
THE ITALIANO JOB - AL BOLOGNA VINCENZO ITALIANO STA DIMOSTRANDO DI AVERE STOFFA, ALLA FACCIA DI CHI LO CRITICAVA PER IL SUO CALCIO “TUTTO FUMO” – NON ERA FACILE ACCETTARE LA PANCHINA DEL BOLOGNA DOPO LA QUALIFICAZIONE IN CHAMPIONS E LA CESSIONE DI DUE PERNI COME CALAFIORI E ZIRKZEE, MA IL TECNICO 47ENNE È RIUSCITO A TENERE LA SQUADRA AD ALTI LIVELLI – GLI MANCA L’ULTIMO TASSELLO: VINCERE UN TROFEO. DOPO AVER PERSO DUE FINALI DI CONFERENCE CON LA FIORENTINA, ITALIANO PROVERA' A CONTENDERE LA COPPA ITALIA AL MILAN…
Estratto dell’articolo di Emilio Marrese per “la Repubblica”
Durante un Verona-Juventus, novembre 2001, Vincenzo Italiano dal campo urlò al suo allenatore, Alberto Malesani, «sei un genio!». […] Per la cronaca: vincevano 2-0, Italiano fu sostituito al 70’ e finì 2-2, il Verona poi retrocesse. «Italiano era un gran giocatore», ricorda Malesani, oggi in pensione a 71 anni, cantina di vini venduta nel 2023: «Un mediano intelligente ed elegante, più Pirlo che Gattuso. Era allenatore fin da giocatore, si vedeva dalle doti tattiche e da quanto fosse interessato, molto interessato, a quello che facevamo. Ora è tra i migliori tecnici italiani e anche stranieri. Si vede sempre la sua mano ovunque vada, si è evoluto e anche estremizzato, ma finché funziona bravo lui».
Quattro finali giocate nel giro di due anni solari, dal 2023 al prossimo 14 maggio all’Olimpico, sono una conferma. Meglio, ovviamente, vincerne anche una, prima o poi, dopo le tre perse con la Fiorentina: «Quando ripenso al percorso fatto — ammette Italiano — mi si stempera l’amarezza per le sconfitte. Il Milan è favorito, ma noi abbiamo tutte le carte per giocarcela senza pressione» bluffa un po’, perché la classifica in campionato dice altro e lo spettro di una quarta finale perduta non può non spaventarlo. […]
Il rapporto con Bologna è ormai torrido. Entrambi agognavano un’overdose d’amore, bistrattato lui a Firenze e traditi loro dal gelido Motta. «Il suo grande pregio — descrive il ds Marco Di Vaio — è l’intensità, anche nel modo di comunicare alla squadra. Fuori dal campo è un uomo sereno, capace di ascoltare, ma dentro trasmette una ferocia sportiva che si riflette nella mentalità, nel gioco, nell’emozione collettiva. Poi è preparatissimo e il suo staff è molto più incentrato sulla sua figura, rispetto a quello di Thiago: ascolta tutti, ma decide lui, è lui la locomotiva di tutto».
Il Bologna è la squadra italiana che ruba più palloni in attacco: «È maturato», afferma l’ex ct Claudio Prandelli, tra i primi a puntare sul giocatore Italiano a Verona: «Ora bada più al soldo, pressing che stordisce gli avversari, meno ricami e grande sostanza. A Firenze ha fatto grandi cose, poi le finali si perdono ma conta giocarle. Da ragazzino mi colpì la verticalità che metteva nel giocare davanti alla difesa, la stessa che mette ora nel suo gioco da allenatore».
Che il Bologna — quarto in campionato a cinque turni dal termine e in finale di Coppa Italia dopo 51 anni — potesse far meglio dell’anno scorso non ce n’era uno che potesse davvero crederlo: «È stata una bella scommessa, questa era la panchina più scomoda della serie A», rivendica sempre Italiano, che in realtà a Firenze sperava in una chiamata del Napoli. […]
[…] Il Napoli potrebbe chiamare ora, dicono, se dovesse perdere Conte, ma il Bologna — già pronto a prolungare il contratto in scadenza nel 2026 ancor prima dei verdetti stagionali — si sente ragionevolmente sereno sulla permanenza di Italiano. Il precedente con lo Spezia non è confortante (rinnovo firmato il 2 giugno, fuga a Firenze il 30…) ma la situazione era ben diversa. […]
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VINCENZO ITALIANO AL BOLOGNA
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