“SANTABARBARA” ROSSONERA - BALO TWITTA: “THIS IS THE END” - ADDIO VICINO PER SUPERMARIO, ALLEGRI E GALLIANI – LADY B PRONTA A SCENDERE IN CAMPO
Enrico Currò per "la Repubblica"
Il Milan più mesto dell'era Berlusconi trasferirà oggi pomeriggio la propria cupezza sotto il cielo di Glasgow e il grigio soffitto di Scozia appare quanto mai in tinta. Secondo indizi frastagliati, potrebbe trattarsi dell'ultima trasferta milanista di Champions per Galliani, Balotelli e Allegri, il che conferisce all'evento un'atmosfera da fine ciclo. Se l'accelerazione più evidente riguarda Galliani, la novità è Balotelli quasi separato in casa: ipotizzarne il divorzio a giugno non è più una bestemmia.
Ma si affaccia addirittura il rischio del congedo a gennaio, eventualità assai sgradita a Prandelli, a quattro mesi dal Mondiale. Di sicuro la partita col Genoa ha scavato un solco tra il centravanti e i tifosi. Già durante il riscaldamento Balotelli è stato tra i più bersagliati dalla folla, che aveva già preparato la contestazione generale, poi messa in atto senza posa nel corso della serata. Né ha ovviamente ricomposto la frattura l'errore dal dischetto, il secondo consecutivo.
Alla fine l'ex eroe, sfiduciato e depresso perché non segna da settembre, avrebbe voluto far parte della delegazione chiamata a incontrare gli ultrà , che assediavano la squadra fuori dal garage di San Siro: gli è stato sconsigliato dalle forze dell'ordine. Così soltanto Kakà e Abbiati hanno ascoltato le accuse dei tifosi, la più pesante delle quali, sull'inclinazione di qualche giocatore per le ore piccole, aveva come obiettivo mica tanto nascosto proprio l'attaccante.
Il quale, alle 5 del mattino, era in effetti sveglio, forse a macerarsi, anche se l'ambiguo tweet («this is the end») inviato ad orario inequivocabile ha autorizzato il consueto ventaglio di interpretazioni: dall'implicito annuncio del desiderio di abbandonare il tetto milanista - per la rottura coi tifosi e per il sempre più palese disagio tecnico - a qualche guaio sentimentale.
Il twittator cortese ha più tardi chiarito l'arcano con altri due cinguettii: un "Forza Milan sempre e comunque" e il racconto della nottata, impiegata a guardare alla tivù un match di arti marziali al Madison Square Garden dell'amico Giorgio Petrosyan, sconfitto eppure gratificato del "the end", come omaggio internautico.
La contorta spiegazione ha spiegato pochino. Si è solo capito che Balotelli era un po' stanco, visto che lui e Robinho sono arrivati in ritardo all'allenamento. E non è affatto svanito il sospetto che il suo manager Raiola non disdegni il trasferimento dell'assistito - Monaco e Galatasaray le ipotesi per il momento molto vaghe - e che nella nuova sede di via Aldo Rossi nessuno si straccerebbe le vesti, in caso di partenza: la priorità è infatti il recupero di El Shaarawy, giudicata essenziale anche a livello di marketing.
Quanto a Galliani, in serata si sono sparse addirittura voci di possibili dimissioni. Che sia in corso una trattativa per la liquidazione non è più un mistero, come pure il fatto che l'amministratore delegato si senta ormai seduto su una poltrona precaria e che sia prontissimo a entrare subito in politica, come organizzatore e coordinatore di Forza Italia, con delega speciale ai giovani.
Ai sussulti d'orgoglio di fronte al pessimismo dei tifosi («l'Inter arriva da un nono posto e ha più abbonati di noi»), alterna il fastidio per la defenestrazione. Barbara Berlusconi, che non sarà a Glasgow per seguire da vicino la vicenda della decadenza politica del padre, è a sua volta pronta alla successione e stamattina è attesa a Milanello. Ma nel frattempo ogni decisione tecnica è demandata appunto al proprietario, che prepara il discorso
al Senato.
Il destino di Allegri resta perciò sospeso. Lui, incurante delle voci sulla sostituzione con Inzaghi o Tassotti, ha arringato la squadra, chiedendole orgoglio e più decisione sotto porta. Lo penalizzano come sempre gli infortunati: a El Shaarawy, Pazzini e De Sciglio si sono aggiunti Mexès e Muntari.
Tre trasferte ravvicinate - Glasgow, Catania e Livorno - accrescono l'ansia: nei primi tre mesi della sua stagione psicodrammatica il Milan, precipitato al tredicesimo posto, non ha vinto mai fuori casa: tre sconfitte e tre pareggi in campionato, due 1-1 e l'annunciatissima sconfitta di Barcellona in Champions. Eppure, col Meazza così nemico, è preferibile tenersi la cupezza itinerante.
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