eike schmidt quadro rubato uffizi nazisti

CI SONO ANCHE TEDESCHI BUONI – IL DIRETTORE DEGLI UFFIZI EIKE SCHMIDT CHIEDE ALLA GERMANIA LA RESTITUZIONE DEL “VASO DI FIORI” DI JAN VAN HUYSUM, RUBATO DAI NAZISTI NEL 1944 – SGARBI: “APPELLO GIUSTO, NOBILE ED EUROPEO. IMPORTANTE CHE A FARLA SIA UN TEDESCO”. MONTANARI DUBBIOSO: “UN DIRETTORE DI CUI È GIÀ STATO ANNUNCIATO IL PASSAGGIO A VIENNA CHE DRAMMATIZZA IL CASO PER CONFERMARE LA FEDELTÀ ALL’ITALIA?”

 

 

1 – ARTE RUBATA: “ORA RIDATECI IL CAPOLAVORO”

Olga Mugnaini per “la Nazione”

 

eike schmidt vaso di fiori jan van huysum 2

«Rubato . Stolen. Gestohlen». È la strana didascalia che da ieri compare sotto l' immagine di un vaso di fiori, nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze. Altre due righe spiegano: «L' opera fu rubata da soldati dell' esercito nazista nel 1944 ed ora si trova in una collezione privata tedesca». A richiamare i riflettori di tutto il mondo su quel quadro che non c' è - se non in foto - è il direttore delle Gallerie degli Uffizi e di Palazzo Pitti, Eike Schmidt. Un appello da tedesco ai tedeschi, affinché vinca l' onore e si restituisca il «maltolto».

 

Fra le innumerevoli vicende di tesori razziati all' Italia durante la Seconda guerra mondiale, questa del dipinto dell' olandese Jan van Huysum ha del paradossale, in quanto è arrivata all' estorsione.

Questo il reato contestato dalla procura fiorentina, in seguito alle indagini svolte dai carabinieri del nucleo di tutela dei beni culturali. In pratica, i tedeschi hanno chiesto un vero e proprio riscatto allo Stato italiano per restituire l' opera che fu rubata più di settant' anni fa.

 

vaso di fiori di jan van huysum

Da qui la denuncia di Schmidt, friburghese da quattro anni alla guida del più importante museo del nostro Paese: «Lancio un appello alla Germania, per il 2019 - ha detto ieri mattina salutando l' anno nuovo -: ci auguriamo che nel corso di quest' anno possa essere finalmente restituito alle Gallerie degli Uffizi il celebre Vaso di Fiori dell' olandese Jan van Huysum, rubato da soldati nazisti durante la Seconda guerra mondiale e, attualmente, nella disponibilità di una famiglia tedesca che non l' ha ancora reso al museo, nonostante le numerose richieste da parte dello Stato italiano».

 

Il dipinto sparito da Pitti è un capolavoro di van Huysum, vissuto fra '600 e '700, pittore di nature morte di grande fama: è un olio su tela (cm 47 x 35), appartenente alle collezioni di Palazzo Pitti fin dal 1824. Acquistato dal granduca lorenese Leopoldo II per la Galleria Palatina appena fondata, per oltre un secolo restò nella sala dei Putti, insieme ad altre nature morte olandesi del '600 e '700, tra cui quelle di Rachel Ruysch e Willem van Aelst. Poi, nel 1940, quando all' inizio della guerra la reggia fu evacuata, il quadro venne portato nella villa medicea di Poggio a Caiano.

 

vaso di fiori di jan van huysum 1

I documenti dicono che nel 1943 fu spostato nella villa Bossi Pucci, sempre a Firenze, per essere infine preso dall' esercito tedesco in ritirata insieme ad altre opere e trasferito a Castel Giovio, in provincia di Bolzano.

 

La Cassa In cui si trovava il Vaso di Fiori di Palazzo Pitti venne aperta: l' opera trafugata finì in Germania, dove se ne persero le tracce. Fino a quando rieccolo comparire nel 1991: da allora, vari intermediari hanno tentato più volte di mettersi in contatto con le autorità in Italia chiedendo quello che di fatto è risultato un riscatto. E infatti, l' ultima richiesta è risultata così oltraggiosa - si parla di alcuni milioni di euro - che la procura di Firenze ha aperto un' indagine, spiegando che il quadro è già di proprietà dello Stato italiano e pertanto non è né alienabile né acquistabile.

