“TACCONI? SIAMO ANCORA IN UNA FASE DI RISCHIO” - IL NEUROCHIRURGO BARBANERA CHE HA SALVATO LA VITA ALL’EX PORTIERE DELLA JUVE DOPO L’ANEURISMA, RIVELA A "TUTTOSPORT": “È ANCORA IN RIANIMAZIONE, SEDATO PER TENERE IL CERVELLO A RIPOSO. NON È COSCIENTE. PER VALUTARE EVENTUALI DANNI GRAVI BISOGNA ASPETTARE” – E POI LODA LA TEMPESTIVITA’ DEI SOCCORSI: “FOSSE SUCCESSO NELLA NOTTE, SAREBBE MORTO”
Tuttosport intervista il dottor Barbanera, il neurochirurgo che ha salvato la vita a Stefano Tacconi, ricoverato lo scorso 23 aprile nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale di Alessandria, dopo l’emorragia cerebrale dovuta ad aneurisma.
«Bisogna aspettare ancora un paio di giorni per avere un quadro completo. Siamo ancora in una fase a rischio».
Spiega:
«Fino a due settimane dall’aneurisma sono possibili ischemie temporanee. Perciò ancora in Rianimazione, fa esami quotidiani, è sotto trattamento farmacologico per evitare che il vasospasmo possa provocare danni. È sedato per tenere il cervello a riposo. Non è cosciente, a tratti ha qualche movimento e ogni tanto apre e chiude gli occhi o le mani. Aspettiamo il fine settimana per il risveglio definitivo, poi verrà trasferito qui, nel mio reparto».
A dare ottimismo c’è il risultato negativo delle Tac.
«Finora il decorso è stato positivo. Però la Tac non fa vedere danni gravi o non reversibile, bisogna aspettare che si risvegli. Per Tacconi è stato comunque fondamentale l’intervento tempestivo dei soccorsi. Fosse successo nella notte, sarebbe morto».