STASERA TORNA LA CHAMPIONS: RIUSCIRA’ CR7 A VINCERLA ANCHE CON LA JUVE? - LA GARANZIA DEL NAPOLI SI CHIAMA ANCELOTTI, CHE NE HA VINTE 3 DA ALLENATORE MA IL GIRONE CON PSG E LIVERPOOL E’ INFERNALE- LA ROMA PUNTA AI QUARTI MA RIUSCIRANNO KOLAROV, FAZIO E PELLEGRINI A TORNARE QUELLI DELLA STAGIONE SCORSA? INTER, BASTA PAZZIE. SPALLETTI DEVE RITROVARE ICARDI, NAINGGOLAN E PERISIC
Giorgio Gandola per la Verità
C' è una signora che l' ha vinta prima di cominciare. Non è la Juventus, è più giovane, sta a Paderno Dugnano nella Brianza velenosa e non ha dovuto investire 250 milioni per toccarla, anzi viene pagata; si chiama Valentina Losa e amministra l' azienda orafa che ogni anno realizza la Champions League.
Due copie, una per l' Uefa e l' altra per la squadra il cui nome sarà scritto per sempre con un incisore elettrico un secondo dopo la conclusione della finale di Madrid al Wanda Metropolitano il primo giugno 2019. Oggi, con quattro squadre italiane alla partenza, comincia la follia calcistica più affascinante del mondo. Quella per cui i club si svenano, i calciatori arricchiscono o diventano comparse, i tifosi perdono la ragione. E tutti, ma proprio tutti, sperano che non ci sia in giro gente con un bidone della spazzatura al posto del cuore
Quest' anno tutto ruota attorno alla grande ossessione e l' arrivo di Cristiano Ronaldo trasforma una speranza in un imperativo: vincerla.
L' uomo in più è lui, mister Champions per eccellenza (ne ha in bacheca 5), capace di modificare la storia di una partita con una giocata e molto altro. Tanti bravi calciatori sono termometri che misurano la temperatura in un ambiente. Lui è un termostato perché le temperature non le misura, le cambia. Accanto a lui sono perfetti Mario Mandzukic e Douglas Costa, molto meno Paulo Dybala.
Problemi divini per Max Allegri, li affronterà. Il jolly di Champions è destinato ad essere Emre Can, turco affinato al Liverpool, centrocampista universale, capace di giocare centrale di difesa come rifinitore dietro le punte. Se gli danno un paio di guanti va anche in porta. All' interno della stessa partita, può diventare supporto ideale sia per l' attacco quando si va all' arrembaggio, sia per Miralem Pjanic quando si soffre sui campi più duri, dove gli avversari ruggiscono a fil di caviglia e il bosniaco di solito balla la rumba. Come potrebbe già capitare domani sera al Mestalla contro il Valencia, prova generale per tutti.
Il punto debole è invisibile agli occhi e si chiama ansia da prestazione. Tutto è semplice quando il vento soffia alle spalle e il campionato italiano si trasforma in un buon allenamento; tutto diventerebbe difficile dovessero allungarsi le prime ombre, i primi passaggi a vuoto. Allora l' obbligo di arrivare sull' Everest sarebbe una pesante palla al piede.
La difesa è di nuovo una muraglia con il ritorno di Leonardo Bonucci, ma rimane un reparto parecchio invecchiato e con uomini di fascia più adatti ad offendere (Joao Cancelo e Alex Sandro) che a frenare.
Poi c' è Mehdi Benatia, guerriero da impresa ma anche da raptus. Pagliuzze, ma ci sono.
Salutato definitivamente il ciclo dell' Orologiaio Matto Maurizio Sarri, dedito alla perfezione millimetrica dello schema più che alla gestione del gruppo, Aurelio De Laurentiis vorrebbe provare a lasciare un' impronta anche in Europa.
Fantasie partenopeeL' uomo in più sarà Carlo Ancelotti, vecchio nocchiero da Champions prima con il Milan in campo e in panchina, poi con le più titolate squadre del continente. Nessuno è più esperto, autorevole e freddo di lui. Il campionato è cominciato bene: schiaffi a Lazio, Milan e Fiorentina, unica sbandata a Genova con la Sampdoria. Ancelotti sta forgiando una squadra basata su empatia e psicologia esattamente come fece Fabio Capello quando arrivò a Milanello dopo i meravigliosi (ma neurologici) anni di Arrigo Sacchi. Era accompagnato dal mantra: bisogna rifondare. E invece con gli stessi vinse tutto.