 

«Le ferite della Seconda guerra mondiale e del terrore nazista non sono ancora rimarginate - prosegue il direttore Schmidt -. La Germania dovrebbe abolire la prescrizione sulle opere rubate durante il conflitto e restituirle ai legittimi proprietari. Per la Germania esiste comunque un dovere morale di restituire quest' opera al nostro museo: e mi auguro che lo Stato tedesco possa farlo quanto prima, insieme, ovviamente, ad ogni opera d' arte depredata dall' esercito nazista».

 

2 – IL SENSO DELLA STORIA

Vittorio Sgarbi per “la Nazione”

 

eike schmidt vaso di fiori jan van huysum

È giusto, nobile ed europeo l' appello del direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, perché la Germania restituisca alle Gallerie il dipinto di Jan Van Huysum, il celebre 'Vaso di Fiori', rubato dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale e attualmente nella disponibilità di una famiglia tedesca. Mi sembra un' ottima richiesta, ed è importante che a farla sia un tedesco, consapevole dell' importanza di restituire un' opera d' arte al museo dal quale proviene.

 

I dipinti devono stare dove si trovavano originariamente e un cittadino tedesco che abbia il senso della storia non può consentire che resti in Germania una cosa sottratta agli Uffizi. Opere di Van Huysum sono nei principali musei del mondo, dalla National Gallery di Londra al Louvre, dall' Ermitage al museo di Los Angeles.

paola camarco e vittorio sgarbi

 

Figlio di Justus van Huysum pittore di fiori e paesaggi, Jan Van Huysum fu istruito nell' arte della pittura dal padre, ma la sua particolare predisposizione nel dipingere fiori e frutta lo spinse a dedicarsi esclusivamente a questo genere, con attenzione da naturalista, studiando attentamente la realtà. Una volta inviò una lettera a una committente, affermando che avrebbe consegnato il lavoro un anno più tardi, poiché non era in grado di ottenere una rosa gialla sufficientemente vicina al reale e quindi non poteva terminare il dipinto.

 

Le sue nature morte descrivono le migliori varietà di fiori conosciute al suo tempo, disposte in vasi su tavoli di marmo. Van Huysum temeva che rivelare il suo metodo di pittura avrebbe permesso ad altri di concorrere con lui; per questo motivo non voleva che nessuno, nemmeno i suoi fratelli, lo vedesse mentre lavorava.

 

eike schmidt vaso di fiori jan van huysum 3

L' unico allievo a cui permise di vederlo al lavoro fu la signorina Margaretha Haverman, ma quando questa iniziò ad accostarsi a lui nell' arte pittorica, divenne così geloso da impedirle di entrare in casa. Un pittore importante e originale, dunque, di cui gli Uffizi non devono essere privi.

Eike Schmidt è stato coraggioso e onesto. La magistratura lo deve ascoltare.

 

3 – UFFIZI, L' OPERA RUBATA: NON BASTERÀ UN VIDEO

Estratto dell’articolo di Tomaso Montanari per “il Fatto Quotidiano”

 

TOMASO MONTANARI

Non c' è alcun dubbio che il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, abbia ragione nel chiedere al suo Paese, la Germania, di restituire senza alcun indugio la bella natura morta floreale di Jan Van Huysum predata dalle truppe naziste. (…)

 

Come tutte le campagne di opinione anche questa presenta, tuttavia, un rischio. E quel rischio è la caduta in una retorica di maniera, non concepita per raggiungere il risultato e invece utile soprattutto per un consumo mediatico. La scelta di Schmidt di esporre in una sala della aulica Galleria Palatina di Palazzo Pitti una riproduzione del dipinto in bianco in nero, con una scritta rossa che - in italiano, tedesco e inglese - lo dichiara "rubato" è davvero molto forte. (…)

 

UFFIZI 3

(…) L' ultimo dei problemi di Pitti è il quadro rubato dai nazisti, e un osservatore sospettoso ma informato potrebbe pensare che un direttore di cui è già stata annunciata la non ricandidatura a un secondo mandato e il passaggio al Kunsthistorisches Museum di Vienna, stia drammatizzando il caso per confermare la sua fedeltà all' Italia (specie in un momento in cui i nuovi padroni gridano sguaiatamente "prima gli italiani").

