“SOGNO ANCORA I RIGORI SBAGLIATI CON L'ARGENTINA” – TOTÒ SCHILLACI, IN UN'INTERVISTA DEL 2013, RICORDAVA LE NOTTI MAGICHE DI ITALIA ’90: “QUELL’EXPLOIT È STATO UNA SORPRESA ANCHE PER ME. BCI SONO GLI ANNI SPECIALI, COME QUELLO, DOVE OGNI COSA CHE TOCCHI SI TRASFORMA IN ORO” – “QUEI MALEDETTI RIGORI IN SEMIFINALE NON LI HO MAI RIVISTI NÉ IN TV NÉ SUL WEB. MI METTEREBBERO TROPPA TRISTEZZA” – IL MESSAGGIO DI ROBERTO BAGGIO: “MIO CARO AMICO, ANCHE STAVOLTA MI HAI SORPRESO. NOI DUE FRATELLI D'ITALIA PER SEMPRE” – VIDEO: I 6 GOL DI SCHILLACI A ITALIA ’90
1. I RICORDI DI SCHILLACI: “SOGNO ANCORA I RIGORI SBAGLIATI CON L'ARGENTINA”
Articolo di Antonello Sette per www.ilfoglio.it del 7 gennaio 2023
[…] Salvatore Schillaci, detto Totò, più di duecento gol sparsi per il mondo, a distanza di oltre trenta anni ancora non si capacita della sua epopea. “Non me l’aspettavo neppure io. Il calcio era la mia passione sin da bambino. Non sapevo fare altro che tirare calci a un pallone e avevo la testa ingombrata dai sogni. Da grande volevo giocare nella Juve, di cui ero diventato tifoso sin dai primi vagiti.
L’exploit di Italia ‘90 è stato una sorpresa anche per me. Neppure chiudendo gli occhi, lo avrei potuto immaginare. Ho colto l’attimo del mio momento magico e sono salito sul treno che trasporta i sogni. Quel treno passa una sola volta nella vita. Bisogna farsi trovare pronti e avere anche un po’ di fortuna. Il grande merito, che mi riconosco, è di aver giocato, sin dall’inizio della mia avventura, tutte le partite, come se ognuna fosse quella della vita. Lottavo, segnavo, lottavo, senza un attimo di tregua. Poi ci sono gli anni speciali, come quello, dove ogni cosa che tocchi si trasforma in oro”.
La sua storia assomiglia al sogno fatto in Sicilia da Candido Munafò, che come lei voleva andare a Torino, raccontato dalla penna magica di Leonardo Sciascia. Partendo, nel suo caso specifico, dal Celeste di Messina per arrivare dritto e spedito alla corte dorata degli Agnelli…
“Io non dimentico. Senza Messina e il Messina non sarei mai arrivato a Torino e non ci sarebbero state le notti magiche con il cuore in gola di Italia ’90. Sono arrivato lì da Palermo, quando avevo diciassette anni. Messina era nel mio destino. Mi ha adottato ed è stata il mio trampolino di lancio. Sono stati sette anni straordinari. A Messina ho lasciato dei ricordi che conserverò dentro di me per tutta la vita”. […]
Che ricordi ha dell’Avvocato?
“Il primo incontro con Gianni Agnelli e Giampiero Boniperti lo ricordo come una cosa meravigliosa. Venivo da Messina ed ero, improvvisamente, al cospetto del gotha del calcio. Ero emozionato, come uno scolaretto nel primo giorno di scuola e facevo fatica a pronunciare anche una sola parola. Boniperti mi disse: 'Finalmente ti abbiamo preso'. Aggiunsero che amavano la mia terra ed erano felici che la maglia bianconera fosse indossata da un siciliano.
Mi sembrava davvero di sognare. Mi avevano fortissimamente voluto nella squadra, di cui ero sempre stato tifoso. L’Avvocato era un grande conoscitore di calcio. Ci chiamava di prima mattina, ogni volta che c’era una partita e si informava delle condizioni fisiche e psicologiche di ciascuno di noi. Roba d’altri tempi. Roba unica”.
TOTO SCHILLACI ROBERTO BAGGIO - ITALIA 90
Torniamo a Italia ’90. Che ricordi ha di quella maledetta notte del 3 luglio, quando fummo eliminati dall’Argentina di Maradona ai rigori. Credo sia tuttora il più grande rammarico dell’Italia tifosa, anche perché quella squadra, Totò Schillaci a parte, poteva contare su campioni del calibro di Roberto Baggio, Gianluca Vialli, Franco Baresi, Paolo Maldini, Carlo Ancellotti, Beppe Bergomi, Giuseppe Giannini, Ciro Ferrara, Giancarlo Marocchi, Pietro Vierchowod, Roberto Donadoni, Walter Zenga, Stefano Tacconi…
“Io credo che quella sia stata una delle nazionali più forti di sempre. Avevamo tutte le carte in regola per vincere i mondiali. Abbiamo perso solo per un episodio. Da allora, tutte le volte che vedo ai mondiali una squadra alzare la Coppa, Italia compresa, ripenso a quello che poteva essere e non è stato. Avevamo uno squadrone e dovevamo vincere noi. A volte essere i più forti non basta. Eravamo anche passati in vantaggio con un mio gol. Abbiamo perso solo per un episodio”.