Il jolly dovrà essere Arkadiusz Milik. Se il Napoli vuole stupire in Champions a cominciare da stasera a Belgrado davanti alla Stella Rossa avrà bisogno del suo centravanti. Che sia fortissimo lo sanno tutti, che sia sano ci sono le controprove, che possa diventare un top con Lorenzo Insigne a svariargli attorno è tutto da vedere. L' obiettivo è arrivare agli scontri diretti in primavera e per farlo bisognerà eliminare una fra Psg e Liverpool. Senza un centravanti che si trasforma in cobra non può accadere. Il punto debole potrebbe essere la carenza di personalità del centrocampo. Piotr Zielinski è micidiale, ma Marek Hamsik invecchia e il brasiliano Allan va a corrente alternata.
I partenopei dovranno fare un salto di qualità mentale per reggere i due fronti da protagonisti, magari senza spendere subito tutte le energie che Sarri pretendeva. Gestire un capitale significa arrivare al top nei momenti giusti.
Lupa ancora affamata Partita male in campionato (5 punti in 4 gare) la falange giallorossa è subito chiamata all' esame più duro: domani al Bernabeu c' è l' esordio in Coppa Campioni con il detentore Real Madrid. È vero che i blancos ripartono in modo surreale senza Cristiano Ronaldo dopo 9 anni, ma è altrettanto vero che gli altri 10 sono i soliti mostri. L' obiettivo è arrivare ai quarti, insomma avvicinarsi al delirio della semifinale 2018 e l' arma in più dovrà essere un Edin Dzeko subito collegato con la squadra e consapevole dell' obiettivo. I gol li ha sempre avuti, nella testa e nelle gambe.
Perso Radja Nainggolan per questioni di bilancio, Eusebio Di Francesco sta plasmando un centrocampo più tecnico, ma le percussioni e i cannoneggiamenti del barbaro belga verranno inevitabilmente a mancare. In questo contesto il jolly può essere Javier Pastore, ancora limitato da un infortunio, ma capace di quell' imprevedibilità, di quel guizzo da fuoriclasse che sempre mettono in crisi una difesa. Anche Steven N' zonzi ha colpi vincenti nel suo zaino da campione del mondo, va aspettato con fiducia e pazienza. Il punto debole è in una domanda: riusciranno Aleksandar Kolarov, Federico Fazio e Lorenzo Pellegrini a ripetere la strepitosa stagione scorsa? Se la risposta sarà positiva, questa Roma diventerà un babà. Sennò, Fernet per tutti.
Squilibrio nerazzurro È tornata a riveder le stelle (come da claim della campagna abbonamenti) dopo 6 anni, ma poiché si chiama Inter c' è già il timore che si tratti di martellate in testa. Suning ha finanziato, la società ha comprato, ma la partenza in campionato è da incubo: 4 punti, 2 sconfitte con Sassuolo e Parma, nubi nere su Luciano Spalletti e squadra preda di indefinibili turbe psicologiche dentro la stessa partita. In tutto questo, stasera arriva a San Siro il Tottenham, una Jaguar guidata da Harry Kane, che lo scorso anno si suicidò contro la Juventus quando aveva la qualificazione in mano.
L' obiettivo è vincere per mettere fieno in cascina e sperare di arrivare a primavera ancora vivi nonostante Barcellona e Psv nello stesso girone. In questo caso arma in più e jolly sono intercambiabili: Maurito Icardi e Radja Nainggolan. L' Inter non può prescindere dai gol del primo e dagli strappi del secondo. Anche Ivan Perisic dovrà fare la differenza con maggiore continuità rispetto al passato.
E Spalletti spera che l' upgrade di credibilità determinato dal mondiale trasformi la lunatica ala croata in un fattore persistente. La difesa è teoricamente da top club perché Milan Skriniar e Stefan De Vrij sono fra i migliori centrali d' Europa. Un ottimo punto di partenza. Il punto debole è l' Inter stessa, quel male oscuro che si porta dentro da anni e che le impedisce di giocare tre partite allo stesso livello.
Se gioca come contro il Parma può perdere da chiunque (anche dal Parma). Se gioca come contro la Juventus l' anno scorso a San Siro può battere perfino il Barcellona. Detto questo, la coppia Marcelo Brozovic-Matias Vecino in cabina di regia rischia di produrre pochi film da Oscar e molti documentari.
Quando si comincia, tutto è opinabile tranne la passione della gente. Nella Champions che parte, le nostre squadre godono comunque di una rassicurante certezza: mai, ma proprio mai, avranno la sventura d' essere arbitrate dai flanelloni e sopravvalutati direttori di gara italiani.