 

(…) Le cose, però, potrebbero cambiare: se il ministero per i Beni culturali e i singoli grandi musei (come il complesso fiorentino degli Uffizi e di Pitti, per esempio) decidessero di assumere in proprio l' iniziativa diplomatica, senza delegarla agli Esteri o alla Presidenza del Consiglio.  (…) In concreto: se il ministero per i Beni Culturali vietasse a tutti i nostri musei di prestare opere d' arte alle mostre prodotte o co-prodotte dal Getty, si può stare certi che l' Atleta tornerebbe a casa di corsa.

eike schmidt

 

Senza i prestiti italiani, il circo mondiale delle mostre chiude: visto che non pensiamo nemmeno a moderarli (come dovremmo), almeno potremmo usarne la forza. Così Eike Schmidt avrebbe un modo infallibile per farsi restituire il quadro rubato dai nazisti: non prestare più alcuna opera dei suoi musei a mostre pubbliche o private in Germania finché il Van Huysum non torni. Un modo sicuramente più efficace dell' appello teatrale in video, e del manifesto di protesta appeso tra i quadri antichi: e forse anche un po' più serio.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri gaetano caltagirone philippe donnet andrea orcel unicredit generali

DAGOREPORT – GENERALI DELLE MIE BRAME: L’AGO DELLA CONTESA POTREBBE ESSERE ANDREA ORCEL, BANCHIERE IRRAGGIUNGIBILE NEL CAMPO DELLE ACQUISIZIONI E FUSIONI. L’AD DI UNICREDIT, CHE HA IN TASCA IL 5,2% DEL LEONE DI TRIESTE (UN ALTRO 5 SAREBBE NEL CASSETTO) ASPETTERÀ L’ULTIMO MINUTO PER DECIDERE CON CHI STARE, IN BASE A QUALI VANTAGGI OTTERREBBE UNICREDIT (BANCA GENERALI? BPM? MEDIOBANCA?) – ALTRO NODO: IL 4,82% DI BENETTON - IN CASO DI SCONFITTA DEL DUO FILOGOVERNATIVO CALTA-MILLERI SUL LEONE DI TRIESTE, DIPENDERÀ IL FUTURO DI MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS. POTREBBE ANCHE SUCCEDERE L’ARRIVO DI UN CAVALIERE BIANCO (BANCA INTESA? UNICREDIT?) CON UNA CONTRO OPA…

antonella antonia rosa costanzo - ex moglie di paolo berlusconi vittorio feltri

DAGOREPORT - ALLA VENERANDA ETÀ DI 81 ANNI, VITTORIO FELTRI ANCORA IGNORA CHE IL GALANTUOMO GODE E TACE. COME QUANDO HA SPIFFERATO IL MOTIVO DELLE SUE DIMISSIONI DALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE”: “ME LA FACEVO CON LA MOGLIE DELL’EDITORE”, ALIAS PAOLO BERLUSCONI - OVVIAMENTE LA REAZIONE DI ANTONELLA COSTANZO NON SI È FATTA ATTENDERE. E VITTORIONE HA PENOSAMENTE RINCULATO: “IL NOSTRO RAPPORTO ERA DI SIMPATIA E AMICIZIA” - DA PARTE SUA ANTONELLA COSTANZO CI TIENE A FAR SAPERE A DAGOSPIA LA SUA VERSIONE DEI FATTI… – VIDEO

milan gerry cardinale zlatan ibrahimovic marcella verini giorgio furlani pierdonato vercellone donato

