SIMONA HALEP CONDANNATA A 9 MESI PER DOPING: PERCHÉ LA SCONCERTANTE SENTENZA PUÒ SPAVENTARE SINNER - LA TENNISTA ROMENA, VINCITRICE AL ROLAND GARROS NEL 2018 E A WIMBLEDON NEL 2019, NUMERO 1 AL MONDO PER QUASI UN ANNO È STATA SQUALIFICATA PER “INCAUTO UTILIZZO DI UN INTEGRATORE CONTAMINATO” – NELLE MOTIVAZIONI IL TAS RIMARCA PIÙ VOLTE IL FATTO CHE PER UNA ATLETA “AL VERTICE DELLO SPORT MONDIALE È INCONCEPIBILE CHE L’USO DI PRODOTTI A RISCHIO DI POSITIVITÀ VENGA DELEGATO A PERSONE CHE NON HANNO COMPETENZE MEDICHE COME FISIOTERAPISTI O ALLENATORI”
Marco Bonarrigo per corriere.it - Estratti
«L’atleta che stiamo giudicando oggi non è una semplice giocatrice di tennis professionista: ha grandissima esperienza, è ai vertici del ranking mondiale da tempo e ha vinto due slam. … Nell'utilizzare il prodotto che le ha provocato positività all’antidoping, lei si è affidata completamente alla sua fisioterapista personale, che non è un medico o un clinico. …
La questione che questo Panel del Tas si pone è come mai in un ambiente di così elevata professionalità questioni legate a possibili problemi con l’antidoping siano affidate a persone che non abbiano esperienza in questo settore. … L’atleta avrebbe dovuto capire i limiti delle qualifiche della sua fisioterapista e il fatto che si stesse giocando un torneo negli Stati Uniti, in un continente lontano dal suo, non può giustificare la mancata consultazione di uno specialista e l’affidamento di un compito così delicato a una persona senza le necessarie competenze mediche».
Liberamente tradotti dall’inglese, i passi riportati qui sopra sono tratti dai punti 227/233 della sentenza con cui il Tas di Losanna (motivazioni pubblicate lunedì scorso) ha squalificato per nove mesi la tennista rumena Simona Halep, vincitrice al Roland Garros nel 2018 e a Wimbledon nel 2019, numero uno al mondo per quasi un anno, con l’accusa di «incauto utilizzo di un integratore contaminato».
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La sentenza è per molti versi sconcertante. Halep era stata squalificata quattro anni dall’Itia con documentate accuse di doping intenzionale tramite l’utilizzo dell’antianemico proibito Roxadustat, utilizzo validato anche da un passaporto biologico irregolare ma è stata completamente scagionata da queste a dispetto di perizie molto chiare e sanzionata invece per «incauto uso».
Nelle motivazioni - inedite - della sentenza degli arbitri svizzeri c’è forse la chiave per capire le ragioni del ricorso della Wada sull’assoluzione da parte dell’Itia del nostro Jannik Sinner. Pur nella diversità dei casi (lì integratore, qui pomata che cura lesioni: il livello di rischio e di consapevolezza era molto più elevato per Halep) il Tas rimarca più volte il fatto che in un atleta al <pinnacle> (vertice) dello sport mondiale è inconcepibile che l’uso di prodotti a rischio di positività venga delegato a persone che non hanno competenze mediche come fisioterapisti o allenatori
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