PER QUELLA DI GIACOMO BALLA? NON ESISTE UNA LEGGE CHE POSSA VINCOLARE ABITAZIONI DI QUESTO TIPO, COME AVVIENE IN CASI SIMILI IN FRANCIA? SE LA MIA ARTE CONTRIBUISCE AL TENORE CULTURALE DI UN PAESE, IL MIO SFRATTO NON È UN PROBLEMA COLLETTIVO?"

Estratto da https://www.ilgiornaledellarte.com/

 

 

CASA SERAFINI 66

Luigi Serafini ha fatto della propria dimora un’opera d’arte totale, ma questioni legate alla proprietà rischiano di distruggerla.

 

 

 

Luigi Serafini è artista fantasmagorico, nato 74 anni fa, da 42 celebre in tutto il mondo per il Codex Seraphinianus, un’enciclopedia surreale dell’impossibile, edita da Franco Maria Ricci e ripubblicata in numerose edizioni, la più recente nel 2022, da Rizzoli. È un «iperlibro», costituito da 350 pagine dipinte e vergate (con scrittura fantastica), simulante un rigore tassonomico d’assetto scientifico, in verità serrata sequenza dell’assurdo, con idee grafiche che fanno pensare a Bosch, a Magritte, alle tavole leonardesche e agli antichi erbari, ma visti in sogno.

 

 

CASA SERAFINI 44

Calvino, come Fellini, Sciascia e Manganelli, affascinato da quest’opera, la definì «un’enciclopedia di un mondo parallelo pensata in una lingua sconosciuta». In quel libro nulla ha senso, ma tutto ha un posto. È come guardare nell’abisso multidimensionale dell’ignoto, sentendosi però a casa. È l’inconscio dei singoli ad avere in comune idee universali, e lo stesso Serafini non è certo di essere l’autore del volume, dichiarando, anzi, che a trasferirgli immagini condite di fusa fu la gatta che negli anni dell’esecuzione dell’opus amava appisolarsi sulle sue spalle: «Devo ammettere che fu la gatta bianca la vera autrice del Codex e non io, che mi sono sempre spacciato per tale, mentre ero un semplice esecutore manuale».

 

 

E il tema della proprietà dell’arte è proprio il fulcro delle più recenti preoccupazioni di Serafini: la casa d’artista in cui vive, ricolma di oggetti, sculture, pittura murale, mobilia e dipinti, partoriti, come opera unica, dal suo ingegno visionario, non è fisicamente sua, ma dell’Ordine di Malta, che ora richiede l’immobile.

CASA SERAFINI 37

 

Lui è «solo» l’affittuario delle visioni in cui abita, della favola che gli fa da seconda pelle. Balocco filosofico di un adulto-bambino, la casa in via Salita de’ Crescenzi numero 26 è un Codex Seraphinianus tridimensionale e attraversabile,  è proiezione fisica e concreta del mondo onirico di un homo ludens, o del suo gatto.

 

È Wunderkammer interiore/esteriore, spirituale/materiale, di un alchimista che sta per perdere il suo antro. Lui non sa cosa significhi questo nella sua vita, e chiede a tutti gli altri, a noi: «Non c’è niente che possa tutelare questa casa d’artista, come avvenuto per la casa di Giacomo Balla? Non esiste una legge che possa vincolare case di questo tipo, come avviene in casi simili in Francia o altri paesi del mondo? Qual è il rapporto, in Italia, tra lo Stato e il presente?».

 

CASA SERAFINI 34

Uscendo di casa, Luigi Serafini incontra, in un raggio di poche decine di metri attorno a sé, il Pantheon, Piazza Navona, la cupola borrominiana di Sant’Ivo alla Sapienza, la cappella in San Luigi dei Francesi con i capolavori di Caravaggio. Rientrando ritrova sé stesso: «È il mio habitat. Io ho sempre bisogno di trasformare i luoghi in cui vivo, per sentirmi protetto. Se mi chiudessero in prigione, sono sicuro che affrescherei la cella».

casa di luigi serafini

 

Che fine farà il guscio di questa lumaca sognatrice? «Non sono ingenuo, la casa non è mia, ed è nelle facoltà dell’Ordine di Malta il mandarmi il preavviso di sfratto, da poco giuntomi. Peraltro non escludo che ci siano interessi da parte del Senato della Repubblica, la cui presidenza ha sede nel confinante Palazzo Giustiniani. Ed è per questo che cercherò le risposte anche della politica, oltre che del Ministero della Cultura, e della cultura tout court, al mio quesito: se la mia arte è veramente arte, e se contribuisce al tenore culturale di un paese, il mio sfratto non è un problema collettivo?».

 

(…)

CASA SERAFINI 11CASA SERAFINI 22

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…