DAGOREPORT – ALTA TENSIONE AL MILAN TRA IL SENIOR ADVISOR IBRAHIMOVIC E L’AD FURLANI. LA SOCIETA’ E’ SPACCATA IN DUE FAZIONI: DA UNA PARTE CARDINALE, IBRA E LA POTENTISSIMA COMUNICATRICE DI RED BIRD E ELLIOTT MARCELLA VERINI, DALL’ALTRA FURLANI E IL CAPO DELLA COMUNICAZIONE DEL CLUB PIERDONATO VERCELLONE. LE DUE ANIME SI RIMBALZANO LA RESPONSABILITA’ DEL MANCATO INGAGGIO IN ESTATE DI ANTONIO CONTE – FURLANI GODE DELLA FIDUCIA DI PAUL SINGER, CHE CON ELLIOTT È DI FATTO IL PADRONE OMBRA DEL MILAN. È PROBABILE CHE IN ESTATE QUALCUNO SALTERÀ, SE NON TUTTI…

maurizio gasparri simona agnes

FLASH! - MAI DIRE RAI: PER IL FORZISTA MAURIZIO GASPARRI, MEMBRO DELLA COMMISSIONE VIGILANZA, SIMONA AGNES NON ESISTE, FDI SE NE FOTTE E SONO INIZIATE LE PRESSIONI SU GIANNI LETTA PER CONVINCERE LA SUA PROTETTA, SIMONA AGNES, PLURI BOCCIATA PER LA PRESIDENZA DEL CDA RAI, A DIMETTERSI LIBERANDO COSI' UN POSTO A UN NOME CHE POSSA OTTENERE I VOTI ANCHE DELL'OPPOSIZIONE... – LA REPLICA DI GASPARRI A DAGOSPIA: “OVVIAMENTE LA NOTIZIA CHE AVETE PUBBLICATO SU ME E SULLA AGNES È L’ESATTO CONTRARIO DELLA VERITÀ”

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT - LA "SPECIAL RELATIONSHIP" DI GIORGIA MELONI CON DONALD TRUMP ERA SOLO NELLA TESTOLINA BIONDA DELLA DUCETTA: QUANDO SI TRATTA DI COLPIRE L'EUROPA, IL TYCOON NON FA DISTINZIONI (LE TARIFFE AL 25% COLPIRANNO ANCHE L'ITALIA, MENTRE IL REGNO UNITO SARÀ ESENTATO) E LA PRESUNTA AMICIZIA CON LA "MERAVIGLIOSA LEADER" ITALIANA VA A RAMENGO - L'HANNO CAPITO ANCHE A DESTRA: BASTA SBIRCIARE IL TITOLONE DI PRIMA PAGINA DEL "GIORNALE" DI OGGI ("TRUMP, I PRIMI DUBBI DELLA LEGA") E ASCOLTARE LE PAROLE DEL MINISTRO URSO (FRATELLI D'ITALIA): "L'AMERICA PUNTA A DIVIDERE GLI ALLEATI EUROPEI" - LA "THATCHER DELLA GARBATELLA" E' INSOFFERENTE PER L'ATTIVISMO DI MACRON E STARMER MA I DUE SONO LEADER DI PAESI "PESANTI", CON ARMI NUCLEARI - PRIMA O POI L'UNDERDOG DOVRÀ ACCORGERSI CHE BACIARE LA PANTOFOLA DI "KING TRUMP" NON È STATA UNA BUONA IDEA...

donna sarda sardegna elly schlein

DAGOREPORT – ALLA DIREZIONE DEL PD, I RIFORMISTI DEM SONO SOBBALZATI SULLA SEDIA ALLE PAROLE DI ELLY SCHLEIN SULLA GUERRA UCRAINA: “NON SIAMO PER IL FINTO PACIFISMO DI TRUMP MA NEMMENO SIAMO CON L’EUROPA CHE VUOLE CONTINUARE LA GUERRA” - IL CLOU: QUANDO ELLY HA ATTACCATO LE INIZIATIVE SINGOLE DI MACRON E DI STARMER PER LA PACE, HA DETTO, TESTUALE: "ALL'EUROPA SERVE UN SALTO QUANTICO" (MA CHE CAZZO STAI A DI'?) - PICIERNO, PIERO DE LUCA, FASSINO NON CREDEVANO ALLE PROPRIE ORECCHIE: “QUINDI LA PACE SONO LE CONDIZIONI DETTATE DA PUTIN? ELLY, QUANDO LA SMETTI DI GIOCARE A NASCONDINO?” – ALTRO SCAZZO SUL REFERENDUM DELLA CGIL SUL JOBS ACT E SULL’ESERCITO COMUNE UE (TRANQUILLIZZATE LA DUCETTA: CON QUESTI SINISTRATI ALTRI 20 ANNI A PALAZZO CHIGI SONO SICURI…)