il calcio negli stati uniti usa

ECCO COME GLI AMERICANI HANNO TRASFORMATO IL CALCIO IN BUSINESS - LA MEDIA SPETTATORI È COME QUELLA DELLA SERIE A, E’ IL SECONDO SPORT PIÙ GIOCATO DAI GIOVANI, CI SONO IMPIANTI ALL’AVANGUARDIA E UNA VALANGA D’INTROITI PUBBLICITARI - MANCANO SOLO I TECNICI: LA QUALITÀ DEL GIOCO E’ ANCORA MEDIOCRE, NONOSTANTE I CAMPIONI IN DISARMO

Daniele Dell’Orco per “Libero Quotidiano”

 

IL CALCIO NEGLI STATI UNITIIL CALCIO NEGLI STATI UNITI

Passeggiando nei pressi dello Yankee Stadium di New York, in pieno Bronx, poco prima di una partita di calcio non è raro imbattersi in qualche abitante vecchio stampo della Grande Mela che considera un sacrilegio che il soccer, uno sport minore, venga praticato nel tempio del baseball, l'impianto sportivo più costoso mai costruito (2 miliardi di euro).

 

Eppure basta aspettare qualche minuto per rendersi conto di quanto il calcio sia entrato nel cuore di molti altri statunitensi. Basta, appunto, che dall' uscita della metro appena sotto lo stadio spunti una banda armata di tamburi e trombe, pronta a incitare Pirlo, Lampard (tripletta per lui sabato nel 5-1 con i Colorado Rapids) e compagni.

 

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Oltre a loro, i 22mila spettatori che con biglietto elettronico sul cellulare (un semplice codice a barre), maglietta rigorosamente ufficiale (costosissime, dai 120 ai 180 dollari, ma se il tuo beniamino segna un gol c'è lo sconto del 15%) e Geyser Sound vari entrano in questo hub aeroportuale con decine di locali, punti ristoro, scale mobili e wifi gratuito. E 22mila è anche la media degli spettatori della MLS, cresciuta del 75% dal 2000 ad oggi (era di 13,756 presenze) e arrivata a un passo da quella della A (22221).

 

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Un dato impressionante, ma non l' unico. Dal 1999 al 2014, per esempio, il numero dei calciatori è raddoppiato, e tra i giovani tra i 12 e i 24 anni il calcio è il 2° sport preferito dopo il football americano. Le squadre sono 20 (tra Est e Ovest) a fronte delle 10 di inizio millennio, e nel 2020 diventeranno 24: per l'ingresso nella lega (non esistono retrocessioni) dieci anni fa pagavano 10 milioni di dollari, mentre due anni fa il New York City degli emiri proprietari anche del City, ne ha dovuti sborsare 100.

 

Per non parlare dei diritti tv: nei primi anni la MLS era costretta ad acquistare spazi per trasmettere le partite, mentre nel 2014 ha firmato un contratto da 720 milioni di dollari in 8 anni con ESPN, Fox e Univision (canale in spagnolo).

 

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Visto che la stagione regolare si gioca anche in estate, c'è da considerare la sovrapposizione con altri eventi. La Copa America, ad esempio, disputata tra Santa Clara e New York, ha fatto registrare il record di spettatori in 100 anni di storia: ben 1,5 milioni di presenze allo stadio (46mila a partita per 32 gare). La International Champions Cup, organizzata proprio da una società newyorchese e disputata tra Usa, Cina e Australia, è diventata una competizione capace di generare, secondo Bloomberg, 90 milioni di euro in ricavi.

 

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Si direbbe che l'unica pecca di un sistema ormai lanciatissimo siano proprio le partite. La qualità tecnico-tattica di una gara di MLS equivale a quella della nostra LegaPro. Per capire il livello basti pensare che allo Yankee Stadium in caso di pioggia la gara può essere sospesa anche per 20 minuti e il match viene trasmesso in diretta sul maxischermo dello stadio (vietatissimo in Europa). Su 20 tecnici dei vari club, poi, ben 15 sono americani, e solo un paio di questi ha militato fuori dagli States. Non c'è traccia, non a caso, di schemi e organizzazioni di gioco. Certo, ci sono le stelle. Kakà, Giovinco, Villa, Gerrard, Pirlo, Lampard, ma complici l'età avanzata e i pochi stimoli finiscono spesso per livellare il loro talento a quello dei compagni. Per ora agli americani va bene così.

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