Quando parla dell’episodio che vi ha fatto perdere, allude alla lotteria dei rigori?
“Prima dei rigori, c’era stata l’uscita a vuoto di Zenga che aveva consentito a Caniggia di pareggiare”.
Quella, peraltro, era stata una semifinale anomala, con buona parte del pubblico di Napoli che non tifava per l’Italia, ma per l’Argentina…
“Sapevamo quello a cui andavamo incontro giocando a Napoli contro l’Argentina di Maradona, ma non ci siamo fatti condizionare. Eravamo determinati e tranquilli. Avevamo in pugno la partita, potevamo andare in finale e alzare la Coppa, ma purtroppo è andata come è andata”.
Lei stato uno dei primi calciatori italiani che sono andati a giocare all’estero e il pioniere della nuova frontiera calcistica del Giappone, dove era un idolo ed è diventato forse più famoso che in Italia, segnando 65 gol in due campionati con la maglia dello Jubilo Iwata…
“A giocare all’estero non era ancora andato nessuno. Sono stato il primo a fare questa esperienza e avevo solo 30 anni. Sono stati, senza retorica, anni bellissimi. Il calcio in Giappone stava già crescendo, ma non era arrivato ai livelli di oggi. Dei giapponesi mi sono rimasti impressi la passione composta, la gentilezza, il rispetto che hanno per gli altri, la puntualità e il sushi, che allora in Italia non era ancora di moda”. […]
Non dice quindi, come tutti gli i suoi compagni, che il calcio ai loro tempi non solo era tutta un’altra cosa, ma anche più bello?
“Oggi il calcio è in televisione ogni giorno e a ogni ora. Sono cambiati i contratti. I calciatori fanno anche i modelli. Sono cambiate non solo la tattica, ma anche la collocazione delle pedine nello scacchiere. E’ cambiato tutto, ma è sempre un bel vedere”.
E’ cambiato anche il rapporto dei calciatori con i tifosi?
“Sì, ora è diverso. I calciatori sono quasi irraggiungibili. A miei tempi ci obbligavano ad andare la sera nei club dei tifosi ed eravamo sempre in mezzo a loro”.
[…]
Quale è l’attimo o il gol che non potrà mai dimenticare e che magari sogna ancora di notte?
“Se parliamo di sogni, quello più ricorrente è, in realtà, un incubo, di cui evidentemente non mi sono mai liberato. Sogno i rigori sbagliati contro l’Argentina. Non ci crederà, ma io quei maledetti rigori li sogno di notte, ma non li ho mai rivisti di giorno, né in televisione, né sul web. Mi metterebbero troppa tristezza. Il mio gol indimenticabile? Quello negli ottavi di finale contro l’Uraguay è stato bellissimo”.
Vado a memoria. Il subentrato Serena si improvvisa assistman e le serve un pallone al bacio. Lei si coordina e con il sinistro di prepotenza buca la rete…
“Mi vengono ancora i brividi. I brividi di una notte magica, vissuta con il cuore in gola. Eravamo i più forti, ma non sempre i più forti vincono. Nel calcio, come nella vita”.
2. ROBY BAGGIO RICORDA TOTÒ SCHILLACI: «MIO CARO AMICO, ANCHE STAVOLTA MI HAI SORPRESO. NOI DUE FRATELLI D'ITALIA PER SEMPRE»
Estratto dell’articolo di Luca Bertelli per www.corriere.it
TOTO SCHILLACI ROBERTO BAGGIO - ITALIA 90
[…] Schillaci e Baggio […] a Italia 90 esplosero insieme, nella notte contro la Cecoslovacchia: l'Italia doveva vincere per evitare la Germania agli ottavi, Vicini rimase privo di Vialli e lanciò questa strana coppia che fece faville. Totò sbloccò il risultato, Roby segnò un gol tra i più belli di sempre in azzurro: partì da centrocampo, saltò tutti, segnò e fece esplodere l'Olimpico.
L'allenatore non avrebbe più cambiato quel tandem, sino alla semifinale contro l'Argentina quando decise di ridare fiducia a Vialli, la stella indiscussa di quel gruppo. Baggio entrò dopo, segnò anche uno dei rigori nella serie che ci fu fatale, ma non bastò per accedere in finale. Così i due tornarono a fare coppia nella finale terzo e quarto posto, a Bari, contro l'Inghilterra. Un gol a testa: Roby firmò un altro gol dopo una serie di dribbling ubriacanti, Schillaci chiuse da capocannoniere con sei reti, lenendo parzialmente quella ferita aperta della semifinale persa a Napoli. Poche settimane dopo si ritrovarono alla Juventus, dove invece la favola non prese forma.
TOTO SCHILLACI ROBERTO BAGGIO - ITALIA 90
Tutta la famiglia Baggio, a pochi minuti dalla scomparsa di Totò, ha espresso cordoglio sui social, sconvolta dalla notizia come tutta Italia. Poi sono arrivate le parole di Roberto, su Instagram, per il gemello del gol di un'estate indimenticabile per tutti gli italiani: «Ciao mio caro amico - ha scritto il Divin Codino, postando una foto che lo vede abbracciato a Schillaci dopo un gol - anche stavolta hai voluto sorprendermi. Rimarranno per sempre impresse nel mio cuore le notti magiche di Italia 90 vissute insieme. Fratelli d'Italia per sempre».
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