
“LA SOSPENSIONE MI HA FATTO SENTIRE FRAGILE. ALL’INIZIO CONTAVO I GIORNI, POTEVA FINIRE PEGGIO” - JANNIK SINNER VEDE LA FINE DEL TUNNEL DOPO LA SQUALIFICA PER IL CASO DOPING. TRA UN MESE IL NUMERO 1 DEL MONDO SCENDERÀ IN CAMPO A ROMA – “COMUNQUE MI SONO ALLENATO MOLTO, STO LAVORANDO IN PALESTRA PER ARRIVARE FISICAMENTE AL MEGLIO AL FORO ITALICO, PER PROVARE SOLUZIONI DIVERSE PER LA TERRA, CHE NON È LA MIA SUPERFICIE PREFERITA. MA AL TENNIS NON HO PENSATO MOLTO, ANZI. DI QUELLO CHE PENSANO GLI ALTRI NON MI INTERESSA, SO SOLO CHE…”
Stefano Semeraro per la Stampa - Estratti
jannik sinner foto mezzelani gmt 24
Dopo aver occhieggiato, muto, dai selfie altrui, a due mesi dalla sospensione concordata con la Wada Jannik Sinner torna a esporsi a figura piena, riccioli d’ordinanza, completo scuro, voce ferma e ambizioni adeguate al ruolo. Rivelando tutto l’agrodolce di queste settimane senza tennis. Il 14 aprile potrà allenarsi pubblicamente, non più mimetizzato nella macchia mediterranea vicino a Monte-Carlo.
Il 5 maggio lo attende la prima conferenza stampa a Roma, il 9 o il 10 il ri-debutto agli Internazionali. «Dopo la sospensione di Doha mi sono sentito fragile», ammette, ospite della famiglia Lavazza alla Design Week, davanti alle telecamere di Sky Sport.
«Mentirei se dicessi che sono senza sentimenti ed emozioni. Poi nella vita si impara e io anno dopo anno capisco sempre meglio chi sono, qual è il mio valore come persona. È stato un momento difficile, ma chi mi sta intorno mi ha dato la forza per capire quello che mi stava succedendo».
È stato un vuoto zeppo di cose. Le sciate a casa, in Val Pusteria, i giri in kart a Busca, vicino a Cuneo, e le uscite in bici insieme all’ex pilota di Formula 1 Giovinazzi, all’altro driver Pier Guidi e al ciclista Ciccone.
Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi, Giulio Ciccone, Jannik Sinner
Le sfilate a Milano chez Gucci e il tempo passato con il suo cerchio magico. «Con mio padre, soprattutto, e con gli amici di Monte-Carlo, per una pizza o per giocare alla playstation. Che il tennis non fosse tutto già lo sapevo, ora l’ho capito ancora meglio. La famiglia resta la prima cosa e gli amici, quelli veri, sono fondamentali».
Un lembo di vita straordinaria proprio perché normale. «All’inizio contavo i giorni e un po’ lo faccio ancora, ma in fondo è stato un periodo sereno. Anche perché ero consapevole di essere innocente. Per questo non volevo accettare la sospensione, ho dovuto discuterne con i miei avvocati. È stato il male minore, poteva finire molto peggio. Comunque mi sono allenato molto, sto lavorando in palestra per arrivare fisicamente al meglio a Roma, per provare soluzioni diverse per la terra, che non è la mia superficie preferita. Ma al tennis non ho pensato molto, anzi. Ho guardato poche partite. Rientrare da numero 1 è bello, ma la classifica non la posso controllare, quindi non me ne preoccupo. Ed è anche bello non sentire ogni giorno la pressione del torneo».
Quella che ha fatto deragliare i suoi avversari, Alcaraz e Zverev soprattutto, che con lui fuori dai giochi non sono riusciti ad approfittarne.
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Sarà un ritorno inevitabilmente ansiogeno fra aspettative, affetto del pubblico e dubbi di qualche collega. «Non so prevederlo. Dovrò trovare un equilibrio, ma giocare in Italia mi piace, l’ho dimostrato a Torino, un posto dove mi sento protetto, e il pubblico di casa è sicuramente un’arma in più. Di quello che pensano gli altri non mi interessa, so solo che voglio giocare a tennis ed essere felice. La storia finisce lì». Anzi, ne ricomincia un’altra.
jannik sinner sfilata gucci milano fashion week
JANNIK SINNER - AUSTRALIAN OPEN
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