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CHE STOCCATE! IL PRESIDENTE DELLA FEDERSCHERMA, LUIGI MAZZONE, HA RIMOSSO STEFANO CERIONI, IL CT DEL FIORETTO CHE HA CONQUISTATO L’ARGENTO ALLE ULTIME OLIMPIADI DI PARIGI. AL SUO POSTO L’EX ATLETA SIMONE VANNI – CERIONI NON LA PRENDE BENE: “È UNA DECISIONE INGIUSTA, SBAGLIATA E ILLOGICA. RIVENDICO I MIEI RISULTATI, MA L'AVVERSARIO L'AVEVO DENTRO CASA...”
Estratto dell’articolo di Flavio Vanetti per www.corriere.it
La nuova dirigenza della Federscherma, presieduta da Luigi Mazzone, ha nominato i c.t. delle varie armi e, udite, udite, non è stato confermato Stefano Cerioni, tornato dopo i Giochi di Tokyo a governare il settore del fioretto.
Al suo posto Simone Vanni, 46 anni, pisano, uno che vinto (in vetta al palmarès l’oro olimpico a squadre nel 2004 e quello iridato individuale del 2002, da abbinare ai due titoli, sempre mondiali, con la squadra nel 2003 e nel 2009) e che al termine della carriera è diventato allenatore, con ottimi risultati a livello giovanile e come c.t. nella Nazionale paralimpica.
La notizia della rimozione di Cerioni, che dopo Londra 2012 (un’edizione eccellente per il fioretto, con la storica tripletta femminile seguita dal titolo a squadre e con l’analogo successo dei maschi nella prova collettiva) aveva scelto di allenare in Russia e, successivamente, di guidare singoli atleti, girava da giorni.
[…] «Sessantaquattro medaglie d'oro, 42 d'argento, 46 di bronzo, 152 podi totali tra Coppa del Mondo, campionati Europei e Mondiali, e Olimpiadi. Questi sono i risultati della mia gestione alla guida del fioretto maschile e femminile dal 2021 fino agli ultimi trionfi nelle gare di Torino della scorsa settimana. Li rivendico nel momento in cui la Federazione ha deciso di non confermarmi nel ruolo di commissario tecnico.
La vanità non mi appartiene, il lavoro sì. Voglio farlo per il rispetto morale e professionale che devo a me stesso e alle atlete e agli atleti, alle maestre e ai maestri e a tutti i componenti dello staff — nessuno escluso — che con il loro impegno e le loro capacità hanno contribuito al raggiungimento di traguardi che solo l'Italia può vantare nel mondo.
stefano cerioni filippo macchi 2
La competizione fa parte della mia vita da mezzo secolo. In pedana o a bordo pedana cambia niente, perché il tentativo di battere l'avversario è una sfida che richiede studio, passione, tenacia, intelligenza, capacità e voglia di migliorare. Sempre. A patto però di avere l'avversario di fronte e non dentro casa. Ritengo ingiusta, sbagliata e illogica la decisione della Federazione di non confermarmi alla guida del fioretto maschile e femminile. Mi è stato detto che si tratta di una scommessa.
Parola fuori posto in un contesto dove contano i valori dello sport nel senso più alto del termine. Valori che non contemplano giochi di potere o labirinti politici. Noi non abbiamo trovato il tesoro senza muovere la terra. Io, le atlete, gli atleti e lo staff abbiamo costruito e cementato un gruppo compatto e granitico che porta soddisfazioni e trofei a se stesso e all'Italia. Lo dico con orgoglio e senza falsa modestia: lascio il fioretto molto meglio di come l'ho trovato».
Già, perché cacciarlo? Sono già fiorite le voci, ad esempio che abbia inciso il neo vicepresidente Daniele Garozzo (sarebbe però strano: non ricordiamo che da suo allievo non andasse d’accordo con Cerioni), oppure che abbia avuto un peso Bebe Vio, eletta nel consiglio e in azzurro guidata appunto da Vanni.
C’è però una giustificazione ufficiale, comunicata dalla Federazione: la scelta nasce dal desiderio di cambiare — con rischi annessi, senza togliere nulla al valore subentrante — e di proporre stimoli differenti a un movimento all’inizio di un nuovo corso. […]