“SEI STATA TRAVIATA DAL DEMONIO” – I MEDIA D'OPPOSIZIONE BIELORUSSI HANNO PUBBLICATO UNA REGISTRAZIONE NELLA QUALE SI SENTONO I RESPONSABILI DELLA NAZIONALE MINACCIARE KRISTINA TSIMANOUSKAYA, LA VELOCISTA CHE RISCHIA GROSSO PER AVER CRITICATO I CAPI SPORTIVI (IL COMITATO OLIMPICO È PRESIEDUTO DAL FIGLIO DI LUKASHENKO) - LA POLONIA LE HA CONCESSO ASILO MENTRE LA SUA FAMIGLIA È FUGGITA DAL PAESE PER NON DIVENTARE OSTAGGIO DEL REGIME - LA SUA FUGA HA RESUSCITATO LA TRADIZIONE DELLE STAR COSTRETTE A…
Anna Zafesova per "la Stampa"
LA BIELORUSSA Krystsina Tsimanouskaya
C'è chi la paragona a Rudolf Nureyev, chi a Martina Navratilova: alle Olimpiadi di Tokyo la velocista bielorussa Kristina Tsimanouskaya ha resuscitato, suo malgrado, la tradizione delle star dello sport e dello spettacolo costrette a fuggire dalle dittature. Un genere che sembrava dimenticato con il tramonto del totalitarismo sovietico, con Nadia Comaneci l'ultima grande fuggitiva dalla Romania, pochi mesi prima della caduta del regime. Ma tra Minsk e Mosca, il ritorno al passato è ormai una politica e un'ideologia, e gli sportivi tornano a essere soldati arruolati in una guerra, e puniti per il «tradimento».
krystsina tsimanouskaya in aeroporto a tokyo
Tsimanouskaya è stata considerata una «traditrice» dopo aver commentato, su Instagram, la decisione dei dirigenti olimpici bielorussi di farla correre i 400 metri, oltre che nelle sue specialità dei 100 e dei 200. L'atleta non era stata nemmeno informata che avrebbe dovuto sostituire le sue colleghe che non riuscivano a superare i controlli anti-doping, e aveva reagito in una maniera molto esplicita. Nessuna accusa politica, soltanto critiche ai capi sportivi, ma in Bielorussia il Comitato olimpico è presieduto dal figlio di Aleksandr Lukashenko, dopo che per anni è stato lo stesso presidente a guidarlo, e Kristina è stata ritenuta colpevole di un reato di lesa maestà.
I responsabili della nazionale le hanno ordinato di ritirarsi dalle gare con il pretesto di un «esaurimento», e l'hanno portata all'aeroporto di Tokyo per caricarla su un aereo per Istanbul (lo spazio aereo bielorusso viene boicottato dalle compagnie aeree europee dopo che Minsk ha dirottato, nel maggio scorso, un volo della RyanAir per arrestare il dissidente Roman Protasevich che si trovava a bordo). Kristina però è riuscita ad avvertire alcuni connazionali presenti in Giappone, e ad attirare l'attenzione della polizia aeroportuale, che l'ha presa sotto la sua protezione.
krystsina tsimanouskaya in aeroporto a tokyo 4
La Polonia le ha immediatamente concesso rifugio nella sua ambasciata a Tokyo, e l'asilo politico, mentre anche Repubblica Ceca, Slovenia e Francia si facevano avanti, e l'Ucraina accoglieva il marito e il figlio di Tsimanouskaya, scappati da Minsk per non diventare ostaggi del regime. La madre dell'atleta invece ha ricevuto una visita della polizia politica, che le ha chiesto di aiutare a far tornare in patria la figlia, vittima di un «complotto dei servizi segreti occidentali». I media d'opposizione bielorussi hanno pubblicato una registrazione nella quale si sentono i responsabili della nazionale aggredire e minacciare Tsimanouskaya, per poi prometterle di «mettere a tacere tutto» se avesse accettato di rientrare a casa e di «tenere la bocca chiusa».
krystsina tsimanouskaya a tokyo 2020
Si sente anche l'atleta singhiozzare, e poi rispondere «non vi credo» alle garanzie di incolumità offerte. Kristina ha raccontato che lo psicologo della nazionale è stato convocato per cercare di farla sentire «colpevole» rispetto ai compagni e ai superiori, che hanno usato anche insulti a sfondo religioso come «sei stata traviata dal demonio, pecchi di superbia!».
krystsina tsimanouskaya a tokyo 5
Il Comitato Olimpico internazionale deciderà a breve eventuali sanzioni contro Minsk, e Amnesty International ha lanciato un appello alla solidarietà con gli sportivi bielorussi. Curiosamente, anche alcuni atleti e commentatori sportivi russi si sono schierati con Tsimanouskaya, un segno di come Lukashenko appaia a molti a Mosca più un problema che una soluzione. Dopo la vicenda dell'aereo dirottato per arrestare un dissidente, il dittatore di Minsk mostra di nuovo di non voler riconoscere alcun vincolo e regola.
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Di solito, gli autoritarismi cercano al contrario di approfittare delle Olimpiadi per sfoggiare un volto più pacifico, ma nell'anniversario della rivolta contro la sua rielezione truccata Lukashenko sembra rendersi conto di non poter contare su un compromesso, né con l'opposizione, né con l'Europa, e di aver scelto quindi una tolleranza zero al dissenso, costi quel che costi.
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