VIRUS E VOLEE - SOTTO UN BOMBARDAMENTO DI TAMPONI INIZIANO GLI US OPEN, IL PRIMO SLAM DELL'ERA COVID: BENOIT PAIRE E’ IL PRIMO POSITIVO: ESPULSO DAL TORNEO E MESSO IN QUARANTENA – LO SCISMA DI DJOKOVIC: IL NUMERO 1 SI È DIMESSO DAL COUNCIL DELL'ATP PER FONDARE UN’ALTRA ASSOCIAZIONE SINDACALE INSIEME A UN CENTINAIO DI COLLEGHI (NESSUNA DONNA, FEDERER E NADAL CONTRARI…)
Gaia Piccardi per il Corriere della Sera
Oggi in campo Uomini Mannarino (Fra)-Sonego, Travaglia-Thompson (Aus), Lorenzi-Nakashima (Usa), Gaio-Berankis (Lit), Harris (Saf)-Cecchinato Donne Paolini-Garcia (Fra), Giorgi-Van Uytvank (bel) Alla tv Diretta su Eurosport dalle ore 17 Un super favorito (Novak Djokovic, che annettendosi il Master 1000 di Cincinnati ha portato l' imbattibilità stagionale a 23 match), dieci italiani in tabellone (più Giorgi e Paolini nel femminile) e
Oggi a New York, sotto un bombardamento di tamponi, comincia il primo Slam dell' era Covid, subito in salita.
Non solo perché Paire, sbarcato negli Usa il 18 agosto e fin qui negativo, è stato in stretto contatto con gli altri francesi (Gasquet, Barrere, Roger-Vasselin e Mannarino, che al primo turno dell' Open Usa è stato sorteggiato contro Lorenzo Sonego) ma anche perché il clamoroso scisma voluto dal Djoker rischia di diventare un' arma di distrazione di massa: il serbo si è dimesso dal council dell' Atp per fondare insieme a un centinaio di colleghi (nessuna donna, Federer e Nadal contrari, tanto per sottolineare ancora una volta la distanza tra i Big Two e il terzo incomodo) la Ptpa, Professional Tennis Players Association.
Lo scopo: riacquistare quel ruolo di leader che lo sfacelo dell' Adria Tour e il suo stesso contagio al Covid avevano minato e contrattare con i quattro tornei dello Slam una distribuzione del montepremi più favorevole ai giocatori. L' Atp del neopresidente (quando mai...) Andrea Gaudenzi non l' ha presa bene, naturalmente: in un mondo sempre più frammentato sembrava più logico che a fare la forza fosse l' unione, ma l' animo da sindacalista del numero uno del mondo ha preso il sopravvento. Purché non gli faccia perdere di vista l' obiettivo: allungare di 7 match la striscia di vittorie e annettersi l' Open Usa nel vuoto pneumatico di Flushing Meadows, accorciando la distanza con Federer (20) e Nadal (18).
Sarebbe il 18° Major del serbo, che aggancerebbe lo spagnolo e l' anno prossimo potrebbe tentare il sorpasso allo svizzero 40enne.
New York è lo Slam di Serena Williams, che a 39 anni (il 26 settembre) tenta l' arrembaggio al record di 24 Major di Margaret Court e di dieci azzurri alla conquista dell' America. Matteo Berrettini, che difende la semifinale dell' anno scorso, comincia la sua campagna contro il giapponese Soeda; Jannik Sinner, deludente nel torneo di Cincinnati, ha pescato la testa di serie n.11 Karen Khachanov, un avversario tutt' altro che morbido che però ha già battuto.
Si gioca tre set su cinque, cioè un altro sport rispetto alla prima settimana nella bolla di Flushing. Le regole ferree della Federtennis americana (incluso un robot con termoscanner che circola per gli ambienti in cerca di temperature anomale e il coprifuoco oltre il quale tutti devono ritirarsi nelle loro stanze) non sono bastate a renderla impermeabile dal virus, come il caso Paire dimostra. È un tennis che avanza faticosamente, a strappi, verso la stagione europea sulla terra (Roma e Parigi, in Paesi dove i contagi sono in rapido aumento), aggrappato alle pochissime certezze. Il Djoker, tra esse.
Sindacalizzato ma sempre vincente, reduce dal virus però infrangibile, concentrato sull' inseguimento forsennato cui ha dedicato la vita. Futuro re in contumacia degli altri due. Ma non è un suo problema.