ZONA PIRLO - SCONCERTI: “IL GOL DEL REGISTA A UN SECONDO DAL TERMINE NON DEFINISCE UNA SUPERIORITÀ, È SOLO UN PREMIO A UN GIOCATORE PERFETTO” - MURA: “JUVE SMORTA E MAI MORTA, TROPPA ROMA PER L’INTER E IL BRACCIO DI FERRO CONTINUA”
1. UNA SQUADRA STANCA E MAI MORTA
Gianni Mura per “la Repubblica”
Smorta e mai morta, la Juve. Vince il derby nel modo che più esalta i tifosi: con un gol di Pirlo a 4” dal termine, in 10 e dopo aver rischiato di perdere, perché contro aveva un Torino ben messo e orgoglioso, che non ci stava a farsi camminare sopra. Smorta o più probabilmente stanca, pur avendo alle spalle un giorno di riposo in più. O anche sorpresa perché non le riuscivano le manovre che sa a memoria. La classifica proponeva uno scontro tra pesi massimi e pesi piuma, ma così non è stato.
A sinistra Darmian ha messo i lucchetti, a destra Peres ha tritato Pogba ed Evra, fino al capolavoro del pareggio, gran diagonale dopo un’ottantina di metri a tutta birra e tre juventini saltati. Grigia in attacco, poco ispirata in mezzo al campo, la Juve ha avuto il merito, espulso Lichtsteiner, di non chiudersi davanti a Storari. Detto questo, almeno un punto il Torino l’aveva più che meritato. Non l’ha ottenuto per un errore del giovane Benassi (come Strootman a Mosca). Un tifoso granata urla cose poco carine e Ventura, le vene del collo gonfie, gli risponde sopra le righe. Poi si scusa ai microfoni di Sky, da quel signore che è.
Bastava buttarla fuori, la palla. Invece è Pirlo che la butta dentro. Con più d’una conseguenza: derby vinto, eventuali polemiche soffocate, acqua sul fuoco della Roma, che potrebbe avere la sindrome da ultimi secondi: dopo Mosca e Manchester, Torino. La Roma respinge la sindrome, l’Inter la raggiunge due volte, poi s’arrende a Pjanic.
Partita divertente, con difese allegrotte. Quella dell’Inter, di più. Ed è qui che Mancini (espulso) dovrà lavorare. Qualche segno di miglioramento s’è visto, ma la Roma ha più qualità, un Totti che fa ancora la sua parte e un Nainggolan impressionante per continuità. E, soprattutto, un gioco già collaudato, non da inventare. Alla fine, la differenza si vede tutta. E il braccio di ferro con la Juve continua.
2. MANCINI REINVENTERÀ UNA SQUADRA CHE ORA NON GLI PIACE
Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
È stata una buona Inter, sconfitta da una squadra migliore. Non è chiaro se ci siano veri miglioramenti. È però una squadra diversa, più aggressiva, più pericolosa, più in partita. Come il Milan, anche la Roma non è un avversario che si chiude, lascia spazi al contropiede. Questo favorisce il gioco dell’Inter che ha buona qualità negli ultimi venti metri. È cambiato il temperamento dell’Inter, questo maggior carattere ha portato però anche più confusione. È una squadra che sta studiando ma non ha ancora capito bene cosa. A volte li vedi tutti in linea, altre volte senza forma e sostanza in giro per il campo. La Roma è un pessimo avversario perché è squadra verticale.
Un centrocampo con M’Vila, Medel, Kuzmanovic e Guarin viene sempre superato in fondo a un corridoio. La mia impressione è che a Mancini non piaccia la sua squadra, non la stimi, e si appresti a inventarne un’altra. Con quali uomini non so, ma quando è messo spalle al muro Mancini è un tecnico che sa inventare. L’Inter ha delle qualità, ma sono poco incastrabili le parti.
Nessuno ha una parte piena in commedia, sono tutti mezzi buoni attori. Difficile così fare spettacolo. Ha rischiato molto la Juventus, il gol di Pirlo a un secondo dal termine non definisce una superiorità, è solo un premio a un giocatore perfetto. Juve stanca, anche messa male in campo. Però ancora vittoriosa in uno stadio che ormai è diventato un incubo per tutti. Per capire l’eccezionalità di quanto accaduto va ricordato che Pirlo non segnava su azione dal 24 aprile di due anni fa. In sostanza meglio la Roma per una volta, tornata brillante e spinta da tutta la qualità dei suoi solisti. Pjanic è ormai uno dei migliori centrocampisti europei.
Gioca una buona partita anche il Milan. Da cinque giornate l’Udinese è in caduta abbastanza libera, ma Inzaghi ha trovato un’anima per la sua squadra. È finito il vecchio Milan velleitario che giocava quasi alla memoria. La squadra è semplice, conosce i propri limiti ma anche le proprie possibilità. Montolivo porterà la qualità che manca a centrocampo. Credo sia inutile aspettare Torres, non almeno a un qualche livello. Il Genoa è al terzo posto, Gasperini trasforma sempre una strana massa di giocatori in una squadra. Un vero grande tecnico.